LA PERSECUZIONE E LO STERMINIO DEGLI EBREI

LA PERSECUZIONE E LO STERMINIO DEGLI EBREI

LA PERSECUZIONE E LO STERMINIO DEGLI EBREI


La persecuzione degli ebrei ebbe inizio nel 1933 e si suddivise in tre grandi fasi che riassumo nello schema sottostante:

Fasi del processo Comportamento dello stato nazista Risvolti Economici
Definizione (1933 – 1939) Discriminazione degli ebrei tedeschi ed austriaci Arianizzazione dell’economia del Reich
Concentrazione (1939 – 1940) Reclusione degli ebrei polacchi in ghetti Sfruttamento della manodopera ebraica
Annientamento (1941 – 1945) Eliminazione fisica di tutti gli ebrei nell’Europa occupata Riciclaggio degli effetti personali degli ebrei uccisi

Non dobbiamo però lasciarci ingannare dall’ultima colonna “Risvolti Economici” e pensare che Hitler avesse fatto tutto questo solo per scopi economici, perché di fatto non fu così.

Se infatti in un primo momento, quindi nelle prime due fasi, questo fu un vantaggio per l’economia tedesca, la terza fase richiese uno sforzo economico alle casse statali non indifferente. Ma l’imperativo era “UCCIDERE TUTTI GLI ISRAELITI”, il tutto giustificato con motivazioni ideologiche. Infatti la manodopera qualificata dei ghetti fu mandata, senza esitazioni, alle camere a gas. Il lavoro dei prigionieri non era quindi a scopo produttivo, ma aveva solo il compito di sfinire i detenuti.

I prigionieri assumevano le caratteristiche di ipocrisia, falsità, immoralità e indifferenza che l’ideologia nazista assegnava loro.

Nel 1935 furono promulgate le Leggi di Norimberga che definiva chi fosse da ritenere ebreo. In definitiva era considerato ebreo:

–         chi aveva almeno 3 nonni ebrei;

–         se aveva solo 2 nonni ebrei, veniva considerata ebrea se era iscritta alla Comunità religiosa giudaica;

–         chi, avendo due nonni ebrei, fosse sposato con un ebreo/a.

Inoltre:

–         erano vietati i matrimoni e i rapporti sessuali tra ebrei ed ariani.

La discriminazione trovò attuazione nella Notte dei cristalli: Joseph Goebbels, ministro della propaganda, diede ordine che nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 i militanti delle organizzazioni naziste attaccassero su tutti il territorio nazionale ogni sinagoga, negozio e abitazione ebrea.

Risultato: 36 persone uccise; 101 sinagoghe incendiate e 7500 negozi devastati.

Causa: il 7 novembre un ebreo polacco, Marinus Van der Lubbe, uccise un funzionario dell’ambasciata tedesca di Parigi per protestare contro le violenze che subirono in Germania i suoi genitori.

Conseguenze: gli ebrei furono esclusi dalle scuole e da tutte la manifestazioni di cultura tedesca. Successivamente si procedette all’arianizzazione dell’economia, cioè tutti gli ebrei che fossero titolari di industrie o di un’impresa, furono obbligati a venderle, a prezzi bassissimi, allo stato o ad un ariano.

Precedentemente, nel 1933, gli ebrei furono licenziati dagli impieghi pubblici.

I Ghetti: Successivamente, le autorità trovandosi di fronte ad un numero elevatissimo di persone razzialmente inferiori, decisero di istituire dei ghetti nelle città principali. Alcuni quartieri vennero recintati e questi inferiori furono concentrati in queste zone. Essi non potevano uscire per alcun motivo e il muro era sorvegliato dalla polizia.

All’interno di questi ghetti le condizioni di vita si fecero drammatiche. Sotto il profilo igienico – sanitario trovarono ampia diffusione malattie come il tifo; basti pensare che in un vano erano concentrate 14-15 persone.

Durante l’operazione Barbarossa, mentre l’esercito avanzava in campo russo, le squadre mobili di massacro procedevano a catturare ed uccidere ogni ebreo che fossero riusciti a trovare. Il lavoro che dovevano compiere era orribile. Infatti molti di loro, durante le operazioni, erano sotto l’effetto di alcool o droghe. Essi dovevano uccidere dall’alba al tramonto, letteralmente immersi nel sangue e rischiando il crollo psicologico.

Successivamente Himmler ordinò che venisse trovata una soluzione e si iniziarono a usare le camere a gas.

I campi di sterminio e le camere a gas: non dobbiamo confondere i campi di sterminio con quelli di concentramento. Nei primi gli ebrei che arrivavano venivano subito uccisi,

 nei campi di concentramento venivano fatti lavorare.

Nelle camere a gas era possibile uccidere circa tremila persone in due ore. All’incirca venivano mandati alla morte duecento ebrei al colpo. I campi di sterminio erano considerati catene di morte.

Nei campi di sterminio arrivavano treni pieni di persone da eliminare. Un treno mediamente era lungo dai 30 ai 50 vagoni. Gli ebrei quando arrivavano venivano fatti spogliare e poi mandati nelle camere a gas. Tutta questa operazione durava all’incirca 3 ore. 3 ore per eliminare un numero di persone tale da riempire 50 vagoni di un treno.

Il perfezionamento: I campi di sterminio rappresentarono un perfezionamento nella tecnica di eliminazione ebrea. Chi uccideva riusciva a prendere le distanze dalla vittima riducendo al minimo il proprio coinvolgimento nell’atto diretto dell’uccisione. Questo a favore della ragione e della psiche degli esecutori.

Conferenza di Wannsee: 20 gennaio 1942, era finalizzata a pianificare lo stermino degli ebrei presenti in tutti i territori sotto la dominazione tedesca.

2.2 La deportazione

La deportazione rappresentò il più grande orrore nella storia del ‘900. Per i numeri furono deportati (…) ebrei nei vari campi di concentramenti presenti in Germania, Polonia e Austria.

Gli ebrei venivano preventivamente smistati nei vari campi di concentramento. Successivamente venivano caricati nel treno che portava al campo cui erano destinati. Durante il viaggio, sotto i sole cocente d’estate o nel gelido freddo d’inverno, che durava di solito qualche giorno, alcuni di loro, magari i più deboli o alcuni che si ammalavano, morivano.

Subito, all’arrivo, veniva fatta la prima selezione. Gli affetti da qualsiasi handicap, vecchi, malati venivano subito mandati alle camere a gas. Chi passava la prima selezione veniva spogliato di ogni suo effetto personale, venivano lavati, sottoposti ad un’ulteriore selezione, stavolta fatta da un medico tedesco. I “fortunati” che passava anche questa venivano rasati, marchiati, vestiti con abiti di altri venuti prima di loro, scarpe vecchie e mandati a lavorare nel campo. I lavori potevano variare da costruzione di altri lager oppure per scopi militari.

Non tutti comunque i malati e gli handicappati venivano mandati alle camere a gas, alcuni di questi venivano usati come cavie umane per gli esperimenti dei loro “pazzi” scienziati (v.sotto).

La condizione dei lavoratori: i lavoratori erano sottoposti ad una condizione di vita durissima: sottoposti alle violenze dei guardiani e a un lavoro micidiale. Molti di loro, i più deboli nel fisico o nell’animo, morivano per sfinimento nel giro di qualche mese.

Nel gergo del campo i musulmani erano il prigioniero distrutto dalla fatica, dalle percosse e dalle privazioni, privo di emozioni, pensiero e coscienza. Vengono descritti così: “Sembravano maschere, con uno sguardo strano e le pupille innaturalmente dilatate. Soffrivano di apatia, sonnolenza, rallentamento e indebolimento dei processi vitali”.

I più deboli di spirito se non venivano uccisi dai tedeschi rilasciavano morire, smettendo di mangiare e di bere.

La Zona Grigiaera l’unico modo per sperare di sopravvivere all’interno del campo di concentramento. Era formata da prigionieri che accettavano di mettersi al servizio dei nazisti. Avevano posti d responsabilità ed erano ad un livello intermedio tra tedeschi e detenuti, nei confronti dei quali spesso erano violenti e brutali, più delle SS stesse.


 

Per i numeri si suppone che siano stati uccisi all’incirca 6 milioni di ebrei. La loro provenienza all’incirca è questa:

Polonia                        fino a 3 milioni

URSS                           più di 700.000

Romania                      270.000

Cecoslovacchia          260.000

Ungheria                      più di 180.000

Lituania                        fino a 130.000

Germania                     più di 120.000

Paesi Bassi                  più di 100.000

Francia                       75.000

Lettonia                      70.000

Jugoslavia                 60.000

Grecia                         60.000

Austria                         più di 50.000

Belgio                          24.000

Italia (Rodi compresa)   9.000

Estonia                         2.000

Norvegia                      meno di 1.000

Lussemburgo              meno di 1.000

Danzica                        meno di 1.000

Di queste, più di 800.000 morirono durante la costituzione dei ghetti o per privazioni, oltre 1.300.000 furono uccise nelle “operazioni mobili di sterminio” (fucilazioni di massa o altro), circa 3.000.000 sono scomparse nei campi di sterminio nazisti (1.000.000 solo ad Auschwitz).