INDRODUZIONE AL MEDIOEVO

 INDRODUZIONE AL MEDIOEVO

Periodo tra età classica ed età moderna, convenzionalmente posto tra la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.) e la scoperta dell’America (1492). Solitamente connotato in maniera negativa soprattutto nel Settecento, il Medioevo non è ancora stato rivalutato pienamente nonostante gli sforzi più recenti degli storici che vi vedono non un periodo “oscuro” ma un interessante periodo di trasformazioni che hanno portato l’Europa ad essere quello che è oggi.

 

  • LE FORZE COSTITUTRICI DEL MEDIOEVO

 

  1. Tradizione romana (legislazione, burocrazia, ordine)
  2. Novità germanica (abilità militare, invasioni)
  3. Chiesa cattolica (collante tra le prime due: mette al sicuro e protegge opere e tradizione romana dai Germani invasori; si adopera per convertire i barbari; offre un segno di unità nella diversità).

A queste forze interne all’Occidente si aggiungeranno poi due forze esterne, l’Impero romano d’Oriente (o bizantino, con capitale Costantinopoli) e l’influenza degli Arabi (dalla fine sec. VII).

In Italia si distingue tra ALTO MEDIOEVO e BASSO MEDIOEVO (con punto di svolta intorno al Mille). Nella storiografia anglo-sassone si preferisce dividere il medioevo in tre fasi (early – high – late Middle Age).

 

  • IL CRISTIANESIMO: LE CHIESE EPISCOPALI E IL MONACHESIMO DELLE ORIGINI sec. IV – VI.

 

Il Cristianesimo che si stava organizzando aveva mantenuto le strutture amministrative dell’impero che si stava dissolvendo.

  • CRISTIANESIMO E EUROPA.

Portò ad una unica fede e si attuò per due principali strade.

1: la via istituzionale che portò alla creazione della struttura urbana ecclesiale che permise l’aggregazione della popolazione attorno alle varie strutture, a il suo governo da parte dei vertici ecclesiali.

2: individuale, scelta monastica dettata dalla fede ed evangelizzazione sempre più allargata, nonchè l’organizzazione sociale da essa derivata (Acculturazione).

 

  • CHIESA, CITTA, DIOCESI.

Con l’impero nel mondo romano ed in ambito urbano le aristocrazie locali entrarono in crisi e i tradizionali culti classici declinarono. L’individuo cominciava a prendere importanza al di la’ dell’appartenenza a una determinata classe sociale. Arrivano le religioni salvifiche e fra I° e III° secolo le prime comunità cristiane, cominciano ad organizzarsi. L’organizzazione gerarchica era così strutturata: Vescovo, Diaconi e Preti. Costantino con l’editto di Tolleranza (313) e Teodosio con quello di Tessalonica (380) che faceva del cristianesimo la religione di stato, fecero un grandioso lavoro dal punto di vista sociale, a favore delle trasformazioni. La COSA PIU’ IMPORTANTE E’ CHE LA RELIGIONE CRISTIANA DAVA A CHI GOVERNAVA UNO STRUMENTO PER GOVERNARE LE MASSE POPOLARI. Dapprima la scelta cristiana era degli aristocratici che potevano permettersi di filosofare. MA DA QUESTE STRUTTURE LE GERARCHIE ECCLESIASTICHE POTERONO INSTAURARE L’UNICA FORMA DI GOVERNO ALLORA POSSIBILE DOPO LA CADUTA DELL’IMPERO.

VESCOVI CITTADINI E PIEVI RURALI

L’evangelizzazione si concretizzava attraverso la fondazione di chiese battesimali e pievi direttamente controllate dall’episcopio. La cellula territoriale di riferimento era la DIOCESI governata dal Vescovo. L’evangelizzazione fu comunque una reciproca compenetrazione tra culto nuovo e preesistenti. Le realtà territoriali erano diverse: al Nord poche città e grandi circoscrizioni, al sud il contrario. Se in una città si insediava un vescovo, era più facile che essa sopravvivesse. Si vennero a creare così le diocesi METROPOLITE che godevano di maggior importanza rispetto a entità territoriali più piccole. Il primato lo aveva idealmente il vescovo di Roma come successore di Pietro, ma era spesso osteggiato da altre città, e che solo nell’ XI° sec. divenne supremazia.

  • I MONASTERI E LE CAMPAGNE

Dopo l’evangelizzazione arriva il monachesimo, che è però una scelta individuale e di rifiuto del mondo in cambio del sacrificio e dell’ascesi (Eremitaggio anche in deserti). Poi però ci fu un ritorno alla vita comunitaria e qualcuno regolamento il modo di vita monastico favorendo la creazione di piccole comunità (in Italia verso il IV° sec.). Girolamo fu una figura importante verso il 380 e dopo il suo eremitaggio nel deserto siriano tornò a Roma e divenne un referente religioso importante per l’aristocrazia. Cominciò allora a diffondersi l’esperienza monastica. Altro protagonista fu Benedetto da Norcia con la sua Regola monastica ora et labora (prega e lavora). Altra importante realtà fu l’Irlanda con una forma monastica molto più ascetica e rigorosa che fu apprezzata presso Franchi e Longobardi. Si diffuse anche in Gallia e arrivarono fino a Piacenza.

  • LA CONVERSIONE DEI BARBARI: UN PROCESSO DI ACCULTURAZIONE.

Se i missionari riuscivano a convertire i re barbari era fatta; erano gia ben predisposti al messaggio, e le aristocrazie non persero l’occasione per sacralizzare ancora di più la loro posizione. Di contro però entrò la forza e la violenza dei germanici nel culto ecclesiale. Si diffusero nei monasteri i soldati di Dio. Per Visigoti e Longobardi il processo di acculturazione fu doppio, prima nelle loro terre con l’arianesimo e in seguito nelle terre di conquista con la conversione al cristianesimo.

  • QUESTIONI DOTTRINALI.

La sostanziale indipendenza delle varie sedi patriarcali produsse una grande quantità di interpretazioni di culto con forti contrasti dogmatici. La Trinità era il pomo di discordia; il problema era definire la natura della figura di Cristo. L’arianesimo sbaglio’. L’ORTODOSSIA POLITICA che ne scaturì era la compenetrazione tra potere pubblico e cristianesimo. L’imperatore era il difensore del culto e per questo discostarsene voleva dire disobbedienza civica. In Oriente presero piede il nestorianesimo che valorizzava la persona di Cristo, e il monofisismo che sottolineava la sua divinità. Giustiniano cerco con l’editto dei tre capitoli di condannare le due precedenti interpretazioni, ma i vescovi di Occidente lo presero come un atto di espansione e la chiesa si spaccò. Lo scisma durò fino al VII° sec. L’obbiettivo di Giustiniano fu quello di ritrovare un dogma unitario ed ebbe successo in occidente dove il potere imperiale era indebolito, ma non in oriente dove la monarchia era forte e vitale.

  • LE INVASIONI E I REGNI ROMANO BARBARICI SECC. IV – VI.

 

  • CHI SONO I BARBARI?

Sono genti che si trovano a ridosso dei confini dell’impero; hanno un miscuglio di lingue e attraverso la ETNOGENESI (fusione degli elementi germanici comuni) riescono a diventare popoli.

  • L’IRRUZIONE DEI BARBARI NEI TERRITORI DELL’IMPERO.

E’ difficile dire se siano state INVASIONI o MIGRAZIONI. C’è che teorizza che il mondo germanico sia il risultato del genio militare romano. Con l’indebolimento economico inizia la crisi tra romani e barbari. Essi passano il limes non per fare razzie ma per stanziarsi nei territori imperiali. Gli unni spingevano, i soldati di confine si erano praticamente barbari e l’impero era più vulnerabile. Visigoti più a occidente e Ostrogoti più a oriente. Vennero spinti verso l’Italia dagli Unni. Valente affronta i Visigoti ma viene sconfitto e ucciso (378 Adrianopoli). Gli imperatori comprendono di non poterli trattenere militarmente e decidono di ospitarli come alleati. Inizialmente potevano avere un terzo delle terre o delle tasse in cambio della fedeltà all’impero e appoggio militare. Ma non era facile contenerli anche da federati (vedi i Visigoti che da federati nel 410 saccheggiano Roma.). il Reno cede ad Alani, Vandali Svevi e Burgundi, anche se i visigoti resistono per la loro tecnica militare. Anche la Britannia cede ai Pitti e anche qui vengono introdotti i Germanici per riprendere il controllo della situazione. Intanto gli Unni arrivano sino alle porte di Roma dove probabilmente si fermano con un accordo economico. 476 l’occidente è perso e l’oriente spinge gli Ostrogoti a entrare in Italia per poi federarsi e riportare l’impero a unità. Ma comunque in occidente ormai ha preso piede il regno ROMANO – BARBARICO con tradizione politico-istituzionale romana e l’organizzazione sociale barbara.

  • CARATTERISTICHE COMUNI DEI REGNI ROMANO BARBARICI.

I barbari erano in netta minoranza; le tradizioni rimanevano quelle stanziate e a volte si affiancavano quelle barbare; vi erano raccolte di leggi ma è ancora difficile affermare se valessero territorialmente o personalmente, comunque sia essi usavano un codice sul tipo di quello romano; amministrazione romana, monopolio militare barbaro. Erano meno civili i barbari perchè solo i soldati potevano sentirsi liberi, e solo loro potevano eleggere il re.

  • FRANCHI, ANGLOSASSONI, OSTROGOTI, VISIGOTI, VANDALI.

FRANCHI: sono stanziati tra le sponde del Meno e il Reno. Il sovrano che li portò alla gloria fu Clodoveo (discendente di Meroveo, da cui Merovingi) e dal 430 sono federati. Con abile mossa si fa battezzare a si conquista molte amicizie. Fece redigere la Lex Salica (Norme Franche) e estese i suoi confini verso ovest conquistando un’importante enclave gallo romana. Ma erano pur sempre un insieme di regni (Neustria, Austrasia e Burgundia) eterogenei e piano piano si logorarono. Oltre la manica c’erano popolaz germaniche dette Anglosassoni che costituirono regni regionali in Britannia a danno dei Britannici che si ritirarono a Occ. Intanto si era diffuso il paganesimo ma il monaco Agostino rievangelizza.

OSTROGOTI: vengono inviati da Bisanzio e con Teodorico battono Odoacre, ma Teodorico è un re barbarico che si leggittimava per vittoria militare che però manteneva anche un titolo conferitogli da Bisanzio. Amministravano i romani e i goti erano demandati alla parte militare. Ma alla morte di Teo. L’equilibrio si rompe e gli Ostrogoti cadono sotto Giustiniano.

VISIGOTI: si integrarono meglio con i romani (Gallia e Spagna) e la loro legge si rifaceva ai codici romani (Eurico e Alarico II). Però religiosamente rimangono ariani, ma non calpestano i cristiani. Se ne vanno in seguito all’arrivo dei musulmani nel 711.

VANDALI: I più ostili a qualsiasi forma di collaborazione con l’elemento latino. Si attestano in Africa  ma all’interno del loro stesso regno c’è molta conflittualità. Nel 533 vengono attaccati dai Bizantini e sconfitti.

  • L’IMPERO ROMANO D’ORIENTE SEC. VI – IX

 

  • GIUSTINIANO E LA “RENOVATIO IMPERII”

Giustiniano 527-565. Il suo principale obbiettivo era di riunificare l’impero nei punti dove si erano stanziati e avevano preso forma, i regni romano-barbarici. Agì militarmente contro Vandali (Africa), Visigoti (Spagna), Ostrogoti (Italia), ma le campagne militarifurono lunghe e violente. La guerra in Italia durò 20 anni. Teodorico re degli Ostrogoti aveva mantenuto i privilegi dell’aristocrazia romana, ma i ruoli chiave in ambito militare li aveva tenuti per i Goti. La classe senatoria romana prima fece fronte comune contro l’impero bizantino, ma vista la disfatta e la conquista di Ravenna, non appoggiò più i Goti che rimasero così soli a fronteggiare l’esercito bizantino. Re Totila allora attacca sia i senatori romani che Bisanzio, ma a Gualdo Tadino dopo aver riconquistato la penisola perse vita e battaglia. Dopo questa guerra, chiamata greco-gotica (535-553) c’era solo distruzione e peste in Italia. Giustiniano ce l’aveva fatta ma alla sua morte l’Italia fu invasa dai Longobardi e la supremazia marina dell’impero d’Oriente fu spezzata dagli Arabi.

  • LA CODIFICAZIONE DEL DIRITTO ROMANO.

Il sistema della giustizia romana basato su leggi emanate dall’autorità, interpretazioni dei giuristi, e applicazione non resse alla frammentazione dell’impero. Teodosio fece raccogliere tutti i codici, ma non le interpretazioni dei giuristi. Giustiniano appoggiò il recupero archeologico dei classici e post-classici. L’opera di Giusti era questa: recuperare sia la legislazione che la normativa giurisprudenziale e fu così concepito:

Corpus iuris civilis :

  1. CODEX : 12 libri di Leges di predecessori di Giustiniano
  2. DIGESTA O PANDECTAE: 50 libri di iuria riordinati come se fossero disposizioni normative
  3. ISTITUTIONES: trattazione scolastica del diritto romano
  4. NOVELLAE COSTITUTIONES: nuove disposizioni emanate sino alla sua morte.

 

  • LA RIFORMA AMMINISTRATIVA.

L’Italia non sembra avere un grosso rilievo nella riorganizzazione dell’impero di Giustiniano. Egli voleva restituire il patrimonio fondiario alla vecchia aristocrazia romana che però era scomparsa in 20 anni di guerra. La restaurazione dell’insegnamento pubblico fallì ed era ormai demandata agli istituti religiosi; gli sfuggì anche l’amministrazione della giustizia a cui subentrò l’arbitrato (che sempre più spesso era gestito dai vescovi).

 

  • L’IMPERO DOPO GIUSTINIANO

L’impero che Giustiniano aveva consegnato ai successori era molto fragile dal punto di vista economico e le truppe rischiavano di non essere pagate. Comunque nei regni immediatamente successivi a Giustiniano si riuscì a mantenere la stabilità dei confini a parte nella penisola italiana dove sembravano stanziati stabilmente i Longobardi. Ma i Balcani dopo l’uccisione dell’imperatore Maurizio si destabilizzarono e vi penetrarono Avari e Slavi. A sud est, invece premevano i Persiani e nel 629 l’imperatore Eraclio attaccò i Persiani lasciando sguarnita la Spagna, persa ormai per sempre. Costantinopoli resistette all’assedio ed Eraclio trionfò. In seguito deciso a riunificare religiosamente l’impero cercò di proporre il monotelismo, ma il risultato fu quello di rinvigorire la diaspora su Cristo e l’eresia. Nel 638 Siria e Palestina furono occupate dagli Arabi. Il mediterraneo ormai era comunque perso.

  • I TERRITORI BIZANTINI IN ITALIA

15 anni dopo la conquista bizantina dell’Italia arrivarono i Longobardi, che pero non riuscirono mai ad ottenere il controllo totale della penisola. Istria, laguna veneta e centro Italia fino al salento rimasero bizantini. L’imp Maurizio pose per governare amministrativamente queste regioni, un ESARCA con funzioni pubbliche amministrative civili e militari. Risiedeva a Ravenna, invece la Sicilia era sotto il controllo diretto di Bisanzio. Qui resistette il modello fondiario del catasto romano nonchè la normativa romana. L’esarca demandava ai duchi ma non riuscì mai ad essere il centro totale del potere, valse solo per Romagna e limitrofi, mentre nelle altre zone i ducati si resero indipendenti. Resistevano anche dei ducati romani con protettorato pontificio. Nel 751 l’esarcato di Romagna cade in mano ai Longobardi,successivamente ai Carolingi per poi essere ceduta al papa. Durante il IX sec gli Arabi si prendono la Sicilia, e attaccano la penisola ma i Bizantini reagiscono e riprendono Bari. Nell’XI sec, tra normanni e Longobardi scompaiono i bizantini ma non la loro cultura.