LA SIGNORA FROLA E IL SIGNOR PONZA SUO GENERO

LA SIGNORA FROLA E IL SIGNOR PONZA SUO GENERO

Analisi dell’opera


La signora Frola e il signor Ponza, suo genero è una novella con taglio umoristico e ambientazione realistica. Il significato è riassumibile in poche frasi: due persone sconosciute giunte in un paese, Valdana, sostengono due opposte verità su una terza persona, una giovane donna. Secondo la signora Frola, la donna è sua figlia mentre il marito, impazzito, la crederebbe la sua seconda moglie; secondo il signor Ponza la donna è la sua seconda moglie ma la signora Frola, impazzita, la crederebbe sua figlia, che in realtà sarebbe morta. La gente del paese non ha alcun elemento per poter dire chi sia il folle e chi dica la verità.

La tesi sviluppata da Pirandello è evidente, e riguarda l’impossibilità di stabilire la verità. Questa tesi è ulteriormente chiarita nell’opera teatrale tratta dalla novella, Così è, se vi pare, composta nel 1917, in cui nel finale la donna che potrebbe risolvere l’enigma viene fatta entrare in scena. Ella dichiara: “Io sono colei che mi si crede”, rivelando così di essere una sorta di allegoria della verità.

In questa frase è sintetizzato con chiarezza il principio del relativismo, che ha ampiamente influenzato il XX secolo. Qualunque sia il nostro giudizio su questo principio, è indiscutibile che anche per averne anticipato la diffusione Pirandello deve essere ritenuto un grande innovatore.

In questa novella è presente, oltre al messaggio filosofico fondamentale, anche il tipico, innovativo modo di narrare di Pirandello.

La novella è ambientata in una situazione apparentemente realistica (le scene che descrivono la vita del paese sono narrate quasi con gusto veristico). Tuttavia in questa cornice realistica accade qualcosa di molto improbabile, se non impossibile: questa vicenda è introdotta dall’autore quasi come apologo, per esprimere una propria tesi filosofica.

La struttura della novella ha un impianto rigorosamente razionale. Si apre con la descrizione dell’angoscioso, insolubile dubbio degli abitanti di Valdana; nella parte centrale presenta, quasi introducendole con le stesse parole (la sua pazzia consiste in questo è l’espressione ripetuta per entrambi i protagonisti) e si chiude, con percorso ad anello, ricongiungendosi al dubbio iniziale. La conclusione aggiunge però qualcosa di importante quando presenta l’affettuosa solidarietà fra i due protagonisti: è evidente che in questa direzione Pirandello vuole spingere gli esseri umani, dopo averli resi consapevoli dell’impossibilità di raggiungere la verità.

La voce narrante fa proprio il punto di vista degli abitanti di Valdana, irritati per il fatto di non poter scoprire la verità, e ciò attribuisce un sapore ironico e umoristico alla narrazione. Ma quando il punto di vista cambia, e vengono riferite indirettamente le parole dei due protagonisti, il tono si fa commosso e partecipe nei loro confronti: e tale è anche nel finale, quando il narratore sembra aver dimenticato la sua iniziale irritazione e mostra simpatia per

questa coppia di persone così strane che, pur credendo a verità contrapposte, si amano e sostengono a vicenda.