LA FIGURA DELLA DONNA NELL’ILLUMINISMO

LA FIGURA DELLA DONNA NELL’ILLUMINISMO

In questo post parleremo della figura della donna nel 1700, durante il periodo chiamato Illuminismo.

La donna dell’Illuminismo, più istruita delle sue antenate, non vuole essere relegata in posizioni secondarie, ma vuole partecipare ai Lumi e non rimanere estranea al suo secolo.
E’ una grande lettrice di romanzi, trattati di educazione, riviste, scritti filosofici e libri di storia. Mentre la lettura maschile è segno di attività intellettuale, la lettrice è considerata una persona oziosa: ciò avviene perchè la donna viene meno al suo ruolo tradizionale, perchè ruba il tempo che dovrebbe dedicare alla direzione della sua casa, al marito e ai figli. La lettura femminile, inoltre, è pericolosa: la donna vuole diventare sapiente, vuole prendere il posto dell’uomo, vuole lasciarsi andare al sogno ed all’abbandono.
Parlando della donna del ‘700, viene subito in mente l’immagine di questa figura al centro del salotto, circondata da nobili, letterati, borghesi e uomini di scienza di ogni nazionalità. La direzione di questi incontri è affidata a lei, in quanto è attenta, intelligente ed in grado di sostenere una conversazione. I salotti sono quindi un luogo di promozione femminile, e possono essere visti come uno dei primi segni dell’evoluzione nei rapporti fra i due sessi.
I primi approcci alla scrittura furono la corrispondenza, gli appunti presi sui libri letti, ed diario intimo. Tutto ciò dà ad alcune donne il desiderio di rendere pubbliche le proprie opere, e, in tutti i paesi, il numero delle pubblicazioni femminili aumenta nel secolo diciottesimo.Tranne le sovrane o alcune amanti di re, come la famosa Madame Pompadour, le donne sono escluse dalla politica del potere, ma questo non impedisce loro di partecipare alla vita pubblica del loro Paese.
Per quanto riguarda invece le donne dei ceti popolari, queste sono sempre in prima fila nelle sommosse. Diderot ritiene la parola cittadino un sostantivo maschile, e donne e bambini sono cittadini solo in qualità di membri della famiglia di un uomo. Nelle folle di insorti le donne hanno il loro ruolo e sono a capo di numerose sommosse. Quando i partigiani della casa d’Orange di Rotterdam si ribellano nel 1784 contro i patrioti, tra i sobillatori c’è una venditrice di frutti di mare, Kaal Mussel.
Il 5 ottobre 1789 sono le parigine che vanno a cercare Luigi XVI a Versailles, e, nel 1795, sono ancora loro le più violente che predicano la rivolta. Il primo maggio 1795, organizzano le prime manifestazioni incitando gli uomini a unirsi a loro, mentre le autorità scrivono che le donne svolgono la funzione di “seminatrici di zizzania”, e i deputati vietano loro di assembrarsi nelle strade in numero superiore a cinque.In Francia, le donne frequentano le assemblee politiche, formano dei club femminili in cui si leggono giornali, decreti dell’Assemblea, si discute di politica e non si esita ad informare delle proprie opinioni i rappresentanti della Nazione.
Il salotto parigino di Madame Roland è frequentato da tutto l’ambiente patriottico, e lei non si accontenta di ricevere ma anima le discussioni ed esercita una influenza sugli invitati.Un ritratto particolarmente interessante è quello della donna della società futura.
Americane e francesi rifiutano l’immagine di civetta, unicamente preoccupate dei loro gioielli, e insistono sull’importanza dell’istruzione che svilupperà ed assicurerò loro l’indipendenza. I loro uomini devono volgere uno sguardo alle loro compagne, devono apprezzarle per le loro qualità.
Le donne italiane, invece, rivendicano il diritto ma anche il dovere di “partecipare alla cosa pubblica”. Ma per la società la repubblicana è prima di tutto una madre di famiglia, il cui compito essenziale è di allevare i figli per farli diventare buoni cittadini