LA CAPINERA DI GIOVANNI PASCOLI PARAFRASI

LA CAPINERA DI GIOVANNI PASCOLI PARAFRASI


Parafrasi:
Il tempo sta cambiando: Stasera
l’acqua vuole venire in ruscelli
questo è annunciato dalla Capinera
tra gli albatri e gli avornielli:
tac tac.
Mammina dai capelli biondi, non mettete
ai bambini i vestiti per uscire
Restate a casa, perchè l’acqua è vicina:
ascoltate tra i pini e gli allori:
tac tac
Anche la capinera nel nido tiepido
alleva i suoi quattro piccoli:
per questo ripete il suo grido,
guardando il suo nido fatto di crini:
tac tac
Già ha visto una nuvola sul mare
e sotto ad esse le gocce che cadono a dirotto
presto vedrà tremare tutto il bosco,
covando tra il vento e la notte:
tac tac


Il componimento poetico, scritto da Pascoli all’inizio del nostro secolo, rivela fin dai primi versi
l’ambientazione rurale che il poeta scelse per l’intera raccolta cui il testo appartiene. Si rivela subito
fondamentale da un punto di vista simbolico il riferimento al quadro di campagna e la descrizione
d’elementi semplici e umili del paesaggio, poiché se da un lato emerge il timore fanciullesco di
Pascoli verso la vita cittadina, dall’altro traspare la sua concezione della poesia che si distacca
dalla tradizione classica, trovando ispiranti e poetici non solo temi aulici, ma anche le piccole cose
della natura. Ecco infatti, che un anonimo volatile come la capinera diventa il fulcro tematico della
poesia affiancato da un altro elemento naturale quale la pioggia. I numerosi termini del lessico
botanico sono qui presentati dal poeta con una precisione scientifica che ne testimonia l’adesione
alla corrente del positivismo. La capinera stessa, gli albatri, gli avornielli, i pini, gli allori, i crini sono
esempi della minuziosa ricostruzione del paesaggio attraverso cui egli riesce a giungere
all’essenza vera e propria delle cose.!
L’avvicinarsi dell’acquazzone che minaccia la tranquillità dell’ambiente descritto, viene annunciato
con un grido ripetuto dalla pronta capinera che funge da vedetta per gli altri abitanti del bosco.
Anche la madre, altra protagonista simbolica della poesia, è avvertita dall’uccello del pericolo che
incombe e ammonita a rimanere con i figlioli all’interno del nido domestico.!
Il suono prodotto dal verso dell’animale è espresso dal poeta con l’uso dell’onomatopea tac-tac
situata alla fine d’ogni quartina in una posizione di assoluta rilevanza metrica, che può essere
considerata anche come un’anafora. Da un punto di vista fonico inoltre sono rimarcabili sia
l’allitterazione della lettera s nel primo verso che quella della a nel v.3. Esaminando ulteriormente il
testo, si notano sia le rime alternate, sia i versi novenari, talora legati da enjambement come tra i
vv. 1-2 in cui si evidenzia la portata dell’evento, o tra i vv.3-4, come anche tra i vv. 11-12. La
sintassi è paratattica e vi sono numerose inversioni dell’ordine usuale della frase come l’iperbato
nel v.2 vuol l’acqua venire per l’acqua vuol venire; oppure nel v.3 l’annunzia la capinera con lo
scambio soggetto-verbo, o ancora le due anastrofi soggetto-attributo nei vv 6 (bionda mammina) e
11 (tiepido nido). L’unica metafora notevole si trova alla fine del secondo verso poiché per indicare
la notevole quantità di pioggia che sta per cadere sulla zona, il poeta utilizza l’espressione l’acqua
venire a ruscelli. Altre figure retoriche sono presenti al v.8, al v.17 e al v.13, rispettivamente due
metonimie, in cui l’acqua e le gocce sostituiscono la pioggia, e un’impersonificazione, in cui la
capinera viene resa capace di emettere un grido, quasi fosse un essere umano. Fondamentale per
la comprensione del componimento è riuscire a cogliere l’analogia sottintesa tra la bionda
mammina e la capinera. Entrambe sono figure materne che si prendono cura dei loro figli,
costituendone apparentemente l’universo degli affetti. Infatti, l’immagine del nido (parola chiave
della poesia) è caratterizzata in entrambi i casi dall’assenza della figura paterna, scelta forse
condotta dal poeta con chiaro riferimento alla sua reale esperienza, senza però che questo
comprometta la sicurezza e il tepore che essa esprime. Tuttavia mentre l’animale riesce subito ad
avvertire il pericolo e custodisce gelosamente il nido, la madre è esortata dal poeta a proteggere i
figli, affidandosi al segnale rivelatore della capinera. Se la pioggia può essere intesa
metaforicamente come raffigurazione di tutti i pericoli che il mondo esterno presenta, allora il nido
è un luogo ideale di estrema protezione e sicurezza. Sarà quindi dall’alto del suo rifugio che la
capinera osserverà la scena circostante, costituita da elementi inquietanti, come il bosco tremare o
tra il vento e la notte, espressioni utilizzate da Pascoli ancora una volta per evidenziare il contrasto
tra i due mondi: quello della casa, degli affetti e della serenità, e quello esterno, pericoloso e
minaccioso.