LA MALEDIZIONE DI DIDONE ENEIDE

LA MALEDIZIONE DI DIDONE ENEIDE

LA MALEDIZIONE DI DIDONE ENEIDE


Dopo essere stata abbandonata da Enea, che all’alba è partito con la sua flotta, Didone, sconvolta, è tentata di corrergli dietro, ma poi si rende conto che è troppo tardi. Allora invoca gli déi , il Sole che garantiva la giustizia, Giunone, Ecate, le Furie e “gli déi della morente Elissa” , affinchè siano loro a far pagare l’offesa subita, sia ad Enea sia ai suoi stessi discendenti. Chiede dunque che lui raggiunga la terra che gli è stata destinata, ma che la sua vita sia segnata dalla guerra, che sia cacciato dalle terre, che sia allontanato da Iulo, che implori e veda la morte di molti dei suoi compagni, e che anche dopo aver stipulato una pace ingiusta, possa comunque non trovare pace, e che poi muoia giovane , sulla sabbia senza trovare giusta sepoltura.  Augura inoltre,che la sua stirpe sia segnata dall’odio e dalla guerra con gli altri popoli.
Poi la regina decide di suicidarsi. Prima di far questo, però, allontana la nutrice di Sicheo. Didone, rimasta sola, è agitata e stravolta. Sale i gradini che la conducono alle stanze più interne e sguaina la spada regalatale da Enea.
Qui vede il letto con le vesti di Enea, e le viene da piangere.
Rivede la sua vita passata, e rinnova la maledizione ad Enea e al suo popolo. Si augura che lui, infatti, veda da lontano il rogo e lo consideri un preavviso. Poi si butta sulla spada e muore.
Questo brano è composto da due monologhi i quali, con attenzione, analizzano le emozioni provate da Didone, dopo l’abbandono di Enea.
All’inizio, si vede la protagonista guardare dall’alto il suo amato che salpa con la sua flotta. Da questa scena, nascono due sentimenti caratterizzanti dei monologhi: rabbia e voglia di vendicarsi.
Seguono le immagini di una regina arrabbiata e pentita che maledice l’uomo del quale si era innamorata.
Nel secondo monologo, Didone, si abbandona all’idea della morte poiché pensa che la sua vita senza Enea sia senza senso.
La disperazione della regina é risaltata anche dalla contrapposizione con le azioni di Enea. Egli infatti ,mentre la donna decide di togliersi la vita, è già fuggito.
Inoltre egli preferisce seguire ciò che il Fato aveva in servo per lui e non ciò che i suoi sentimenti gli proponevano di fare.
Nel primo monologo, la maledizione di Didone sembra voler giustificare la futura rivalitá tra Roma e Cartagine.
Nel secondo, la resa della regina di fronte alla morte domina anche sul suo ruolo di sovrana.
Infine, il narratore, sembra partecipare al dolore di Didone.
Nella figura della regina sembra che Virgilio abbia voluto rappresentare la sofferenza di tutti coloro che provano dolore e non vengono consolati.

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