La Costituzione Italiana

La Costituzione Italiana

La Costituzione Italiana


La Costituzione della Repubblica Italiana entrò in vigore il primo gennaio del 1948.
Fu stilata e approvata dopo un lungo lavoro di elaborazione condotto dall’Assemblea Costituente e dopo un dibattito culturale e politico che coinvolse l’intero Paese. L’Italia era reduce da una dittatura, quella fascista, durata un ventennio e da una guerra terribile che aveva ridotto la nazione allo stremo. Dopo il referendum del 1946, che aveva sancito la fine della monarchia, occorreva risollevare il Paese dalle macerie e costruire la nascente Repubblica su basi nuove e solide.
Andavano soprattutto ricostruite, in un paese preda di forti divisioni ideologiche e sociali, le regole della convivenza civile su cui edificare il nuovo Stato.

Le forze che si dedicarono alla redazione della Costituzione furono quelle che uscirono vincitrici dalla lotta di Resistenza: i partiti di sinistra e il partito cattolico. Tre anime, infatti, si distinguono nell’elaborazione del testo costituzionale: quella socialista, quella cattolica e quella liberale.

La Costituzione della Repubblica Italiana contiene 139 articoli e 18 disposizioni transitorie e finali. Dopo l’enunciazione dei Principi fondamentali (articoli 1-12) segue la prima parte, che si occupa di Diritti e doveri, articolata in Rapporti civili (articoli 13-28), Rapporti etico-sociali (articoli 29-34), Rapporti economici (articoli 35-47) e Rapporti politici (articoli 48-54). La seconda parte si occupa dei complessi meccanismi che regolano l’Ordinamento della repubblica, cioè le funzioni del Parlamento, del Presidente della Repubblica, del Governo, della Magistratura, di regioni, province e comuni, nonché delle garanzie costituzionali.

La Costituzione Italiana è un documento che possiede valore giuridico. Le leggi approvate dal Parlamento debbono essere coerenti col suo dettato, altrimenti vengono dichiarate incostituzionali. La Costituzione Italiana possiede un carattere che, tecnicamente, viene definito “rigido”, in contrapposizione ai testi costituzionali detti “flessibili”, in quanto per modificare la nostra Costituzione occorre seguire una procedura molto più elaborata di quella seguita per le leggi ordinarie. Ciò rappresenta una garanzia per i cittadini, i cui diritti non sono più alla mercé degli umori di qualsivoglia maggioranza governativa.

Lo studioso può indicarci, come antecedenti storico-culturali della Costituzione Italiana, la Dichiarazione d’Indipendenza americana del 4 luglio 1776, redatta da Thomas Jefferson, che sancisce l’indipendenza dei diritti umani fondamentali dallo Stato, e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (Francia, 1789), che accoglie la concezione della separazione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario), enunciata da Montesquieu ne Lo spirito delle leggi. La separazione dei poteri è importante perché impedisce che qualcuno si arroghi un potere assoluto.

La Costituzione riconosce i diritti umani più importanti: libertà di pensiero, di religione, di associazione, di stampa, di movimento, libere elezioni con voto segreto. Tutela le minoranze linguistiche, riconosce il diritto al lavoro, stabilisce l’uguaglianza dei cittadini e si impegna a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico, sancisce la parità uomo-donna, riconosce il diritto di sciopero.
Stabilisce il primato della politica sull’economia e della solidarietà sul profitto economico individuale.
In sintesi, la Costituzione stabilisce le regole del gioco democratico, all’interno del quale i cittadini esercitano la loro libertà.

Nonostante sia stata promulgata più di sessant’anni fa, sono pochi i cittadini che conoscono, anche solo per sommi capi, il testo costituzionale. Soprattutto le giovani generazioni, quelle che dovrebbero raccogliere il testimone e garantire la compiuta realizzazione della Repubblica, la piena modernizzazione dell’Italia e il suo maturo allineamento alle democrazie più evolute del pianeta, sembrano disinteressarsene, in questo condizionate dalla cultura dominante, ripiegando sul privato e su una visione della vita limitata dall’apatia, dall’indifferenza e dal culto dell’interesse immediato.

Eppure interessarsi di politica significa occuparsi della polis, ossia dei problemi della città e della comunità e quindi, anche secondo l’ottica dell’interesse personale, significa curare al meglio i propri stessi affari, contribuendo a migliorare la qualità della vita quotidiana, anche della propria. Soltanto conciliando le proprie personali esigenze con l’interesse generale è possibile infatti il raggiungimento da parte di tutti di quella sicurezza e di quel benessere materiale e spirituale che soltanto le comunità ordinate e solidali possono garantire.

Oggi soprattutto la Costituzione è fatta oggetto di attacco da parte di forze che la vogliono piegare agli interessi delle aziende e del mercato. In nome della globalizzazione e della competizione economica si vogliono erodere i diritti dei lavoratori. Il profilarsi di pericoli pur minacciosi, come il terrorismo internazionale, induce molti a chiedere, in nome della sicurezza, il restringimento delle libertà individuali; la guerra, ripudiata dalla nostra Costituzione, viene ancora usata forse con troppa leggerezza come strumento di soluzione dei conflitti internazionali.
Sono tutte questioni che richiedono la vigilanza dei cittadini e il confronto serio e attento col dettato costituzionale.

Certo, anche la Costituzione non è un documento immodificabile, un totem da adorare e da non sottoporre ad esame critico. Senza entrare nel merito di delicate questioni giuridiche, che non vanno affrontate senza la dovuta preparazione, una revisione che sappia rendere più efficiente e veloce il funzionamento dello Stato, in linea con le esigenze dei cittadini e anche delle aziende, può essere, secondo il parere di molti esperti accreditati, accettata. Si tratta soprattutto di modificare la seconda parte della Costituzione, mediante un accordo politico il più ampio possibile. Si tratta delle cosiddette Riforme Istituzionali.

Detto ciò, va ribadita l’attualità della Costituzione, la sua ancora incompleta attuazione, il suo intatto valore etico, la sua validità nell’orientare i nostri comportamenti rispetto alla comunità nazionale, la famiglia, la scuola, il rispetto per l’ambiente, la libertà, l’uguaglianza, la valorizzazione della scienza e delle arti.
La Costituzione suggerisce un concetto di politica, ispirato ai valori dell’onestà e della competenza, che sia servizio verso il cittadino e non esercizio oppressivo del potere. Ideali più che mai attuali. I giovani rappresentano la più grande speranza per la realizzazione di tali ideali.

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