La primavera di Dafni e Cloe

La primavera di Dafni e Cloe

Longo Sofista, Dafni e Cloe I, 9-10


Era l’inizio della primavera ed al colmo del rigoglio erano tutti i fiori, quelli dei
boschi, quelli dei prati e quelli dei monti. C’era già ronzio di api, canto melodioso
di uccelli, salti vivaci di agnelli neonati, agnelli saltavano sui monti, sui prati
ronzavano le api, nei boschi cantavano gli uccelli. In tanta atmosfera di gioia che
dominava tutto, in quanto teneri e giovani (i due ragazzi) si davano ad imitare
ciò che vedevano ed udivano: sentendo gli uccelli cantare cantavano e vedendo
gli agnelli saltare saltavano agilmente e per imitare le api coglievano i fiori ed
alcuni se li mettevano in seno, altri intrecciandone piccole corone li offrivano alle
Ninfe. Facevano tutto in comune e pascolavano l’uno vicino all’altro e spesso
Dafni raccoglieva le pecore allontanatesi dal gregge e Cloe da parte sua teneva
lontane le capre più audaci dai burroni; e più volte l’uno badava ad entrambe
le greggi, mentre l’altro era tutto preso nei suoi svaghi innocenti. E i loro svaghi
erano svaghi di pastori e di fanciulli.