LA CIVILTÀ MICENEA
I Micenei erano una popolazione indoeuropea che iniziò a stanziarsi nel continente greco dal II millennio a. C. Sulla popolazione micenea regnava un sovrano detto wannax, accanto al quale stava un capo proveniente dall’aristocrazia militare. Fra le autorità vi era inoltre una classe sacerdotale. Attorno al palazzo c’erano i damoi, le comunità di villaggio dove viveva il demos, il popolo, composto da contadini e artigiani. I personaggi più importanti della comunità del villaggio erano i basileis, capi dei diversi gruppi gentilizi, che prendevano le decisioni di interesse pubblico riunendosi in un consiglio degli anziani chiamato Gerusia. Nei micenei solo il wanax, il braccio destro del re e i sacerdoti avevano il privilegio di poter disporre di un appezzamento di terra senza alcun limite. Ciò che restava del territorio era pubblico e veniva assegnato ai privati secondo diverse forme di concessione che obbligavano il ricevente a determinati servizi o pagamenti in natura, parte dei quali spettava al palazzo.
La fine della civiltà micenea fu improvvisa e definitiva. Attorno al 1.200 a. C. le principali città micenee vennero distrutte e date alle fiamme. Gli archeologi hanno ritrovato delle tavolette di Lineare B nella città di Pilo. In queste tavolette, giunte fino a noi grazie alla cottura per l’incendio della città, leggiamo che il pericolo veniva dal mare. Proprio in questo periodo molte civiltà vennero distrutte, o subirono un forte rallentamento, per via dell’invasione dei cosiddetti “popoli del mare“.