LA GIOCONDA DESCRIZIONE

LA GIOCONDA DESCRIZIONE

LA GIOCONDA DESCRIZIONE


La Gioconda è senza dubbio il quadro più famoso di Leonardo da Vinci e uno dei quadri più famosi al mondo. Molti artisti ne hanno fatto delle copie o si sono comunque ispirati ad essa per le proprie opere. Già ai tempi di Leonardo il dipinto era considerato un capolavoro; Raffaello, per esempio, ha eseguito dei disegni e un quadro che la ricordano da vicino. In Italia si preferisce chiamarlo “La Gioconda”. All’estero si conosce meglio col nome di “Monna Lisa”,(come lo intitolò Giorgio Vasari, nel 1550).

Conservato al Museo del Louvre di Parigi è un piccolo quadro dipinto ad olio su legno di pioppo con dimensioni di 77 x 53 cm. L’opera non è firmata, ma ne è stata riconosciuta l’ indiscussa appartenenza al celebre Leonardo. Nonostante non ci siano documenti che l’attestino è databile intorno ai primi anni del 1500. Leonardo non lo considerò mai un dipinto terminato e lo tenne sempre con sé senza mai consegnarlo al committente e senza mai separarsene fino alla sua morte.  La composizione del quadro è tipicamente rinascimentale e la sua bellezza giace nello sfumato, una particolare tecnica di pittura o olio creata da Leonardo.  Il dipinto è un ritratto di una giovane donna a mezza figura dal sorriso e dallo sguardo enigmatico che si trova seduta in una posizione elevata rispetto allo sfondo, costituito da un paesaggio, quasi diviso in due piani dalla figura stessa della donna, con picchi e rocce scoscese, strade, fiumi sinuosi, vegetazione rada, laghi e un ponte. Tra la figura femminile e il paesaggio esiste un rapporto intimo basato sul fondamentale concetto leonardesco della continuità e della sintonia tra le parti dell’universo e in particolare tra uomo e natura. La bellezza della Gioconda non va ricercata nei suoi lineamenti facciali, ma nell’armonia degli elementi pittorici, nell’originalità meravigliosa dell’insieme e di ogni singolo particolare, nella distribuzione dei colori e nel perfetto accordo sorriso-paesaggio, che emana una sensazione misteriosa e irreale, come una sfida all’intelligenza e allo spirito di chi l’osserva. Il dipinto della Gioconda è forse l’opera più enigmatica della storia dell’arte. L’identità del soggetto rimane ignota e c’è ancora chi si chiede di chi sia il ritratto. E molte sono le ricerche che hanno tentato e tentano di ricostruire il paesaggio che fa da sfondo al dipinto.  Ma chi è questa donna di cui tutti conoscono il volto, gli occhi e l’enigmatico sorriso?

Molti storici dell’arte, antiquari, scrittori, hanno offerto molte teorie, spesso contraddittorie, sull’identità della donna ritratta. Il mistero della creazione e l’identità della Gioconda rimane sfuggente come il suo sorriso. Da una recente ricerca basata su documenti dell’archivio di Stato di Firenze condotta da uno studioso fiorentino, Giuseppe Pallanti, risulta che La Gioconda sia proprio esistita e conferma le testimonianze del Vasari, primo biografo del celebre pittore, secondo il quale la Gioconda era Lisa Gherardini, seconda moglie del ricco setaiolo fiorentino Francesco Del Giocondo. Giuseppe Pallanti racconta nel suo libro Monna Lisa mulier ingenua che Monna Lisa visse realmente tra Firenze, città che le diede i natali nel 1479, e in luoghi come il Chianti, Greve, Panzano, San Donato in Poggio, Castellina, dove si trovavano molti poderi di sua proprietà. La famiglia del Giocondo aveva molti legami con i Medici e con Leonardo. Pare che il padre di Leonardo, notaio più importante di Firenze, e che si prodigava per trovare committenti al figlio, ebbe tra i suoi clienti proprio i Del Giocondo. Inoltre risulta che Leonardo visse in Santissima Annunziata, proprio dove i Del Giocondo avevano la cappella di famiglia e dove la donna presumibilmente si recava spesso a pregare. Questa affermazione quindi conferma l’intuizione di Giorgio Vasari che, per primo, nelle ”Vite” (1550), chiamò ”Monna Lisa” l’enigmatico capolavoro. Ma un riferimento ad una signora fiorentina risale già dal 1517 ed è di Antonio de’ Beatis. Lasciò un racconto del suo soggiorno in qualità di visitatore dell’ultima dimora di Leonardo a Cloux menzionando un certo quadro che aveva visto nello studio dell’artista accennandone come al ritratto proprio di una dama fiorentina. Molti sono gli storici dell’arte che sono d’accordo nel riconoscere in questo ritratto la fiorentina Lisa Gherardini, Ma alcuni sostengono che il quadro fosse stato ordinato non dal marito di Lisa, Francesco del Giocondo ma da Giuliano dei Medici, il suo amante.  Altri storici vedono nella Gioconda un ritratto di Isabella d’Este di Ferrara e riconoscono che il suo profilo, disegnato da Leonardo, ricorda curiosamente la Gioconda. Secondo altri si tratterebbe del ritratto di Isabella Gualandi, gentildonna napoletana favorita di Giuliano dei Medici, figlio di Lorenzo Il Magnifico.

Altri attribuiscono il volto alla romana Cecilia Gallerani, oppure il ritratto di altre disparate cortigiane o prostitute. Un’altra ipotesi nasce dalla poesia di uno scrittore ischitano, Enea Iorpino, il quale fa menzione di uno splendido quadro dipinto la Leonardo suggerendo che a fare da modella fosse stata la propria mecenate, Costanza d’Avalos, la Duchessa di Francavilla. La storia però è dubbia poiché all’epoca la donna in questione avrebbe avuto circa 45 anni e Leonardo avrebbe dovuto ringiovanire il volto, ipotesi non valida per il fatto che si ribellava ad ogni forma di coercizione. Un’altra recente ipotesi sull’identità della Gioconda è stata formulata da una storica dell’arte tedesca, Magdalena Soest, che dopo una lunga ricerca è arrivata alla conclusione che la modella ispiratrice del quadro sarebbe Caterina Sforza Riario(1463-1509), duchessa di Forlì. Una donna soprannominata la Tigressa. La storica dell’arte ha messo a confronto la Gioconda con un quadro della stessa epoca dipinto dall’artista Lorenzo Credi e raffigurante proprio la duchessa di Forlì. Dal confronto, secondo la Soest, è emerso che sono identiche le fattezze del viso, le dimensioni delle labbra, del naso e degli zigomi. L’unica cosa che diverge è l’età della donna.

Secondo la tesi sostenuta da molti studiosi e da una serie di documentari che la BBC dedica al genio di Leonardo da Vinci la Gioconda era incinta e il ritratto era tanto caro a Leonardo perché la donna e il paesaggio alle sue spalle riflettevano le teorie di Leonardo, sul ruolo fondamentale della donna nella creazione e sull’importanza dei corsi d’acqua nella formazione della Terra. Un docente dell’Università di Yale, Sherwin Nuland fa notare la posizione le mani sul ventre adagiate tipica delle donne in avanzato stato di gravidanza. Nick Rossiter, produttore e regista afferma che la Gioconda venne realizzata tra il 1502 e il 1503 e i registri dei battesimi recentemente ritrovati a Firenze rivelano che nel dicembre 1502 Lisa, terza moglie del ricco mercante Francesco del Giocondo, mise al mondo il secondo figlio, una bambina. E se nel dipinto Leonardo avesse cercato di rappresentare la donna perfetta, un’ immagine idealizzata della fantasia? Freud ipotizzò che Leonardo avesse dipinto un ritratto postumo della madre Caterina, oppure una visione ideale attinta dalle immagini del proprio subconscio. Il Marchese di Sade descrisse la Gioconda come l’essenza stessa della femminilità e riteneva che vi fosse ritratta una figura immaginaria e fantastica.  Intorno al quadro ci sono altri misteri: se era stato commissionato perché non fu mai consegnato? Leonardo lo tenne sempre con sé senza mai separarsene fino alla sua morte. Cosa strana per un artista della sua epoca che non manteneva generalmente il possesso delle sue opere. L’attaccamento di Leonardo alla Gioconda non è ancora stato spiegato: forse ritrae una donna amata, o forse riteneva di avere qui raggiunto la pienezza dei suoi intenti pittorici o al contrario non essendo soddisfatto prolungo a lungo il lavoro e lo terminò solo alla morte del committente. Oppure chi ha commissionato il ritratto non lo volesse più.  Interpretazioni più azzardate cercano di evidenziare una somiglianza tra il volto della Monna Lisa e quello di Leonardo. E’ intrigante pensare ad un autoritratto. E se Leonardo avesse voluto prendersi gioco de posteri? Fu un appassionato di enigmi e amava gli scherzi innocui. Gli piaceva circondarsi di segreti e misteri facendo leva sul lato enigmatico della sua personalità. Il sorriso di Leonardo rappresenta ciò che ci si aspetterebbe da Leonardo. La tesi è suffragata soltanto da una poco attendibile sovrapposizione a computer di un autoritratto del pittore e della Gioconda, che sembrerebbero coincidere.

L’enigma resta avvolto nel mistero e forse non avremo mai la certezza sull’identità della Gioconda. Forse proprio questo mistero che l’avvolge la rende ai nostri occhi ancora più affascinante

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