LA CIOCIARA TRAMA

LA CIOCIARA TRAMA

Alberto Moravia

INDICE LIBRI

Analisi dei personaggi:

Cesira: è una delle due protagoniste della vicenda ed è anche la narratrice. E’ una ciociara, cioè originaria della provincia romana e contadina, che si sposa giovane con un vecchio commerciante, possidente di un negozietto nella capitale. Non si sposa per amore ma rimane sempre una moglie fedele ed onesta. Dal matrimonio ha una figlia, Rosetta, che alleva con tanto amore. Dopo la morte del marito Cesira si occupa del negozio e continua una vita abbastanza agiata. Quando comincia la guerra si dedica per un po’ alla borsa nera poi, quando la situazione comincia a diventare più pericolosa, si trasferisce in periferia con la figlia. Cesira è una donna forte, che non si lascia scoraggiare dalle difficoltà ed è sempre pronta ad agire. Forse questo è dovuto alle sue origini di ciociara e al fatto di non essere mai stata “adagiata sugli allori”, ma di avere sempre avuto una vita attiva. Il suo animo è semplice, ma allo stesso tempo conoscitore degli animi altrui e di ogni persona riesce a dare una descrizione interiore e a capirne i sentimenti. La sua mente è aperta a tutte le novità e capace di sfruttare ogni occasione, forse perché in lei c’è la tenacia contadina, per le origini, e la acutezza cittadina, per aver vissuto tanto in città. La sua è una visione puramente terrena, realistica, in cui lo spazio pre la religione è poco.

Rosetta: è la figlia di Cesira. E’ una ragazza giovane e, a differenza della madre, inesperta del mondo siccome è sempre stata protetta da Cesira che l’ha sempre allevata all’onestà e all’innocenza, mandandola a studiare in un convento di suore. E’ una fedele cristiana e considera la religione una fra le cose più importanti, al contrario della madre, accanto alla famiglia. Ella, infatti, ogni volta che ha bisogno di aiuto, si ferma a pregare e a chiedere aiuto a Dio. Questa sua “santità” però è data dall’inesperienza e dall’ingenuità, tanto che ella non avrà mai un ruolo decisivo e importante nel romanzo se non quando subirà una violenza da parte di alcuni marocchini. A causa di questo trauma la ragazza è dovuta crescere troppo velocemente senza lasciare spazio alle esperienze, così Rosetta si lascerà andare e non iuscendo a reagire e diventando una prostituta.

Michele: è un giovane che le due donne conoscono sulle montagne nella periferia romana. E’ molto istruito, ha frequentato le scuole fino all’università dove si è laureato in lettere è pure stato per un periodo di tempo in seminario ma poi se ne è andato. E’ un antifascista convinto, è molto coerente con le sue idee, pensa che la guerra sia una barbarie, e si schiera apertamente di fronte a tutti coloro che non la pensano come lui. Michele si affeziona molto a Cesira e Rosetta e resta sempre con loro durante tutto il giorno e insieme parlano, discutono, fanno lunghe passeggiate per i monti. Purtroppo un giorno durante la ritirata nazista, Michele viene catturato e costretto a mostrare ai militari tedeschi un sentiero che potesse portarli al sicuro. Dopo questo episodio si saprà che il ragazzo è stato ucciso. Ma questi rimarrà sempre nel cuore delle due donne grazie alle grandi lezioni di vita che ha dato loro.

Filippo: è il padre di Michele e si può subito notare come sia totalmente diverso dal figlio. Filippo si vanta di non essere fesso perché è fesso chi crede ai giornali, paga le tasse, va in guerra, e magari muore. Si nota subito come sia disprezzato dal figlio per questo. Egli non ha un’idea precisa su ciò che sta succedendo a causa della guerra se non che per lui c’è un periodo di difficoltà particolari. E si può dire che questo suo atteggiamento sia un po’ simbolo di ciò che tutti gli altri che si sono rifugiati sulle montagne. Filippo è ansioso della venuta degli inglesi che avrebbero riportato l’abbondanza, ma nello stesso tempo non si espone mai contro i tedeschi e cerca sempre di stare dalla parte dei più forti per non avere delle gravi conseguenze.

Concetta e la sua famiglia: questi personaggi rappresentano tutti coloro che nella guerra trovano pane per i loro denti. Questo perché essi sono dei delinquenti e la guerra dà loro l’opportunità di agire indisturbati contro la povera gente e di non pensare che al proprio interesse anche a costo della vita degli altri. Se possiamo dire che la gente normale abbia la possibilità di ritrovare il modo per cambiare alla fine di quel periodo di devastazione che è la guerra e, seppur sia sconvolta, di cercare di trarre qualcosa da ciò che è accaduto, questi trovano nella violenza il loro ambiente naturale e la guerra non serve se non ad aumentare il lato negativo che c’è in loro.

Tema principale

La guerra è la vera protagonista di questa opera: come viene sentita e vissuta da chi non la combatte direttamente come fanno i soldati. La guerra coinvolge tutti: porta carestia, povertà, morte. Non tutti però capiscono cosa sia in realtà: lo capisce Michele che è istruito e Concetta perché ha vissuto in città, dove si è più a contatto con questa truce realtà. Ma la gente della montagna, come Filippo, non riesce a comprenderla. Ai loro occhi lo scenario è più o meno questo: sulla terra italiana si scontrano due eserciti stranieri: da una parte i forti tedeschi, che tengono in mano il paese e, seppur antipatici, vanno temuti e rispettati perché detengono il potere; dall’altra gli inglesi, che si battono per mesi con scarsi risultati, fino a diventare una vana speranza il loro arrivo. All’arrivo degli inglesi ci si aspetta di trovare abbondanza, pace e soprattutto libertà, ma non è così: le forze inglesi sono stremate e impoverite dopo i lunghi combattimenti e l’unica cosa che possono fornire è il desiderio di rinascita e di voglia di riscatto che dovrebbe animare il popolo italiano per poter risollevarsi nel dopoguerra. Ma nessuno può prevedere la guerra: Cesira, che credeva di averne colto tutti gli aspetti, si deve ricredere dopo l’aggressione subita dalla figlia. Dopo essere scampati dalle atrocità della guerra, l’unica cosa da fare è vivere la vita, che è l’unica possibile da vivere, anche se questa è dolorosa, sempre meno che la guerra.