LA RIVOLTA DEI CONTADINI
LA RIVOLTA DEI CONTADINI
I contadini nelle campagne attuarono una ‘rivoluzione parallela’ che mischiava assieme alla causa patriottica anche l’ansietà verso le tradizionali aspirazioni. La rivolta dei contadini fu autonoma ma comunque rinforzò il sollevarsi della città favorendo l’Assemblea Nazionale. I contadini possedevano soltanto il 40% delle terre che coltivavano e prendevano le altre dalla nobiltà , dalla borghesia o dalla Chiesa. La popolazione però dall’inizio di questo sistema crebbe e la suddivisione delle terre di generazione in generazione cominciò a farsi problematica, riducendo il margine di sopravvivenza in molte famiglie. Le innovazioni nell organizzazione dello Stato esasperarono ancor più i contadini: gli storici hanno dibattuto se queste fossero state innovazioni capitalistiche, ma comunque nelle campagne regnava il malcontento alimentato anche dalle oppressive tasse reali e dagli scarsi rifornimenti di cibo. In Luglio in diverse regioni i contadini saccheggiarono i castelli dei nobili bruciando i documenti che registravano le loro obbligazioni feudali. Questa rivolta contadina in seguito sfociò in parte nel movimento conosciuto come Regno del Terrore. Comunque i contadini si rivoltarono con una notevole violenza e determinazione e contribuirono in buona parte a far apparire il Terzo Stato estremamente forte, compatto ed invincibile.