LA FRANCIA DI MAZZARINO E LA FRONDA 1648-1652

LA FRANCIA DI MAZZARINO E LA FRONDA 1648-1652


Alla morte di Richelieu (1642) e di Luigi XIII (1643), con Luigi XIV minorenne, la Francia fu retta dalla regina-madre Anna d’Austria, e il governo del regno fu guidato dal Cardinal Mazzarino.

La reggente e Mazzarino continuarono la guerra antiasburgica intrapresa da Richelieu fino alla vittoria finale.

Ma i costi della guerra imponevano un inasprimento fiscale che condusse alla rivoluzione e a una gravissima crisi interna. Nella rivoluzione (che fu denominata “Fronda”) si manifestarono l’opposizione popolare al fiscalismo ma anche l’opposizione nobiliare alla politica accentratrice e assolutistica di Richelieu e di Mazzarino.

La Fronda fu scatenata nel 1648 dal Parlamento di Parigi (formato da nobili di toga) che contestava l’inasprimento della Paulette; fu subito seguita dalla rivolta della popolazione parigina, che protestava contro le tasse e la crescita dei prezzi di prima necessità. Il cardinal Mazzarino e la famiglia reale furono costretti ad abbandonare la capitale a rifugiarsi in Germania. Mazzarino comunque accolse alcune richieste dei parlamentari e riuscì a sedare la loro rivolta, quando scoppiò la Fronda dei principi, ossia la rivolta delle grandi famiglie aristocratiche, che non accettavano il ridimensionamento politico dell’aristocrazia.

La Fronda però era divisa: i parlamentari, il popolo e i principi avevano obiettivi diversi e contrastanti, e anche tra le grandi famiglie aristocratiche c’erano le tradizionali aspre rivalità. Mazzarino, giocando su queste divisioni e rivalità, potè costituire un esercito fedele alla monarchia e sconfiggere i rivoltosi. Nel 1652 la Fronda era finita e Mazzarino, la reggente e il re rientravano trionfalmente a Parigi.