La ragazza delle arance

La ragazza delle arance

Mi piacciono molto gli autori scandinavi: immergono i loro racconti in un’atmosfera fiabesca e onirica che fa sognare al lettore un mondo ovattato ma ricco di sentimenti forti e caldi, in contrasto con il paesaggio freddo e spesso innevato in cui sono ambientati.
La ragazza delle arance di Jostein Gaarder (l’autore del più famoso Il mondo di Sofia) non è da meno.

**Attenzione: di seguito viene rivelata, del tutto o in parte, la trama dell’opera.**

Jan Olav è molto malato e sa di dover morire presto. Per questo, decide di lasciare una lunga lettera al suo bambino di 3 anni, facendo in modo, però, che lui la trovi solo quando sarà più grande.
Georg Røed, infatti, la leggerà a quindici anni, quando sua madre nel frattempo si è legata a un altro uomo ed è riuscita a ricostruirsi una vita.

Questa lettera è indirizzata a Georg, ma in realtà è una bellissima lettera d’amore verso la ragazza delle arance, donna di cui lui si innamorò follemente e di cui perse le tracce, finchè non la ritrovò dopo lunghe e difficoltose ricerche.
Il racconto di questa caccia all’amore perduto è intenso e anche divertente quando il giovane Jan Olav si lascia andare a fantasiose elucubrazioni per giustificare alcuni misteri che non riesce a spiegarsi.
In tutto il racconto Jan chiamerà in causa suo figlio e gli porrà degli interrogativi a cui lui cercherà di rispondere.
Fino a quello più importante, su cui Georg dovrà meditare a lungo prima di dare una risposta:

“Immagina di trovarti sulla sogli di questa favola, in un momento non precisato di miliardi di anni fa, quando tutto fu creato. Avevi la possibilità di scegliere se un giorno avresti voluto nascere e vivere su questo pianeta. Non avresti saputo quando saresti vissuto, e non avresti neppure saputo per quanto tempo saresti potuto rimanere qui, ma non si trattava comunque che più di qualche anno. Avresti solo saputo che, se avessi scelto di venire al mondo un giorno, quando i tempo fossero stati maturi, come si dice, o ‘a tempo debito2, allora un giorno avresti anche dovuto staccarti da esso e lasciare tutto dietro di te. Forse questo ti avrebbe ferito violentemente, poichè molte persone pensano che la vita in questa grande favola sia così meravigliosa che vengono loro le lacrime agli occhi al solo pensiero che un giorno debba finire. Può essere tutto così bello qui, che fa un male terribili pensare che prima o poi non ci saranno più altri gironi da vivere. […] Cosa avresti scelto, Georg, se ci fosse dunque stata una potenza superiore che ti avesse lasciato questa scelta. In questo ruolo, nella grande e misteriosa favola, possiamo forse immaginarci una fata cosmica. Avresti scelto di vivere un girono una vita sulla terra, breve o lunga, dopo centomila o cento milioni di anni? […] Oppure avresti rifiutato di partecipare a questo gioco perchè non accettavi le regole?”

** fine dello spoiler **

Un libro commoventeromantico ma anche divertente e ricco di serenità, quella propria di una persona che, pur se sul punto di morire, sa di aver ricevuto dalla vita il dono meraviglioso dell’amore.