LA CAPRA di UMBERTO SABA PARAFRASI
Ho parlato ad una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d’erba, bagnata
dalla pioggia, belava1.
Quel belato monotono era legato
da un rapporto di affinità2 al mio dolore. E io risposi,
prima per scherzo3, poi perché il dolore è eterno,
ha una sola voce e non cambia.
Questa voce la sentivo4
gemere5 in una capra solitaria.
In una capra dalla fisionomia ebraica6
sentivo lamentarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
1-Le pecore e le capre belano. Il loro verso è il belato.
2-Fraterno, che deriva da fratello, è più intenso che affine.
3-Celia vuol dire scherzo.
4-Sentiva è una forma antica, infrequente, per sentivo.
5-Lamentarsi.
6-La capra ha dei tratti che Saba riconosce come semiti, ebraici, senza implicazioni razziali ma con un valore solo visivo.
PARAFRASI 1
Ho parlato a una capra, era sola su un prato, era legata. Sazia d’erba, era bagnata dalla pioggia, belava. Quel belato continuo era simile al mio dolore. Ed io risposi, prima per scherzo, poi perché il dolore è eterno, ha una sola voce che non cambia. Questa è la voce che sentivo nel lamentarsi di una capra solitaria. In una capra dai lineamenti semiti sentivo il lamento di ogni altro male e di ogni altra vita.
PARAFRASI 2
Ho parlato con una capra. Era legata in un prato ed era sola. Aveva appena mangiato, era bagnata per la pioggia e belava.
Il suo belato mi sembrava fosse solidale con il mio dolore. E io ho risposto, prima per scherzo, poi perchè il dolore è eterno, ha una voce sola ed è uguale per tutte le creature.
Sentivo questa voce gemere nel verso di una capra solitaria.
In una capra dal viso simile a quello degli ebrei (per via della barbetta forse) sentivo il lamento di tutti i mali, di tutte le vite.