INFERNO CANTO III
DIVINA COMMEDIA – CANTO III
Il mondo del male è ridotto ad una selva; l’immagine su cui Dante costruisce la SIMILITUDINE delle tre fiere.
Dante, con una perizia tecnica, utilizza nel verso 36 una PARONOMASIA. (fui per ritornar più volte volto) (mi voltai più volte)
Nei versi (32 e 42) si utilizzano FRANCESISMI come a la gaetta pelle (gaietta, screziata, variopinta).
La LONZA (31-43vv): rimanda al tema dell’amore, al tema della poesia amorosa che attraverserà tutta l’opera. Questo non esclude altri significati simbolici, infatti ve n’è uno politico-sociale, in quanto la lonza rappresenta Firenze e la borghesia.
La lussuria della lonza è in stretta connessione con altre motivazioni, oltre a quella fisica, come i dati culturali. Rappresenta anche la libertà di pensiero e per questo a salvare Dante e l’umanità del ‘300 sarà inviato un poeta: Virgilio.
Il LEONE nei versi 44 e 48 è la belva meno delineata. Il leone rappresenta la superbia feudale o la bestialità del regno di Francia.
Il bersaglio principale è la LUPA (vv 49-60, 88-111) che rappresenta l’avarizia universale e mercantile fiorentina, nonché malizia della corte papale.
Nel verso 52 si trova un PLEONASMO (questa = è superfluo perchè nel versetto c’è già il soggetto)
Nei versetti 100-111 si trovano molte CITAZIONI e SIMBOLI che sottolineano una caratteristica centrale del personaggio della lupa, cioè in avarizia come manifestazione della malizia. Per es. (dopo aver mangiato ha più fame di prima) ( si accoppia a tanti animali diversi) ecc ecc
Il male di cui Dante ci parla è un male morale. Male che colpisce le persone e le istituzioni: Comune – Chiesa – Sistema Feudale – Classi Sociale – Ceto Colto.
Le risposte che l’umanità si pone devono essere a livello morale e fornite da un saggio ( 73-75)
La scelta ricade giustamente su VIRGILIO, giustificata sul piano personale e culturale e ricade anche sul piano dell’intera umanità trecentesca.
Il singolo individuo può uscire dal vicolo cieco del peccato (13-30) ma viene subito frustrato dalla vita peccaminosa.
È quindi necessario l’uso rigoroso della ragione (67-87, 112-120), purchè quella ragione sia sorretta dalla grazia divina.
Dante dice che Virgilio fu offerto a lui. L’intervento di Virgilio sulla sorte di Dante avviene nel momento opportuno per pura grazia divina. Con questi elementi si contribuisce ad attribuire l’immagine di grande saggio a Virgilio, collocandolo in un “passato mistico”, cioè nell’età dell’oro del mondo pagano.
E’ un saggio che conosce tutto (82-84-91-111-112-120-127-129) e che sa trasmettere tutto a tutti (85-87). La proposta di salvezza passa attraverso la via evangelica francescana e la via dell’Impero.
Ma passa anche attraverso la cultura e la conoscenza di ciò che è bene e ciò che è male.
Non può esserci la salvezza del singolo senza quella dell’intera umanità. Appare quindi nella Commedia la profezia di un salvatore politico. Però bisognerà aspettare il Paradiso perchè la profezia si chiarifichi, in quanto è la sede della verità rivelata.
Il VELTRO di cui parla Dante che dovrà sconfiggere questa lupa, cioè il male, è un riformatore, un personaggio forte, forse politico o religioso, non viene specificato, ma che saprà opporsi alla lupa, la stanerà e la sconfiggerà. Il termine veltro identifica un cane da caccia.
E’ chiaro il riferimento ad una riforma di povertà evangelico francescana (110-115), promossa dal potere imperiale (106-111).L’ambito morale-religioso si preciserà sempre meglio come ideale basato sul pauperismo (103-105-106) come restaurazione della Chiesa Evangelica che deve essere lontana dal potere e nutrirsi di sapienza, amore e virtù (104).
L’ambito politico (70-71-73-75-106-108-124-129) senza il quale il singolo non può effettuare il viaggio che lo condurrà verso il Paradiso, sarà quello della civiltà cortese del passato e del futuro, garantita dall’Impero.
I temi
Dante come nuovo Enea (portatore di idee)
Portatore di idee conformi al volere di Dio. La profezia non è puntale, anzi, Dante sembra che voglia renderla meno precisa.
Diventerà lo strumento dell’Impero della giustizia, manifestazione sulla terra dell’ordine universale.
Attraverso Dante si potrà risalire dai singoli fatti fino ai grandi disegni celesti.
La commedia è il mezzo per esprimere questo messaggio:
1. Dante rappresenta se stesso in quanto peccatore, ma anche l’umanità corrotta del suo periodo;
2. Dante è sia protagonista sia narratore
3. In quanto uomo ha bisogno di una guida
4. In quanto poeta e narratore ha bisogno della guida di un poeta sapiente
5. Il narratore non espone idee proprie, ma verità assolute con fine educativo, cioè riguardanti il piano morale ma anche il piano della scienza e politica
6. Le posizioni ideologiche sono quelle a cui Dante è giunto: per dire l’opera si può leggere come risultato dell’evoluzione dell’iter letterario.
7. Dalla presenza di Virgilio, dalla sua presentazione delle tesi culturali come verità assolute, deriva anche l’investitura di Dante come profeta-poeta. Egli cioè deve svolgere nei confronti di tutta l’umanità lo stesso ruolo che i profeti hanno avuto nei confronti di Israele. Come i profeti biblici erano poeti e cantori, così quest’opera è stata affidata ad un poeta che, come Virgilio, è saggio. La rivelazione della verità avviene secondo le modalità della poesia profetica. Ai versetti (vv 101-111) troviamo la profezia, piuttosto oscura.
Ai versetti (vv 31-54 riferimento alle fiere ) (vv 1-3 selva oscura) (vv 13-18 colle giunto e valle e poi i raggi del pianeta) (vv 60) la dove l sol tace = la selva oscura) ci accorgiamo di METAFORE ALLEGORICHE. Mentre ai versetti (vv 100-102) (vv 109-111) il tono è angosciato. Virgilio può svolgere il ruolo di mediatore nei confronti della poesia poetica perchè nell’immagine che il Medioevo aveva creato di lui, il poeta era profeta del cristianesimo (4° Egloga) (6° Eneide)
8. Siccome la realtà morale e politica contemporanea si pone come negativa, deriva la necessità di uscirne, necessità di un viaggio.
Narratività
Superamento di un’esperienza soggettiva: Dante deve rendere conto di ciò che sta vivendo.
Sul piano linguistico
Nei primi 12 versi si trova una reduplicazione di parole: anominazione per intensificare le sensazioni vissute.