LA GUERRA DEI 100 ANNI
Fin dal XIII secolo i re inglesi erano vassalli dei re francesi in diversi territori della Francia, ma le cose cambiarono presto: l’unità monarchica inglese, determinatasi già nell’XI secolo, si era consolidata e aveva permesso ai re inglesi di intraprendere operazioni di conquista nell’Europa continentale, passando da vassalli a pieni proprietari. Al re di Francia non rimaneva che il dominio di Parigi e i suoi dintorni. La guerra ha una rilevante importanza storica, tale da essere considerata da alcuni storici, riferimento per la conclusione del Medioevo, infatti, nasce in Francia il primo Stato moderno. Esso è caratterizzato dall’accentramento del potere nelle mani del re, dal ridimensionamento del potere dei nobili e dalla creazione di istituzioni pubbliche permanenti e da una burocrazia organizzata. La guerra dei cent’anni fu un conflitto tra il Regno d’Inghilterra e il Regno di Francia che durò, con alcune interruzioni,116 anni (dal 1337 al 1453). Rappresentò un elemento di grave rallentamento nel processo di formazione unitaria della nazione francese. Il conflitto si concluse con l’esclusione degli Inglesi da tutto il territorio francese, tranne dalla cittadina di Calais, che si trova nel nord del Paese. Essa segnò l’apice delle tensioni tra Francia e Inghilterra, che già persistevano e che continuarono anche nei secoli successivi. Il conflitto si divide in tre fasi: Prima: (1337-1360) Seconda: (1369-1389) Terza: (1415-1429) A queste si aggiunge la fase conclusiva della guerra (1429-1453).
Motivazioni e precedenti
Prima ancora che la guerra vera e propria avesse inizio, il rapporto tra i vassalli inglesi e i re francesi sfociò in conflitto quando Filippo II di Francia (1165-1223), cominciò ad impegnarsi in un tentativo di unificazione monarchica del territorio francese, a danno dei possedimenti feudali inglesi in terra di Francia. Gli Inglesi apparivano preoccupati per le pressioni esercitate da Filippo nei confronti della regione delle Fiandre, da sempre una riserva commerciale per i sovrani inglesi, che di fatto ne avevano il controllo e in cui esportavano ingenti quantitativi di lane grezze prodotte in patria.
Nel 1302, nella battaglia di Courtrai, cittadina situata nelle Fiandre Occidentali, in cui si trovarono di fronte le milizie delle città fiamminghe, insorte contro il dominio di Filippo IV, succeduto a Filippo II, si assistette alla sconfitta della cavalleria francese, determinata in gran parte dall’inadeguatezza delle tecniche di guerra, ancora feudali. Nel 1284, Filippo IV continuò la politica unitarista intrapresa accorpando alla corona di Francia il Regno di Navarra, collocato nei Pirenei. Nello stesso anno, il matrimonio con Giovanna I di Navarra portò ai francesi i territori di Champagne e Brie, adiacenti all’ÃŽle-de-France, dove sorgeva Parigi. Il monarca continuò il suo progetto annettendo al Regno di Francia tutti i territori papali, confiscando anche i beni ecclesiastici delle abbazie. Ciò determinò l’ostilità di papa Bonifacio VIII.
Quando Filippo IV cercò di annettere al suo Regno anche i feudi inglesi presenti sul territorio francese, derivò la rivalità di lunga durata che sfociò nella guerra dei cent’anni. L’Inghilterra, a differenza della Francia, nacque già nel 1066 come stato unitario in cui tutte le terre erano sotto il controllo del re ed il potere dei vassalli era relativamente debole. Questa unità politica permise ai monarchi inglesi di dedicarsi ad azioni di conquista su larga scala all’estero e di ampliare notevolmente i propri possedimenti al di fuori dei confini originari del regno. Nel 1152 Enrico II prese in sposa Eleonora d’Aquitania, ottenendo in dote l’immenso feudo francese, mentre, sul fronte interno, tentò di rafforzare il proprio controllo sulla Chiesa, non facendosi scrupolo di assassinare Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, colpevole di aver ostacolato il suo ridimensionamento dei privilegi ecclesiastici (1170). Il figlio di Enrico II, Giovanni senza terra, invece, lottò in Francia per difendere i possedimenti inglesi in Normandia, ma fu sconfitto e dovette fronteggiare il malcontento dei nobili. Così fu costretto a cedere notevoli poteri al parlamento, emanando la Magna Charta (1215).
Nei cinquant’anni precedenti lo scoppio della guerra dei cent’anni, Edoardo I intraprese campagne di conquista in Galles ed in Scozia, sottomettendoli. Gli scozzesi, tuttavia, guidati da William Wallace e da Robert Bruce, si ribellarono e sconfissero le truppe di Edoardo II nella battaglia di Bannockburn (1314). Il Galles, invece, grazie ad un’opera massiccia di fortificazioni, fu mantenuto saldamente dagli Inglesi. Queste due guerre contribuirono a formare quegli arcieri che permisero all’Inghilterra di dominare i campi di battaglia nella prima fase della guerra dei cent’anni. Dal punto di vista istituzionale, l’autorità del re d’Inghilterra era più debole e nello stesso tempo più forte di quella del re di Francia. La debolezza risiedeva nei forti poteri del parlamento mentre la forza era dovuta alla rete capillare di funzionari regi, detti sceriffi, che controllavano il territorio. Il peso della nobiltà nell’esercito, inoltre, era relativamente basso, poiché si preferiva che i feudatari inviassero al sovrano contributi in denaro piuttosto che contingenti di cavalieri.
L’inizio della guerra dei cent’anni
In seguito ad intricate vicende dinastiche, il trono francese si trovò ad essere conteso tra due pretendenti, i due nipoti di Filippo IV: Filippo di Valois, figlio di Carlo di Valois, ed il re d’Inghilterra Edoardo III, figlio di Isabella di Francia. Grazie al sostegno dei grandi feudatari di Francia, Filippo poté cingere la corona e inaugurare la dinastia dei Valois. Ma Edoardo III non si arrese: lui stesso si proclamò legittimo successore al trono francese e, con una dichiarazione di battaglia feudale, mosse guerra ai francesi. Un altro importante motivo di contesa era ancora il controllo delle Fiandre, territorio legato storicamente all’Inghilterra, finanziarono la rivolta scoppiata proprio nelle Fiandre contro i francesi. A ciò si aggiunga la confisca, da parte di Filippo VI, dei feudi inglesi nella Francia settentrionale, colonizzati secoli prima dal normanno Guglielmo I d’Inghilterra, primo re d’Inghilterra della dinastia dei Normanni. L’inizio delle ostilità fu totalmente a sfavore dei francesi: l’esercito inglese, dominato dalla presenza dei famosi arcieri inglesi muniti d’arco lungo, sconfisse la cavalleria pesante feudale francese meglio equipaggiata, ma indisciplinata. Eroina della guerra fu la leggendaria Giovanna d’Arco, giovane contadina, che sentendosi ispirata da una forte spiritualità , decise di guidare i contadini a combattere contro gli Inglesi. Era il 1429 quando catturata fu accusata di stregoneria e arsa al rogo. Durante la guerra i feudatari di Francia si schierarono alcuni con il re e altri con l’Inghilterra, in base alle convenienze e alle parentele (orleanisti, armagnacchi, borgognoni). In seguito a molte battaglie, vittorie e sconfitte, gli Inglesi persero la guerra e fu firmata la Pace di Arras (21 settembre 1435): Carlo VII, “re di Francia”, convocò una riunione ad Arras per stipulare gli accordi e costituire il Regno di Francia. Trattato di Picquigny: il 29 agosto 1475, Luigi XI, re di Francia, ed Edoardo IV, re d’Inghilterra, si riunirono, con le loro rispettive corti, a Picquigny, per firmare il trattato che avrebbe messo fine alla guerra.
Evoluzione delle tecniche di guerra
Militarmente, la guerra vide la nascita di nuove armi e nuove tattiche, le quali segnarono l’abbandono degli eserciti organizzati su base feudale e incentrati sulla forza d’urto della cavalleria pesante.
Sui campi dell’Europa Occidentale videro la luce eserciti professionali, per la prima volta dai tempi dell’Impero Romano. Si trattò del primo conflitto in cui si usarono le armi da fuoco. In particolare, le bombarde fecero la loro prima comparsa su suolo francese nel corso della battaglia di Crécy, tra le file inglesi. L’arma protagonista delle prime battaglie del conflitto fu l’arco lungo inglese (longbow), arma con una gittata utile di novanta metri e con la quale tutti i sudditi del Re d’Inghilterra avevano l’obbligo di esercitarsi. Le armature dei cavalieri divennero più resistenti con la sostituzione di lamelle alle maglie.
Tali modifiche sostanziali aumentarono notevolmente il costo degli equipaggiamenti. Nella battaglia di Crésy furono gli Inglesi che per primi usarono le armi da fuoco sparando alcuni colpi. Le nuove artiglierie a polvere pirica subirono veloci innovazioni tecniche, per cui, le prime armi da fuoco, dette a trabucco, con un alzo minimo e per colpi sparati in direzione orizzontale, furono utilizzate contemporaneamente a quelle più moderne per il lancio di proiettili lungo traiettorie paraboliche. Non è, tuttavia, da sottovalutare l’impatto che le armi da fuoco ebbero sulla concezione della guerra, sul modo di combattere, di organizzare e di finanziare le spedizioni e sulla preparazione degli eserciti. La fine dei particolarismi tipici del Medioevo dava vita a nuove realtà istituzionali, come i Comuni in Italia, oppure gli stati nazionali nel resto d’Europa. Le nuove esigenze economiche, sociali, culturali mossero cambiamenti significativi che aprirono la strada all’era moderna.