INFERNO CANTO TERZO ANALISI

INFERNO CANTO TERZO ANALISI

INFERNO CANTO TERZO ANALISI


Virgilio in questo canto nomina nuovamente le “genti dolorose”, gli stessi “spiriti dolenti” del canto I, e dice che ” hanno perduto il ben de l’intelletto” per farci intendere che hanno preso una via diversa da quella che porta a Dio e, allontanandosi da Lui, sono automaticamente lontani dall’intelletto, dalla ragione.
Attraverasando il vestibolo infernale, Dante comincia a sentire dei lamenti e, nonostante il buio o semibuio, riesce ad intravedere delle anime nude: inizialmente prova pietà per loro, mettendosi anche a piangere ma, quando Virgilio parlerà di loro, cambierà completamente atteggiamento. Queste anime nude sono gli ignavi e vengono delineati da Virgilio nei versi 34-42:sono i vili che non hanno mai scelto di stare da una parte o dall’altra, che non hanno mai scelto nè il bene nè il male, che sono rimasti nel mezzo e quindi non meritano alcuna misericordia. Oltre a questi vi sono gli angeli neutrali, che non parteggiano nè per Dio nè per Lucifero: vennero espulsi dal Paradiso e gettati nell’inferno, ma questo stesso non sapeva cosa farne di loro e li relegò ai suoi confini. Questi angeli non furono “creati da Dante di propria autorità”, come affermò il Gingùenè: il poetà infatti adottò questa idea degli angeli neutrali da alcuni teologi antichi, e specialmente da Clemente Alessandrino.
Per gli ignavi viene applicata la legge del contrappasso: la pena corrisponde per somiglianza o opposizione al peccato che la origina. Essi, che non hanno mai seguito un ideale, ora corrono dietro una bandiera che mai si ferma e, dato che non furono mai stimolati a fare delle scelte e non vollero mai farne alcuna, ora sono si stimolati, ma da vespe.
dopo aver lasciato gli ignavi, Dante e Virgilio arrivano alla riva di un “gran fiume”, l’Acheronte, il fiume infernale. Qui le anime vengono trasportate all’altra sponda da Caronte, il traghettatore infernale, personaggio della mitolgia classica. Quando questi vede Dante, inizialmente si pone in modo brusco e, credendolo un uomo smarrito, gli comanda di andaarsene, ma poi, vedendo che non andava via, pensò che era proprio lui l’uomo che per grazia divina doveva fare quel viaggio e, cambiando tono di voce, gli disse che ” per passare” fra i morti, doveva “andare a piaggia per altre vie, per altri porti”, e non in quel luogo; e per mezzo di un “legno più lieve”, e non per quello suo.

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