LA POESIA D’Annunzio

LA POESIA D’Annunzio

 

A livello poetico si avvicina al simbolismo francese, anche se in modo diverso dal Pascoli. Egli accoglie:

  • l’attenzione prevalente al suono e  al valore fonico della parola;
  • l’aspirazione ad una poesia musicale(come Verlaine);
  • il ricorso a figure retoriche, quali: sinestesia, analogia, allitterazione;
  • il ricorso al verso libero.
  • Non coglie del simbolismo il desiderio di svelare il mistero attraverso la poesia. I simbolisti

ritenevano che solo il poeta fosse in grado di andare oltre le esperienze fenomeniche e di riuscire a cogliere il mistero della natura e le corrispondenze simboliche celate all’uomo comune.

D’Annunzio non arriva a questa profondità conoscitiva, tuttavia c’è un elemento che lo caratterizza e lo avvicina ai simbolisti, anche se in modo superficiale:  il Panismo (= rapporto e compenetrazione con il tutto).

Fin dalle sue prime esperienze “Canto Novo” (raccolta poetica) e  “ Terra Vergine” (prima raccolta di novelle) D’Annunzio scopre il proprio corpo come NATURA e la natura come CORPO. C’è infatti in esse una fisicità immediata. Il tema   “panico” viene affrontato in modo più completo in una raccolta poetica,  “Alcyone” che fa parte delle “Laudi del mare, del cielo, della terra e degli eroi”  ( ossia Maia;  Elettra, Alcyone, Merope).Il progetto dell’opera prevedeva però sette libri, ciascuno con il nome di una Pleiade (postumo fu poi aggiunto un quinto libro, Asterope,

gli ultimi due non furono mai scritti).

Alcyone.  In questa raccolta di liriche troviamo il diario di un’estate trascorsa in Versilia insieme alla grande attrice teatrale Eleonora Duse, che  egli chiamava con il nome di Ermione ( = figlia di Elena di Troia), nome mitico, perché il   mito in questa raccolta è importante.

In “Alcyone” il tema panico viene ampliato, in quanto dal piano fisiologico di “ Canto Novo” e “Terra Vergine” ora egli cerca il  rinvenimento del divino nella natura.

La natura diventa un orizzonte simbolico in cui avvengono i prodigi della metamorfosi, cioè  l’identificazione panica IO/ NATURA comporta il mito  metamorfico

ora della trasformazione dell’uomo in natura

ora della natura in qualcosa di umano.

Nella lirica “La pioggia nel pineto” i due innamorati si trovano a passeggiare nel bosco mentre piove. Si accorgono di non essere più umani, ma “fatti virenti” (verdeggianti), con gli occhi come “due polle d’acqua”, i denti come “mandorle acerbe”, il cuore nel petto come “pèsca intatta”. Il poeta e la donna vivono in questa simbiosi che determina la metamorfosi . In questa simbiosi universale la donna occupa una posizione centrale , infatti il rapporto con la donna è autentico e diventa un momento di questa  metamorfosi universale.

Fuori da questa visione  – cioè nei romanzi  – la donna diventa  o donna fatale o vittima di voluttà e perde autenticità.

La differenza tra D’Annunzio e Pascoli:

  • Pascoli ascolta le voci della natura e coglie al di là di esse il mistero

D’Annunzio si immerge nella natura e in questo panismo rafforza le sue capacità sensoriali, ma non arriva a cogliere il mistero.

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