La Russia nel Medioevo

La Russia nel Medioevo

La Russia nel Medioevo


Il Medioevo russo è una convenzione storica, infatti non coincide con quello europeo, arrivando circa all’inizio del secolo XVIII, cioè all’epoca di Pietro il Grande che modernizza il paese.
Tra il IX e il X secolo compaiono i primi Slavi: si tratta di Slavi orientali che occupano il territorio che chiamiamo Russia meridionale (costituita da steppe), centrale (caratterizzata da boschi) e settentrionale (paludi e taiga), con scarse comunicazioni.

La conquista mongola distacca la Russia dal contesto europeo. Nella prima metà del VI secolo, secondo gli storici bizantini, a nord del Mar Nero si trovavano gli Sclavini-Danti, dal basso Danubio al Dniestr, popolazioni nomadi o semi nomadi, organizzate in gruppi numerosi, secondo un sistema tribale e senza sedi fisse). Queste tribù si spostano verso Occidente, tra il VII e il IX secolo, secondo l’asse Nord/Sud, tra il lago Ladoga ed il corso del Dniepr, poi ad Est del Volga e ad Ovest dell’Elba (dove Carlo Magno fissa il confine).

Gli Slavi orientali, stanziati tra il Dniepr ed il Volga, in una zona di foreste ed acquitrini e fiumi navigabili, godono della facilità di spostamento in ogni stagione, sull’acqua o sul ghiaccio. È un’area economica interessante, caratterizzata dalle fertili Terre Nere (la futura Ucraina, granaio dell’Europa) e ricca di materie prime, quali miele, cera, legname, pellicce ed anche schiavi, che vengono portate verso Sud, cioè a Costantinopoli, visto che il Nord è chiuso dalle popolazioni finniche, almeno fino all’anno 1000.
I Poliani, o abitanti delle pianure, vivono in clan, tribù, tribù allargate, con capi militari e consigli degli anziani. Gli Scandinavi del Baltico e del Dniepr costruiscono villaggi, che in seguito diventano città fortificate e scoprono due vie commerciali, una lungo il Volga e l’altra che va dalla Crimea a Costantinopoli. Attorno alla metà del XIII secolo, iniziano le invasioni dall’Asia centrale, attraverso la zona a Nord del Caspio e del Mar Nero: Kazari, Peceneghi, Cumani, Ungari e Mongoli.
Vengono fondati centri commerciali, come Novgorod, Skof, Smolensk, Kiev, Bieloselo, Riazan: è lo Stato delle Cento Città.

“Rus” è il nome indigeno degli Scandinavi, che deriva dal finnico ruotsi (“coloro che remano”), plurale “Rusi”. I Variaghi (Normanni) dallo svedese waring, scoprono la via tra Novgorod e Costantinopoli, attraverso laghi e fiumi (Dniepr). Gli Slavi diventano confederati dei Normanni, ma non con la forza, bensì attraverso una alleanza commerciale.
Il variago Rurik, capostipite della dinastia che arriverà fino al termine del XVI secolo, con la morte di Fjodor, figlio di Ivan IV il Terribile, trasferisce la capitale da Novgorod a Kiev: Rus Kievona. Ricordiamo i conflitti con popolazioni turche e finniche, ed anche con quelle del Volga (Bulgari,Ungari e tribù turche).
Le cronache bizantine raccontano l’arrivo in città delle tribù variaghe, rozze ed incivili. Il processo di cristianizzazione del X secolo ebbe come tramite S.Wladimir; la liturgia è in lingua slava (Cirillo e Metodio). I primi testi sono sacri, poi nasce una letteratura laica ed anche composizioni epiche (“biline”). Sono cronache pregevoli, più ricche di pathos rispetto a quelle bizantine, ma soltanto una è stata tradotta: la Cronaca russa o di Nestore (XII secolo), racconti dei tempi passati.
La Russia di Kiev rifiuta il modello politico bizantino, a favore di quello delle libere città tedesche. Il principe ha solo poteri militari e sta all’esterno delle mura cittadine. Sono città mercantili che tendono ad evolvere verso la repubblica e nelle quali vige la legge ereditaria o diritto consuetudinario. Figli e fratelli del principe hanno diritto all’eredità, con conseguente frammentazione del territorio: Questo portò a lunghi anni di guerre fratricide, fino all’inizio del XIV secolo, con la crisi di Costantinopoli – e quindi dell’Ucraina – e successivo esodo verso Nord.

L’invasione mongola degli anni 1236-41 trova un territorio disastrato e provoca la caduta di Kiev, mentre restano fuori Novgorod e Skof, protette dalle paludi durante il disgelo. Approfittando del disastro generale, calano da Nord i Cavalieri Teutonici, che vengono però sconfitti da Aleksandr Nevskji (1240-41), il quale offrì poi il vassallaggio ai Mongoli. Gli artigiani vengono trasferiti in Oriente, mentre in Russia restano principi e contadini. I Mongoli, tolleranti in materia religiosa, effettuano il primo censimento. Il figlio di Nevskji diventa primo principe di Mosca, che allora è ancora una località insignificante. Nel XVI secolo, Mosca è ancora considerata una città asiatica.

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