LA SCOLASTICA

LA SCOLASTICA

Scolastica è il termine con il quale comunemente si definisce la filosofia cristiana medioevale, in cui si sviluppò quella scuola di pensiero detta anche scolasticismo.

LA SCOLASTICA

La parola scolastica indica la filosofia cristiana del medioevo. Il nome rappresentava l’insegnante delle arti liberali, cioè grammatica, logica, retorica, geometria, aritmetica, astronomia e musica. In seguito si chiamò così anche il docente di filosofia, il cui titolo ufficiale era magister. in quel periodo le forme fondamentali dell’insegnamento erano due: la lectio cioè il commento di un testo, la disputatio ovvero l’esame di un problema. L’attività letteraria degli scolastici assunse la forma di commenti o di raccolte di questioni.

Il problema della scolastica era quello di portare l’uomo alla comprensione della verità rivelata. Per quanto riguarda la tradizione religiosa questo problema era la base della formazione dei chierici. Però per l’uomo si trattava soltanto di comprendere questa verità mediante i suoi poteri e la grazia divina. Si tratta quindi più di un’opera comune che individuale. Anche per quanto riguarda la filosofia il suo scopo era quello di intendere la verità già data nella rivelazione.

Il problema principale era il rapporto tra ragione e fede; il problema della libertà che l’uomo può rivendicare per sé e delle limitazioni che tale libertà deve incontrare. È anche il problema dei nuovi campi d’indagine che si aprono all’uomo nella misura in cui egli rivendica per la sua ragione una maggiore autonomia.

La scolastica è o presume di essere concordanza piena tra ragione e fede ma questo privilegio non ha alcuna base storica. La scolastica è divisa in quattro periodi:

  1. Pre-scolastica, quella della rinascenza carolingia dove vi è identità tra ragione e fede.
  2. Alta scolastica, che va dal 1050 al 1200, dove il problema tra ragione e fede comincia ad affacciarsi.
  3. Fioritura della scolastica, che va fino al 1300, dove ragione fede pur essendo distinte tra loro vengono concepite come armonicamente conducenti allo stesso risultato.
  4. Dissolvimento della scolastica dove viene riconosciuta l’insolubilità del problema.

Nel primo periodo grazie a Carlo Magno che promosse e incoraggiò gli studi iniziarono a svilupparsi i primi filosofi scolastici. Alcuino nel VIII secolo diede inizio alla ricostruzione intellettuale dell’Europa. Fu chiamato da Carlo Magno a dirigere la scuola palatina. Da lui gli studi vennero ordinati secondo le sette discipline chiamate le sette colonne della sapienza.

Giovanni Scoto nella sua opera Divisione della natura definisce metafisicamente le quattro nature:

  1. La prima crea e non è creata ed è Dio padre.
  2. La seconda è creata e crea ed è il figlio o logos
  3. La terza è creata e non crea ed è il mondo,
  4. La quarta non crea e non è creata ed è Dio stesso come fine ultimo della creazione.

Le quattro nature costituiscono il circolo della vita divina che parte da Dio il ritorno a Dio. Secondo Scoto il mondo è assolutamente identico a Dio, ma Dio non è assolutamente identico al mondo. I suoi temi vengono ripresi dal Rinascimento e della scolastica posteriore. La mistica medievale riprende da lui il concetto della deificazione dell’uomo, cioè il suo congiungersi con Dio nell’estasi. Il Rinascimento riprende il tema della superiorità dell’uomo su tutte le creature. Egli dice che i cieli non sono composti da una sostanza ingenerabile incorruttibile come diceva Aristotele; inoltre presenta un sistema astronomico dove la terra è ferma, ma gli altri pianeti ruotano intorno al sole.

All’inizio dell’undicesimo secolo il papa Silvestro II rappresenta la più grande figura di maestro; egli coltivò tutte le scienze ma soprattutto la meccanica e la matematica, e scrisse numerosi commenti alle opere di Aristotele e di Boezio. Nel secondo periodo nasce la polemica tra dialettici e antidialettici; i dialettici vogliono affidarsi alla ragione per intendere la verità della fede, il più importante è Berengario di Tours che afferma che chi non ricorre alla ragione abbandona la sua dignità. Tra gli antidialettici si distinse Pier Damiani, che nega ogni valore al ragionamento e afferma che Dio è superiore anche alla logica.

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