La teoria della società feudale
La teoria della società feudale
Nella società dell’Europa cristiana del X secolo tutto il potere era esercitato dalla rete dei signori feudali, della quale facevano parte anche i vescovi, gli abati e i parroci. Ma i poteri laici che gli ecclesiastici esercitavano non derivavano dalla loro carica religiosa, quanto piuttosto da una specifica investitura che il potere laico riconosceva a quello sacerdotale.
In questo contesto la chiesa sentì la necessità di definire meglio il suo ruolo: alcuni ecclesiastici elaborarono una teoria della società in cui si affermava che quel sistema di rapporti era voluto da Dio e aveva come fine quello di assicurare l’armonia sociale. Nel 1027 Adalberone, vescovo di Laon in Francia, scrisse un poema in cui affermava che gli uomini sono tutti uguali davanti a Dio, ma che Dio stesso ha voluto che la società, sul modello della Trinità divina, fosse trinitaria, ossia “divisa in tre ordini: quelli che pregano, quelli che combattono, quelli che lavorano”.
Questo principio dava agli uomini del tempo una chiave per interpretare la società e la politica. La società, perché ciascun membro imparava a riconoscere qual era il suo posto. La politica, perché giustificava l’origine del potere: secondo questa teoria ogni potere, sia esso spirituale o temporale, deriva da Dio, e chi lo detiene riceve da Dio stesso il diritto di esercitarlo.