La rivoluzione americana e la nascita degli Stati Uniti

La rivoluzione americana e la nascita degli Stati Uniti

Caratteristiche del colonialismo britannico


Non si sviluppa per iniziativa dello Stato centrale (come in Spagna) ma della società civile, di cui segue le contraddittorie vicende.

Per questo le Colonie godono di grande autonomia amministrativa, anche se riconoscono la sovranità del re d’Inghilterra.

Come nascono le colonie inglesi?

Sono fondate dalle compagnie mercantili

Oppure sono Concessioni del re a singoli favoriti

Oppure nascono dal trasferimento oltreoceano di gruppi religiosi e politici sconfitti o emarginati:

Puritani in Massachussets (1620-1630) (i “Padri pellegrini” furono i Puritani che abbandonarono l’Inghilterra quando il re Giacomo I Stuart cercava di imporre a tutti gli inglesi la confessione anglicana. Approdarono in America nel 1620 e fondarono la colonia del Massachussets e la città di Boston)

Cattolici in Maryland (Concessione di re Giacomo I a Lord Baltimore)

Quaccheri (pacifisti e non-violenti) in Pennsylvania (1681)

Nobili anglicani monarchici e anticromwelliani in Virginia (1650)

Le 13 colonie

A Nord:

NUOVA INGHILTERRA formata da Massachussets, New Hampshire, Connecticut, Rhode Island. Città principale Boston, capitale del Massachussets

Clima simile a quello della madre patria > Piccola proprietà privata, agricoltura cerealicola e allevamento, pesca, cantieristica a Boston.

Democrazia, eguaglianza (è una “repubblica” sotto la corona britannica) – Ma il Calvinismo è religione di Stato (eccetto in Rhode Island)

Al Centro:

New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware

Maggiori squilibri sociali – grandi proprietà -Commercio

Città: New York – Philadelphia

Forti differenze sociali, religiose ed etniche (per l’immigrazione da diversi paesi europei)

Al Sud:

Virginia, Maryland, Carolina del Nord, Carolina del Sud, Georgia.

Grandi proprietà, piantagioni (tabacco, riso, cotone) lavorate dagli schiavi

Nel ’700 le 13 colonie inglesi del Nord america sono in espansione demografica.

1750: 1.500.000 coloni (di cui 300.000 schiavi) – 1770 : 2.150.000

L’amministrazione è in mano ad assemblee locali elettive. Il controllo inglese, molto blando, è affidato a un governatore di nomina regia.

Rapporti economici

In teoria l’economia delle colonie doveva essere asservita a quella della madrepatria:

Le colonie potevano commerciare solo con l’Inghilterra;

non potevano avviare attività manifatturiere.

Le colonie vendono materie prime alla madrepatria e comprano manufatti

Nei fatti il governo inglese tollerava il contrabbando degli americani con le vicine colonie francesi e olandesi

Le origini del contrasto

Nel 1760 diviene re l’autoritario Giorgio III di Hannover (†1820)

1756-1763: Guerra dei Sette anni :si combatte in America contro i Francesi e partecipano alla guerra anche i coloni, che aspirano a espandersi verso Ovest, oltre gli Appalachi.

L’Inghilterra ottiene il Canada e la Luisiana (fino al Missisipi) , ma… l’Inghilterra vuol far pagare ai coloni i costi della loro difesa:

Perciò è vietata l’espansione nei territori a Ovest degli Appalachi ceduti dalla Francia (l’espnsione è troppo costosa e rischiosa, e c’è il problema dei rapporti con i Pellerossa, che oppongono una strenua resistenza all’occupazione dei territori su cui vivono)

Si introducono nuove tasse: (sullo Zucchero, bollo sulle stampe: Stamp Act 1765)

obbligo di mantenere un esercito di 10.000 soldati inglesi di stanza in America (1763) Controlli più severi contro il contrabbando

Tasse e rappresentanza

I coloni organizzano la protesta. Oltre alle singole tasse contestano il diritto del Parlamento inglese (che loro non eleggono) a imporre tasse e legiferare e sulle colonie. Si appellano al Bill of Rights che stabilisce che le nuove tasse debbano sempre essere approvate dai rappresentanti dei sudditi tassati.

NO TAXATION WITHOUT REPRESENTATION”: pertanto le nuove tasse imposte ai coloni dovrebbero essere sottoposte al’approvazione delle assemblee delle colonie

Il Parlamento di Londra abolisce le tasse sgradite, ma ribadisce il suo diritto ad emetterle (Declaratory Act), e ricorre all’imposizione di dazi (tasse sulle merci importate dai coloni) invece di imposte dirette.

Lo scontro allora si radicalizza: i coloni attuano il boicottaggio delle merci inglesi, fanno manifestazioni di protesta, represse dalle truppe inglesi: Massacro di Boston (1770, i soldati inglesi a Boston sparano sui manifestanti, uccidendone cinque). Cominciano a riunirsi i Congressi delle Colonie (“Congressi Continentali”), nei quali i rappresentanti delle 13 colonie si incontrano per far fronte comune contro la madre patria; si formano gruppi radicali (come i Sons of Liberty) che vogliono lottare per l’indipendenza dal Regno Unito, anche con atti di ribellione aperta e violenta.

1773: il Governo inglese concede il monopolio della vendita del tè in America alla Compagnia delle Indie Orientali (il monopolio ovviamente danneggia i coloni) > 16/12/1773: “Boston tea party”, I “Figli della libertà” (travestiti da pellerossa) distruggono un carico di tè della Compagnia nel porto di Boston.

Londra risponde con severe restrizioni (“intollerable acts”: viene chiuso il porto di Boston, il Massachussets privato di ogni autonomia, truppe e giudici inglesi vengono inviati in tutte le Colonie)

Si verificano i primi scontri armati con gli inglesi: i coloni affidano a Giorgio Washington l’organizzazione di un esercito. I Coloni tentano ancora la trattativa, ma Giorgio III li accusa di ribellione.

L’intransigenza del re determina la sconfitta dei coloni moderati, favorevoli a un accordo con la madrepatria e con il monarca, e la vittoria dei radicali, che chiedono l’indipendenza, che viene approvata dai 55 delegati delle 13 colonie nel Congresso di Philadelphia del 1776

La Dichiarazione d’indipendenza (4 luglio 1776)

Quando nel corso degli umani eventi, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto ad un altro popolo ed assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata ed uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell’umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione.

Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e la ricerca della Felicità che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità.

Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l’esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d’un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all’assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l’avvenire. Tale è stata la paziente sopportazione delle Colonie e tale è ora la necessità che le costringe a mutare quello che è stato finora il loro ordinamento di governo. Quella dell’attuale re di Gran Bretagna è storia di ripetuti torti e usurpazioni, tutti diretti a fondare un’assoluta tirannia su questi Stati. Per dimostrarlo ecco i fatti che si sottopongono all’esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede. (…)

Noi pertanto, Rappresentanti degli Stati Uniti d’America, riuniti in Congresso generale, appellandoci al Supremo Giudice dell’Universo per la rettitudine delle nostre intenzioni, nel nome e per l’autorità del buon popolo di queste Colonie, solennemente rendiamo di pubblica ragione e dichiariamo: che queste Colonie Unite sono, e per diritto devono essere, stati liberi e indipendenti; che esse sono sciolte da ogni sudditanza alla Corona britannica, e che ogni legame politico tra esse e lo Stato di Gran Bretagna è, e deve essere, del tutto sciolto; e che, come Stati liberi e indipendenti, essi hanno pieno potere di far guerra, concludere pace, contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegnamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore.

(Seguono 55 firme dei Rappresentanti dei 13 Stati Uniti d’America)

La Dichiarazione d’indipendenza fu redatta da un comitato ristretto, nel quale ebbe un ruolo preponderante Thomas Jefferson, e fu poi approvata da tutti i rappresentanti delle 13 colonie. La dichiarazione giustificava la ribellione dei coloni con il rimando alle dottrine politiche liberali e illuministe. In particolare il diritto alla ribellione contro un governo oppressivo e dispotico era stato affermato dal filosofo inglese J. Locke. Erano presenti anche molti riferimenti a Dio, al Creatore, alla divina Provvidenza, riferimenti che esprimevano i forti sentimenti religiosi che animavano i coloni.

La guerra di Indipendenza

Pur motivati e conoscitori del terreno, i coloni sono militarmente inferiori agli inglesi, ben organizzati ed equipaggiati.

La causa americana trova però simpatie: dall’estero giungono volontari e dal 1778 intervengono Francia e Spagna (la Francia cerca una rivincita per la sconfitta subita nel 1763, ma si assiste così al paradosso di una monarchia assoluta che appoggia una ribellione antimonarchica; l’intervento francese e spagnolo fu utile agli americani soprattutto perché le navi francesi e spagnole ostacolarono i rifornimenti e i collegamenti tra l’Inghilterra e le truppe inglesi inviate in America.

Di fronte all’allargarsi della guerra e alle sconfitte subite a Saratoga e a Yorktown (1781) gli inglesi si ritirano. Con la pace di Versailles (1783) concedono l’indipendenza alle tredici colonie e cedono agli americani anche i territori della ex-Luisiana, fino al Missisipi…

Nascono Gli Stati Uniti

Venuto meno il nemico, sorgono dissensi tra le ex-colonie, divenute Stati, sul modo di realizzare la federazione. Da una parte c’è il Partito democratico, che rappresenta la tendenza a mantenere una forte autonomia degli Stati, dall’altra il Partito Federalista, che invece vuole una forte unità tra gli Stati, garantita da un forte potere centrale (contro i nemici esterni ed interni…)

Si raggiunge un compromesso, più vicino alla posizione federalista…

La costituzione degli USA

La Convenzione di Filadelfia (1787) approva la Costituzione e crea la nuova Repubblica Federale Presidenziale.

La Costituzione stabilisce l’ordinamento dello Stato, basato sul principio liberale della divisione dei poteri, e su un complesso equilibrio tra i 3 poteri, e tra le istituzioni federali e i singoli Stati.

Alle istituzioni federali viene data la competenza su Moneta, Fisco, Commercio estero,Politica estera e Forze militari, immigrazione, e in parte Giustizia.

Tutto ciò che non è di competenza degli organi federali spetta agli Stati (es. Schiavitù… pena di morte…)

Gli organi federali:

Potere Esecutivo: il Presidente eletto dal popolo (ogni 4 anni), nomina i ministri, può porre un veto alle leggi approvate dal Congresso.

Il Presidente non dipende dal Congresso, ma può essere messo sotto accusa e destituito dal Congresso se commette reati (Impeachment)

E’ il capo delle forze armate e dirige la politica estera (può dichiarare guerra senza il consenso del Congresso).

Potere Legislativo: Congresso composto di:

Camera dei rappresentanti: eletta in proporzione alla popolazione

Senato: ogni stato ha 2 senatori (per “equilibrare stati grandi e piccoli).

Il potere legislativo è limitato dal Presidente, che può porre il veto, ma il Congresso può limitare il Presidente, non approvando il bilancio e le spese del governo.

Il diritto di voto viene esercitato secondo le leggi dei singoli Stati, è generalmente censitario, esclude le donne, i neri, i pellerossa

Potere Giudiziario: Corte suprema, 9 membri nominati (a vita) dal Presidente . Esercita il judicial review of legislation (può cioè cancellare le leggi incostituzionali).

Gli emendamenti: La Costituzione non conteneva una dichiarazione dei diritti (in parte contenuti nella Dichiarazione d’Indipendenza), ma con gli Emendamenti del 1791 vengono inseriti nuovi articoli che garantiscono i diritti fondamentali degli individui (libertà di culto, di stampa, di parola, di iniziativa economica).

Si decise inoltre che gli organi federali avessero sede in una nuova città-capitale (Washington) in un territorio indipendente dagli Stati, e qui vennero costruite la Casa Bianca (sede del Presidente) e il Campidoglio (sede del Congresso). Il primo presidente degli Stati Uniti fu George Washington

L’Ordinanza del Nord Ovest

La pace di Versailles aveva assegnato agli Stati Uniti anche la Luisiana: c’era il rischio che ogni Stato cercasse di colonizzare e annettersi i nuovi territori entrando in conflitto con gli altri Stati; per questo venne emanata la Ordinanza del Nord Ovest (1787): i nuovi territori a ovest verranno divisi in zone che diverranno Stati, con pari dignità, rispetto ai 13 originari, una volta raggiunti i 60.000 abitanti. Inizia così l’espansione verso il Far West, e la guerra di sterminio contro i pellerossa che vivevano in questi territori (i territori francesi a ovest del Missisipi verranno venduti agli Stati Uniti da Napoleone)