La cicala e il grido del cielo

La cicala e il grido del cielo

PARAFRASI

Franco Marcoaldi


Sei la colonna sonora dell’estate
però non ti ho mai vista in faccia.
Pratichi il mimetismo e se qualcuno
si avvicina al tuo ricovero
taci di colpo, per sottrargli traccia.
Il tuo rumore è rauco, lento,
cadenzato; quasi raspassi il sole
in un giorno ideale da bucato.
Ché appena arriva l’ombra
il tuo tamburo ammutolisce,
le lamine vibranti giacciono inerti:
il paesaggio non respira più,
grido del cielo che svanisce.
Quella sgradita sinfonia
che sgorgava dalla terra screpolata
martellando il cervello
nell’ora più accaldata,
ora mi manca. Il tuo silenzio
pare un avvertimento:
l’ombra ha trionfato sulla luce
e si riaffaccia lo sgomento.


Fonte:https://ripassofacile.blogspot.com/2020/11/la-cicala-e-il-grido-del-cielo-analisi.html

PARAFRASI

Il tuo canto risuona per tutta l’estate, ma non sono mai riuscito a vederti. Ti nascondi mimetizzandoti e se qualcuno passa vicino alla tua tana di colpo smetti di cantare, così da non far capire dove sei.  

Il suono che produci è basso, lento e ritmico, come se in un giorno ideale per stendere i panni tu graffiassi la superficie del sole. Perché appena il sole va via il tuo canto si ammutolisce, le lamine della tua bocca che vibrano per produrre il suono si fermano: il paesaggio sembra non respirare più (perché il suono ritmato della cicala è simile al ritmo del respiro) e il rumore che sembra provenire dal cielo (perché si sente ovunque) svanisce. Quel rumore fastidioso, che usciva dalle crepe del terreno e martellava il mio cervello nelle ore più calde della giornata, ora mi manca. Il tuo silenzio sembra un avvertimento, sembra voler dire che le tenebre hanno prevalso sulla luce e torna la tristezza.