LA VOLPE E LE CAMIELE IGNAZIO SILONE

LA VOLPE E LE CAMIELE IGNAZIO SILONE

PRIMA EDIZIONE : Milano, Mondatori,<<Narratori italiani>>, 1956; seconda edizione 1957.

Racconto:

Un giorno capitò a casa di Daniele, per chiedere consiglio e aiuto, Nunziatina, una vecchia sartorella, spaventata dalla visita sospetta d’un signore, probabilmente una spia, desideroso di avere da lei informazioni sull’attività politica degli Italiani, residenti a Locarno. Daniele subito rifiutò di aiutarla, ma poi acconsentì, sentendo in pericolo la comunità degli antifascisti in esilio e cedendo alle pressioni dell’amico Agostino, che architettò un piano per sventare le manovre del servizio segreto fascista. La vecchietta, convinta dai due, si presentò all’appuntamento fissatole con lo sconosciuto. All’incontro andò anche Agostino, che, al termine del colloquio, si avvicinò all’agente fascista e si avventa su di lui, ferendolo. Nella rissa sanguinosa intervenne a difesa dello sconosciuto un altro uomo, fino allora rimasto nascosto. La trappola era scattata, Nunziatina aveva fatto da esca a sua insaputa, ma l’uomo era riuscito a scappare. Nessuno sporse denuncia, ma i fatti furono portati a conoscenza del consolato italiano e della polizia svizzera, che furono però attenti a non commettere passi falsi. Nell’incertezza delle possibili conseguenze per Agostino, Daniele, messo al corrente dell’accaduto, girò per tutto il paese per vedere se la notizia si era già propagata. Si accorse che per il momento non era ancora di dominio pubblico, perché il paese era occupato dai preparativi per la prossima festa delle camelie. Sebbene sconsigliato dal legale a cui si rivolse, Daniele ricercò Agostino per tutta la notte e scoprì che era in casa di colui che l’aveva aiutato nell’agguato contro lo sconosciuto. Stavano preparando un piano d’azione e di fuga. L’assenza di lui coincise con il soggiorno in casa sua di un misterioso ferito. L’ospite non c’era più, quando il padrone rientrò, ma il ferito s’era preso il cuore della figlia primogenita e conquistato le simpatie della moglie e dell’altra figlia. Daniele si rassegnò alla volontà della figlia e si dispose a conoscere di persona il futuro sposo. La visita del fidanzato ebbe però un esito drammatico, Daniele non fece in tempo a vedere il giovane, perché egli fuggì. Trovò così conferma la sua teoria che l’uomo fosse lo stesso dell’incontro con Nunziatina. Prima di andarsene, il giovane mise sotto sopra lo studio di Daniele, scoprendo stampe sovversive. Daniele vide compromessa la vita degli esiliati e la sua sicurezza, avvisò così gli interessati e raggiunse Agostino. Quando ritornò a casa, Daniele non volle vedere nessuno e fece dire a sua figlia di stare lontana da lui. Nei giorni seguenti si diffuse la notizia dell’annegamento di un giovane, il fidanzato della figlia di Daniele. La morte dell’uomo riconciliò Daniele alla sua famiglia. Questo romanzo accoglie la passione politico sociale dell’autore. Daniele è una nuova visione dell’uomo libero che prende le parti dei perseguitati, contro i persecutori. Anche in una società avanzata si ritrovano i forti e i deboli, anche in quello della libera Svizzera, in cui vi è una politica di prudenza. In questo romanzo Silone istituisce tra i personaggi una rete di relazioni, come per Daniele e la sua famiglia e in particolare nel vincolo d’affetto che unisce il padre a Silvia. Daniele è orgoglioso della bellezza, dell’intelligenza di Silvia ed è un uomo ruvido, aspro verso gli altri. Silvia, dal canto suo, sente un’affinità fortissima col padre, ed è assolutamente certa che tutto quello che lui fa non può non essere giusto. A rompere quest’intesa perfetta, interviene l’amore di Silvia per il giovane sconosciuto, di cui Daniele scopre la vera identità . Silvia si sente così colpevole di aver tradito per leggerezza la fiducia di suo padre ed è proprio questa colpa che il padre non può perdonarle.