La Scapigliatura

La Scapigliatura

La Scapigliatura


La Scapigliatura fiorisce prima a Milano, poi a Torino: quindi si tratta di un movimento limitato nello spazio e nel tempo (una decina d’anni) (pag 53-54 punto 3). Cletto Arrighi tradusse Bohème con Scapigliatura per indicare la vita sregolata. I principali esponenti furono Ugo Tarchetti, Carlo Dossi, Emilio Praga e i fratelli Boito. Caratterizzati dall’antitradizionalismo e dall’anticonformismo, nelle loro opere troviamo termini scientifici. Sostengono l’interartisticità, cioè l’unione di più arti (letteratura, musica e pittura). Gli Scapigliati sono importanti perché recepiscono gli influssi europei e li trasmettono alla nostra cultura (il senso del mistero, dell’ignoto e dell’orrido, temi ripresi in seguito dal Decadentismo). La loro poesia è simile quindi a quella dei “poeti maledetti” francesi (pag 112); come opera si ricorda “Fosca” di Ugo Tarchetti (pag 112): la vicenda è incentrata sull’amore di Giorgio per una donna brutta e ammalata: a questo proposito è bene sottolineare il contrasto tra interesse e repulsione tra amore e morte.