La religione in età imperiale

La religione in età imperiale

La religione in età imperiale


La restaurazione augustea Augusto restaurò ben ottantadue templi, riproponendo così forme religiose arcaiche. Come sostiene Svetonio, egli ripristinò anche molte cerimonie religiose ormai cadute in disuso, aumentò l’ importanza dei sacerdoti e fu contrario a libri e libelli profetici non ufficiali, di cui furono bruciate più di duemila copie.

Sincretismo, culti orientali : verso il monoteismo Dalle province imperiali giungevano in Italia numerosi culti, favoriti dalla tolleranza di Roma, quali quello della Magna Mater nel 204 a.C., o quelli verso divinità egizie come Iside, Osiride e Serapide. Ciò che accomunava tutti questi culti era l’ idea di rinascita e di rigenerazione, presente anche nel culto di Cristo e in quello della divinità persiana solare di Mitra. Nonostante ciò, nel mondo classico, si andò sempre di più verso il monoteismo e l’ unione di tutti i culti verso un solo ente. Accanto a questa concezione, vi era anche quella di deificare Roma e gli imperatori e di erigere statue agli imperatori dopo la loro morte. I riti vennero sempre meno, ma comunque si continuò a voler conoscere il futuro, grazie agli astrologi che ebbero numerosa fortuna, così come gli oracoli, quale quello di Delfi. Inoltre i culti dello stato venivano appoggiati dalla corte imperiale e dal senato, con l’ aiuto della classe media provinciale e della plebe urbana. Il numero degli dei a cui si dedicavano giorni festivi cresceva sempre di più, ma era sempre meno sentita la religione dei padri, molti degli dei erano di origine orientale, come Iside, la quale fu diffusa da Caligola e, secondo Apuleio, il suo culto era diffuso su tutta la terra. Commodo, figlio di Marco Aurelio, aderì al culto di Mitra, il dio della luce, della fraternità e della vittoria. Erano molti i santuari a lui dedicati, i sette riti d’ iniziazione si svolgevano in grotte e prevedevano doveri morali, affinché trionfasse il bene sulla terra: il premio per i fedeli era il giudizio finale di Mitra, il quale portava alla salvezza.

Giudaesimo: Il Giudaesimo ed il Cristianesimo, favoriti dai bisogni morali e sociali del popolo, sono due religioni monoteiste che fino a dopo il I secolo furono spesso confuse tra loro dagli storici romani. Inizialmente non riscossero molto successo, per il fatto che entrambe pretendevano possedere l’ unica verità e, inoltre, rifiutavano il culto imperiale, atteggiamento, questo, non accettato dallo Stato. Il Giudaesimo era diviso in diverse sette e, nonostante fosse una religione assolutistica ed intollerante, Erode fece erigere due enormi templi, uno dedicato all’ imperatore Augusto e l’ altro alla dea Roma. Inoltre Augusto e gli altri successori della famiglia Giulio-Claudia onorarono il tempio di Gerusalemme con offerte votive. Ma quando Ponzio Pilato e Publio Petronio, rispettivamente sotto Tiberio e Caligola, vollero erigere in Gerusalemme delle statue dedicate agli imperatori, il popolo si ribellò e ciò non fu possibile. I contrasti tra Roma e la Palestina portarono alla lunga e logorante diaspora degli ebrei, terminatasi solo nel XX secolo.

Cristianesimo: Inizialmente il Cristianesimo fu agli occhi dei romani una nuova setta del Giudaesimo diffusa in Asia Minore, in Grecia ed in Macedonia: infatti alcuni pensieri, come quello della redenzione, erano simili ai culti di Iside e Mitra, presenti in quelle zone. La maggior parte della popolazione era ostile al Giudaesimo e al Cristianesimo, sostenendo che i loro seguaci fossero ora risibili, ( adoravano un asino), ora sanguinari, cioè usassero il sangue dei bambini uccisi in sacrifici per intridere cibi sacri. Claudio, nel 49, espulse gli Ebrei da Roma perché causa di violenze, Nerone invece accusò e perseguitò i Cristiani, ma solamente quelli abitanti in Roma, per aver incendiato la città, quindi per un reato e non per la loro fede. Sotto Nerone i Cristiani erano già numerosi e le persecuzioni successive sotto Domiziano e gli Antonini non furono per motivi teologici, ma perché i Cristiani si rifiutavano di adorare le divinità degli imperatori. Significativa è la lettera che Plinio il Giovane mandò a Traiano per sapere che misure adottare nei confronti dei cristiani del Ponto. L’ imperatore rispose di non perseguitare i cristiani d’ ufficio, poichè non sono delinquenti comuni , ma che essi potevano essere puniti perché il Cristianesimo non era una religione ammessa dallo stato. Le più tarde persecuzioni dei cristiani attuate da Decio, Valeriano e Diocleziano ebbero carattere epurativo. Per quanto diviso internamente, il Cristianesimo si sviluppò nelle province d’ Asia, d’ Africa, in Europa, in Italia, in Grecia e nella valle del Rodano.

Il cristianesimo religione di Stato: Nel IV secolo i culti pagani iniziarono a scomparire e si affermò sempre di più il Cristianesimo, fino a diventare religione di stato. Costantino, durante la sua lotta per il potere, si era appoggiato ai cristiani e aveva chiuso alcuni templi. Tralasciando Giuliano, che aveva ripristinato alcuni culti antichi, tutti gli altri imperatori appoggiarono il Cristianesimo e seguirono un preciso progetto. Teodosio proibì l’ accesso ai templi dall’ anno 390 e le arti divinatorie, mentre Graziano, già con decreto del 379, obbligò a sopprimere tutte le eresie. Così non vi fu più libertà religiosa ed i culti antichi divennero culti demoniaci.

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