ITALO CALVINO

ITALO CALVINO

Attraverso di lui si vede l’evoluzione del romanzo del Novecento.

Prima fase: narrativa neorealistica

La prima strada tentata da Calvino è quella de’ “Il sentiero dei nidi di ragno” del 1947, romanzo vicino al neorealismo. Il neorealismo, in letteratura,  è la ricerca di un linguaggio nuovo per esprimere la Resistenza.

Nel romanzo, Calvino resta lontano da tentazioni ideologiche e propagandistiche, tanto è vero che sceglie come protagonista, un ragazzetto, Pin, che concepisce la vita come un’avventura..

Egli proviene dal sottoproletariato cittadino, (è cresciuto nei vicoli della città vecchia di Sanremo), è fratello di una prostituta, e, benché l’ambiente lo abbia reso smaliziato, mantiene un suo fondo di candore e di ingenuità.

Tutto il romanzo, quindi, si gioca attraverso gli occhi di un bambino, perciò quest’opera è incentrata sui temi  della favola e del mito, tanto è vero che la pistola che il bambino ruba ad un amante tedesco della sorella, viene nascosta  nel bosco dove sono i nidi di ragno.

Il bosco è l’ambiente tipico della fiaba.

Il romanzo, inoltre, connota un impegno ideologico da parte di Calvino, che vede nella Resistenza un momento di riscatto, di cui però non vuole dare un’immagine edulcorata e oratoria. Non rappresenta i partigiani come i migliori, ma partigiani come uomini con i loro vizi e le loro bassezze; ci rappresenta partigiani senza coscienza di classe, perché non vuole descrivere  l’eroe socialista come fecero tanti scrittori della Resistenza. Quello che importa , però, è che anche chi si è gettato nella lotta senza un vero perché, aveva in sé un’elementare spinta di riscatto umano.

La brigata partigiana è descritta , oltre che con gli occhi di un bambino, anche con gli occhi di due commissari che appartengono al direttivo della Resistenza, inviati a perlustrare la brigata.

Alla fine si arriva a questa conclusione: sia i fascisti che i partigiani combattono con lo stesso furore, ma gli uni sono nel giusto perché combattono per un’umanità nuova, gli altri non combattono per modificare, per riscattarsi, ma per perpetrare una condizione di schiavitù, perciò sono destinati alla sconfitta.

Nel “ Sentiero” appaiono in germe le due direzioni che Calvino seguirà nel suo percorso letterario degli anni successivi: il  realismo e la dimensione  fantastica.

Seconda fase : narrativa fantastica- allegorica

Nei primi anni Cinquanta, invece, Calvino sceglie di puntare decisamente sulla componente fantastica  della sua ispirazione.

Abbiamo la trilogia :”I nostri antenati”. Attraverso i protagonisti dei tre romanzi che la compongono, Calvino vuole rappresentare allegoricamente determinati aspetti della condizione umana. Il titolo allude al fatto che le vicende narrate in queste opere, sia pur nel loro impianto fiabesco collocato in un vago passato, hanno uno stretto legame con il presente e con i suoi problemi

Nel 1952 esce” Il visconte dimezzato”. Il visconte Medardo di Terralba ,durante la guerra contro i Turchi a fine Seicento, viene diviso in due da una palla di cannone: ne nascono due personaggi opposti, il Buono e il Cattivo, che incorrono in varie avventure, l’uno compiendo sistematicamente il bene, l’altro il male, finché un intervento chirurgico non li riunisce di nuovo in una sola persona.

L’autore vuole rappresentare un tema ricorrente nella letteratura otto e novecentesca, quello del “doppio”, alludendo alle componenti contrastanti della personalità umana. L’idea di fondo, però, è che solo  attraverso la scissione si può acquistare una più profonda conoscenza della realtà: al termine della vicenda il visconte, di nuovo unificato, può valersi dell’esperienza delle sue due metà separate.

Nel 1956 esce “Il barone rampante”, che si richiama al racconto filosofico settecentesco ed illuministico, di cui Voltaire aveva fornito gli esempi più rilevanti. (In particolare con Candido)

Il barone Cosimo Piovasco di Rondò, nel 1767, a dodici anni, in seguito a uno scontro con il padre autoritario, decide di salire sugli alberi e di non discenderne più per il resto dei suoi giorni. Riesce tuttavia ad organizzare perfettamente la propria esistenza e a condurre una vita a suo modo “normale” e operosa: non si isola, infatti, dal mondo, ma al contrario continua a partecipare alla vita che si svolge intorno a lui, collaborando con i suoi interventi a renderla migliore. La scelta di Cosimo è una metafora della condizione dell’intellettuale: questi ha bisogno di guardare la realtà da una posizione di distacco per poterla osservare e capire meglio, nonché per restare libero, per non farsi imprigionare da condizionamenti esterni.

Nel 1959 compare infine “Il cavaliere inesistente”, che si rifà invece al modello del romanzo cavalleresco (Ariosto).

Ambientato all’epoca di Carlo Magno e narrato dalla monaca Teodora, (che alla fine  si rivela non essere altri che l’eroina Bradamante), il breve romanzo segue le avventure di un cavaliere, Agilulfo, che non ha corpo e si riduce ad una vuota armatura

E’ la metafora di un’astratta razionalità, incapace di collegarsi con la dimensione fisica dell’esistenza, con la realtà concreta, e che per questo va incontro alla sconfitta: Agilulfo, infatti, si suicida, sfasciando l’armatura

Strutture  narrative limpide, chiare; linguaggio essenziale. La struttura della favola  e del racconto fantastico non ha mai per Calvino un significato di evasione, ma è sempre uno strumento per misurarsi, mediante un ironico straniamento, con il reale. Sul piano delle tecniche del racconto il distacco ironico si esprime nella scelta di adottare un punto di vista marginale, che assume un valore straniante: tutti e tre i romanzi sono raccontati non da un narratore onnisciente e nemmeno dai protagonisti in prima persona, ma da un narratore testimone che ha nella vicenda un ruolo secondario, il nipote del visconte Medardo, il fratello di Cosimo e suor Teodora.

Tra il 1952 e il 1956 il gusto fiabesco di Calvino prende ancora corpo in dieci racconti dedicati a Marcovaldo, un manovale di origine contadina, che con la sua famiglia si trova inserito nell’alienante città industriale moderna .

Le storie di Marcovaldo affrontano un problema  reale e urgente in quegli anni : l’impatto devastante che la seconda  rivoluzione industriale aveva sul tessuto sociale di un’Italia ancora contadina.

A queste storie, Calvino ne aggiunse poi altre dieci, raccogliendole nel volume “Marcovaldo ovvero le stagioni in città” (1963)

Nel corso degli stessi anni Cinquanta Calvino non abbandona però il filone per così dire realistico.

La speculazione edilizia”(1957) è dedicato al boom delle costruzioni che proprio in quel periodo deturpava la riviera ligure; “La nuvola di smog”(1958), affronta la realtà industriale, la devastazione operata dall’industria sull’ambiente. Questo filone realistico culmina con il breve romanzo “La giornata di uno scrutatore”(1963). Il protagonista, Amerigo Ormea, durante le elezioni politiche del 1953,è scrutatore in un seggio collocato all’interno del Cottolengo, e si scontra così con il mondo della sofferenza, della degradazione dell’uomo a livello subumano.

Terza fase : fase del Post- moderno

Il trasferimento a Parigi nel 1964 mette Calvino direttamente a contatto con la cultura francese.

A Calvino ora il cosmo si presenta come una combinazione di eventi possibili. La scienza non rivela certezze, ma semplicemente mette a nudo dei problemi, ne deriva un senso di estrema relatività.

Ecco allora che cerca di scrivere romanzi che rappresentino questa visione combinatoria del mondo.

Nel 1965 pubblica “ Le cosmicomiche”. Si tratta di una serie di racconti che traducono in forma narrativa ipotesi scientifiche sull’origine e l’organizzazione del cosmo, sui corpi celesti, sull’evoluzione della vita. Lo scenario è quello di un universo che non ha ancora visto la comparsa dell’uomo, ma le entità che lo compongono assumono forme umanizzate. Il comico scaturisce dall’attrito che si crea tra le complesse, severe teorie scientifiche e le situazioni quotidiane in cui esse si traducono.

La voce narrante in tutte queste storie è un personaggio denominato Qfwfq, che assume le più varie fisionomie e si è trovato presente nei più diversi momenti dell’evoluzione del cosmo, quindi può parlare come testimone diretto.

Nelle opere successive: “Il castello dei destini incrociati “(1969), “Le città invisibili” (1972),”Se una notte d’inverno un viaggiatore” (1979) Calvino s’interessa soprattutto della  combinatoria narrativa, cioè come si combinano i fatti nella scrittura. Le storie vengono costruite secondo un’architettura che può essere quella del gioco degli scacchi, del gioco con le carte ( i tarocchi), del gioco del caleidoscopio e del labirinto.

Il suo modello è Borges.