LA TORRE DI BABELE

LA TORRE DI BABELE

LA TORRE DI BABELE


Secondo la Bibbia, la presenza di differenti lingue nel mondo ha origine divina. Dopo il diluvio, parte dei discendenti di Noè si trasferì nelle fertili pianure della Mesopotamia ed iniziò la costruzione di una città e di una Torre , che avrebbe dovuto toccare il cielo. Ma Dio, adirato per la loro presunzione, li punì confondendo le loro lingue, in modo che non fossero più in grado di capirsi e di continuare l’edificazione della torre, che rimase incompiuta.

In ebraico, il verbo confondere era “babel”, e con lo stesso vocabolo era indicata anche la città di Babilonia, anche se in realtà il suo nome deriva dalla lingua dei fondatori, gli Accadi, e significa “porta del dio”. Per un ebreo, perciò, la Torre della Confusione divenne la Torre di Babilonia. Ciò è testimoniato dal fatto che la torre descritta nella Bibbia era simile alle grandi ziqqurat babilonesi, enormi templi a più piani. Essi erano costruiti con gli stessi materiali che la Bibbia descrive utilizzati per la Torre : mattoni cotti al sole e bitume, un procedimento diverso da quello ebraico, che utilizzava pietra calcarea e calce.

Tra le varie ziqqurat, quella di Babilonia era particolarmente grande e venne distrutta dagli Hittiti. Probabilmente furono le sue rovine ad ispirare il passo della Bibbia, poichè , a differenza del Diluvio Universale, non vi sono paralleli di questo mito in altre civiltà.

L’episodio della torre di Babele ebbe larga diffusione in Europa. Essa divenne simbolo della presunzione dell’ uomo, che pretende di agire senza Dio, oppure del fallimento tecnologico, che esalta l’ uomo con i suoi successi, ma che poi si ritorce contro di lui con i suoi mezzi di distruzione.

Nella Divina Commedia, Dante pone il re Nembrot, fondatore della città secondo la Bibbia, nell’ Inferno, poichè lo ritiene responsabile della creazione della Torre, e gli fa pronunciare parole incomprensibili per la sua colpa. Nelle chiese e nelle miniature medioevali, è spesso rappresentata la costruzione della Torre, che varia a seconda delle idee e delle tecniche edilizie dell’ epoca. Nel pavimento della basilica di Otranto, in una miniatura di Montecassino e nella basilica di San Marco a Venezia, la Torre è raffigurata come una torre cittadina, alta e stretta. In una Bibbia conservata in Belgio è invece rappresentata come una cattedrale gotica dotata di contrafforti, mentre in una miniatura tedesca domina la grande carrucola posta all’ interno della torre. Nel Rinascimento, il pittore fiammingo Bruegel il Vecchio dipinge una torre imponente, che viene presentata come frutto della superbia di un solo uomo, Nembrot.

Durante l’ illuminismo, l’ attenzione è invece rivolta all’ aspetto tecnico della costruzione, mentre durante il Romanticismo, G.Dorè la rappresenta in una incisione che esprime forte drammaticità e tensione. Oggi la Torre di Babele è simbolo di confusione, come testimoniano i modi di dire, quali “Che Babele!”, per indicare un grande caos.