LA PIOGGIA NEL PINETO FIGURE RETORICHE

LA PIOGGIA NEL PINETO FIGURE RETORICHE

-GABRIELE D’ANNUNZIO


 La struttura

La poesia ha un’evidente struttura musicale e vuol essere la riproduzione o la traduzione in linguaggio umano della musica composta dalla pioggia. Sullo sfondo si trovano i due protagonisti che poi si fonderanno con la natura.

Nella  prima strofa  il poeta invita la donna che è con lui sulle soglie del pineto a tacere per non udire più parole umane ma parole “nuove”  pronunciate dalle gocce e dalle foglie bagnate dalla pioggia. Vi  è poi la caduta della pioggia  sulla vegetazione( tamerici, pini, mirti…) e le due presenze umane sono un elemento alla pari con gli altri  elementi del bosco. La metamorfosi  dei protagonisti inizia già al v.20 (“volti silvani”) e quindi si propone già nella prima strofa il tema panico dell’identificazione del soggetto umano con la vita vegetale.

La seconda strofa ripropone  il tema generale della pioggia che cade sulla vegetazione, distinguendo nella sinfonia generale il suono diverso delle gocce a seconda delle foglie più o meno rade. C’è uno strumento  solista: la voce delle cicale.

Al termine , in simmetria con la prima strofa, il tema panico: il poeta e la donna sono viventi “d’arborea vita “; il volto della donna è molle di pioggia come una foglia ; i capelli profumano come ginestre; Ermione è “terrestre”, cioè scaturisce dalla terra come la vegetazione.

Nella  terza strofa  , mentre lo strumento delle cicale va in calando e poi si spegne del tutto, comincia ad introdursi un altro strumento  solista : il canto roco delle rane.

Il motivo panico non manca neppure qui(”e piove sulle tue ciglia”): le ciglia di Ermione si collocano alla pari delle foglie su cui scroscia la pioggia.

Nell’ultima strofa  si sviluppa pienamente il motivo panico accennato precedentemente in sordina. La donna è quasi “virente”, come una creatura vegetale e sembra uscire dalla scorza degli alberi come una ninfa; il cuore “come pèsca”; gli occhi come “polle” tra l’erba; i denti come “mandorle acerbe”

Metrica .Le strofe sono a metrica libera; i versi sono trisillabi, senari, settenari, ottonari, novenari. Anche la rima è libera: baciata(“silvani/ mani” ai vv.20-21;”leggieri/pensieri “ ai vv. 25-26…)ma vi sono anche rime all’interno di un unico verso (“varia nell’aria” al v.37; “al pianto il canto” al v.41;”più folta men folta” al v.87…)

Figure retoriche. APOSTROFE: “taci”;  ANAFORA con la serie di “piove” e “ascolta”;

       ALLITTERAZIONE-: ”ciel cinerino”, “spirito silvestre”, ”vita viventi”, “limo lontana…

       SIMILITUDINE: vv. 57-58”come una foglia”; vv. 60-61 “come le chiare ginestre”; vv.
      104-105 “come una pesca”;vv. 106-107 “come polle”.; ITERAZIONE : ripetizioni di
       parole e di intere formule (“piove su…”)
       Le iterazioni richiamano l’andamento musicale.