LA CROCIATA DEI BAMBINI riassunto

LA CROCIATA DEI BAMBINI riassunto

LA CROCIATA DEI BAMBINI riassunto


Se le Crociate, dopo la Prima, fallivano, non sarà stato perchè esse erano affidate ai Signori, ai potenti ed ai ricchi? Questo dubbio cominciò a circolare per l’Europa tra il primo ed il secondo decennio del ‘200, accompagnato da una inevitabile deduzione: solo i poveri, i deboli e gli innocenti sono degni, agli occhi di Dio di compiere l’impresa di salvare i simboli della fede, Gerusalemme ed il Santo Sepolcro. E chi più di ogni altro incarna queste virtù se non i bambini? Perciò nessuno si sorprese quando nella Primavera del 1212 un pastore di 12 anni, Stefano di Cloyes, si presentò al Re di Francia, Filippo Augusto, dicendogli che Cristo gli aveva ordinato di predicare una nuova Crociata. Il sovrano gli disse di tornare a casa, ma Stefano non si lasciò distrarre dal suo obiettivo ed iniziò a predicare ai suoi coetanei in giro per la Francia. Il male, diceva, si sarebbe aperto davanti a loro e sarebbero arrivati a piedi al Sepolcro di Cristo. Partenza fissata per la fine di Giugno da Vendome. All’appuntamento si presentarono più di 10000 e si misero in marcia per Marsiglia. Molti morirono di stenti per la strada, altri tornarono indietro, ma molti giunsero a Marsiglia ed attesero a lungo che il mare si aprisse. Poichè questo non accadeva, due mercanti: Ugo il Ferro e Pietro il Porco, si offrirono per portarli gratis in Terra Santa con 7 navi. I bambini si imbarcarono e di loro non si seppe più nulla. Dopo 18 anni, un superstite del viaggio raccontò che, avvertiti dai mercanti, al largo della Sardegna li aspettavano i Saraceni ai quali i bambini furono venduti come schiavi. Nello stesso periodo Stefano trovò un emulo in Germania. Si chiamava Nicola ed anche lui era certo che il mare si sarebbe aperto, questa volta a Genova. Condusse perciò i suoi seguaci attraverso la Svizzera e l’Italia del Nord in un viaggio terribile. Anche a Genova però il mare rimase immobile e questo lo indusse a trasferirsi prima a Pisa e poi a Roma, dove il papato si limitò a dirgli di tornare a casa. Si lasciarono convincere ma solo pochissimi riuscirono a tonare a casa e fra questi non ci fu Nicola.

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