LA MORTE DI PATROCLO PARAFRASI

LA MORTE DI PATROCLO PARAFRASI

LA MORTE DI PATROCLO PARAFRASI


PARAFRASI: DA 805 A 857vv.


  • Una vertigine gli tolse la mente, il bel corpo perse vigore,
  • si fermò frastornato: e dietro la schiena l’asta aguzza
  • in mezzo alle spalle, da una distanza ravvicinata, un eroe troiano lo colpì,
  • Euforbo di Pantoo che sui coetanei primeggiava per la sua abilità
  • nello scagliare l’asta, nel correre e nel cavalcare;
  • venti guerrieri gettò giù dai cavalli
  • appena giunse col cocchio ad apprendere l’arte della guerra.
  • Questi per primo a te lanciò l’asta, Patroclo cavaliere,
  • ma non t’uccise, e corse indietro e si mischiò tra la folla,
  • recuperata la lancia dal corpo del nemico di faggio: non seppe affrontarti
  • Patroclo, benché nudo, nella carneficina.
  • Ma Patroclo, vinto dal colpo del Dio e dell’asta,
  • fra i compagni si trasse evitando la Chera.
  • Ettore, come vide il buon Patroclo
  • tirarsi indietro, ferito con l’asta dalla punta di bronzo,
  • gli balzò addosso in mezzo alle file, lo colpì con l’asta
  • al basso ventre: lo trapassò con l’asta di bronzo.
  • Rimbombò stramazzando, e straziò il cuore all’esercito acheo.
  • Come quando un leone vince in battaglia un cinghiale indomabile,
  • – essi superbamente han combattuto sui monti
  • per un piccola pozza d’acqua: volevano bere entrambi –
  • e infine con la sua forza il leone vince l’altro che sta morendo:
  • così Patroclo, che già molti ammazzò,
  • Ettore figlio di Priamo lo privò della vita con l’asta,
  • e gli disse vantandosi parole fuggenti:
  • “Patroclo, tu speravi d’abbattere la nostra città,
  • e alle donne troiane toglierli la libertà,
  • condurle sopra le navi alla tua terra patria,
  • stolto! Per esse i veloci cavalli d’Ettore
  • si tendono sopra i garretti a combattere: io con l’asta
  • sono il più bravo fra i troiani amanti di guerra: e così li difendo
  • dal giorno fatale; ma te qui gli avvoltoi mangeranno.
  • Pazzo! Achille, per forte che sia, non ti potrà proteggere,
  • egli che, forse, restando, a te che partivi raccomandò molte cose:
  • “O Patroclo, cavaliere, non mi tornare davanti,
  • alle concave navi, prima che d’Ettore sterminatore
  • l’insanguinato tunica intorno al petto tu stracci”.
  • Così, certo, ti disse, stolto, e persuase il tuo cuore.”
  • E tu rispondesti, sfinito, Patroclo cavaliere:
  • “Si, Ettore, adesso vantati:
  • a te hanno dato vittoria Zeus Cronide e Apollo, che m’abbatterono
  • facilmente: essi l’arma dalle spalle mi tolsero.
  • Se anche venti guerrieri come te m’assalivano,
  • tutti perivano qui, vinti dalla mia lancia;
  • me uccise un destino fatale e il figliuolo di Latona,
  • e tra gli uomini Euforbo: tu m’uccidi per terzo.
  • Altro ti voglio dire e tienilo a mente:
  • davvero tu non andrai molto lontano, ma ecco
  • ti si avvicina la morte il destino invincibile:
  • cadrai per mano d’Achille, dell’Eacide perfetto”
  • Mentre parlava così la morte lo avvolse,
  • la vita volò via dalle membra e scese nel mondo dei morti,
  • piangendo il suo destino, lasciando la giovinezza e il vigore.