La poetica del fanciullino

La poetica del fanciullino

Con Il fanciullino Pascoli delinea la sua poetica, fatta di verginità e meraviglia.

Il testo fu pubblicato per la prima volta sulla rivista fiorentina Il Marzocco nel 1897, poi raccolto nel volume Pensieri e discorsi del 1907.

Per Pascoli il poeta è “l’Adamo che mette il nome a tutto ciò che vede e che sente”, il fanciullino eterno, che vede tutto con meraviglia, tutto come per la prima volta. Il fanciullino è presente in ogni uomo, quando siamo bambini la sua voce si confonde con la nostra, ma quando noi cresciamo, lui resta piccolo, capace ancora di stupirsi per tutto ciò che vede e che sente. 

Il poeta è colui che sa conservare questa meraviglia, e che possiede ancora la facoltà di scoprire la poesia insita nelle cose e sa vedere il nuovo anche nelle cose più umili. La poesia così diventa intuizione momentanea e illuminazione.