La villa del cardinal Albani a Roma

La villa del cardinal Albani a Roma

(E.Barati – A. Finocchi)

Il complesso di villa Albani sorse nelle immediate vicinanze di Roma, poco fuori dalla porta Salaria. Committente della villa fu il cardinale Alessandro Albani (1692-1779), nipote di papa Cle­mente XI, una delle figure di maggiore spicco del mondo culturale romano del Settecento: egli fu l’ideatore dell’intero complesso — villa, giardino ed edifici minori — valendosi per la realizzazione dell’opera dell’architetto Carlo Marchionni. Il più antico disegno per la villa di mano di Marchionni è del 1751, ma non pare che la costruzione dell’edificio principale sia iniziata prima del 1756, probabilmente a causa delle alterne fortune economiche di Alessandro Albani. La sistemazione degli interni si protrasse fino al 1763, mentre fontane e fabbricati minori nel giardino vennero completati intorno al 1765.

Nel complesso di villa Albani architettura e sistemazione ambientale si fondono armoniosamente, legate dal filo conduttore rappresentato dai reperti archeologici della ricca collezione del cardinale: davanti all’edificio principale, dalla vasta facciata classicheggiante, si distende il giardino all’italiana, fittamente popolato di sculture antiche. In esso trovano posto l’emiciclo del Coffeehouse, il tempietto diruto, il biliardo, oltre a numerose fontane e al tempietto all’antica. Piuttosto arduo stabilire quanto, di ciò che è stato realizzato, sia da attribuire a Marchionni e quanto al cardinale stesso: pare infatti che l’architetto sia stato relegato al ruolo di esecutore del proposito del cardinale di realizzare un sontuoso scrigno per le sue ricche raccolte d’arte classica; l’edificio insomma non doveva svolgere un’effettiva funzione residenziale, ma conservare ed esporre un tesoro, consentendone il godimento al ristretto circolo culturale gravitante attorno all’Albani.

Le idee del cardinale presero forma in modo eccezionalmente spregiudicato e moderno: l’antico, cioè, venne liberamente e coscientemente inserito nelle espressioni della sensibilità contemporanea. Questo particolare modo di operare si manifesta sia negli esterni che dentro la villa. Per la costruzio­ne e la decorazione degli interni furono abbondantemente usati pezzi originali, ad esempio colonne provenienti dagli scavi, come del resto era da sempre consuetudine a Roma; con ben più grande libertà e fantasia i pezzi antichi, steli funerarie e bassorilievi, vennero accostati al moderno, inseriti nella decorazione settecentesca.

Spicca, nella volta della galleria, il Parnaso dipinto da Anton Raphael Mengs, che, con la sua volontà programmatica e la sua compassata eleganza, decretò la fortuna del tema nella pittura del classicismo.

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