Incontro tra Ettore e Andromaca

Incontro tra Ettore e Andromaca

Omero, Iliade VI 440-493, in Omero, Iliade (con un saggio di W. Schadewaldt, intr. e tr. di G. Cerri, comm. di A. Gostoli),

vol. 1, Milano 2007, pp. 406-411.


440 A lei, a sua volta, diceva il grande Ettore all’elmo ondeggiante:

«Preme certo anche a me tutto questo, donna; ma provo tremenda

vergogna di fronte ai Troiani e Troiane dai pepli fluenti,

se, come un vile, m’imbosco al riparo dalla guerra;

né così mi detta il mio cuore, perché imparai ad esser prode

445 sempre e fra i Troiani a battermi in prima fila,

per fare onore alla splendida gloria del padre mio e di me stesso.

Questo so bene, nell’animo e nel cuore:

verrà il giorno in cui dovrà perire la sacra Ilio

e Priamo e la gente di Priamo guerriero.

450 Ma non tanto dei Troiani m’affligge la pena avvenire,

né di Ecuba stessa né di Priamo sovrano

né dei fratelli miei, che numerosi e gagliardi

cadrebbero in mezzo alla polvere per mano dei loro nemici,

quanto di te, allorché un Acheo vestito di bronzo

455 ti trascini piangente, portandosi via la tua libertà:

e allora, vivendo ad Argo, a casa d’un’altra faresti la tela

e andresti a prendere acqua alla fonte Messeide o all’Iparea

assai contro voglia, peserà su di te un dovere gravoso;

e un giorno qualcuno dirà vedendoti in lacrime:

460 “Questa è la moglie di Ettore, che primeggiava in battaglia

fra i Troiani domatori di cavalli, quando combatteva a Troia”.

Così qualcuno dirà: e sarà per te nuova pena,

in mancanza di un uomo capace di strapparti alla vita di schiava.

Ma morto piuttosto mi copra la terra gettatami sopra,

465 prima ch’io senta il tuo urlo, oppure ti sappia rapita!».

Detto così, Ettore splendido tese le braccia a suo figlio:

ma si voltò indietro il bambino piangendo sul petto alla balia

dalla bella cintura, spaventato alla vista del padre,

perché ebbe timore del bronzo e del cimiero crinito,

470 come lo vide oscillare pauroso giù dalla cresta dell’elmo.

Risero allora di cuore suo padre e la nobile madre;

subito l’elmo si tolse dal capo Ettore splendido,

e lo depose a terra tutto scintillante;

quando poi ebbe baciato e palleggiato in braccio suo figlio,

475 disse rivolto in preghiera a Zeus e a tutti gli dèi:

«O Zeus, e voi, altri dèi, fate sì che mio figlio diventi

Anche lui, come già io, glorioso fra tutti i Troiani,

altrettanto forte e capace di avere Troia in potere;

e un giorno dica qualcuno: “è molto meglio del padre”,

480 mentre ritorna dalla battaglia; e porti con sé le spoglie cruente

dopo aver ucciso il nemico, ne goda in cuore la madre».

Detto così, rimise in braccio alla sposa

suo figlio; quella lo prese sul petto odoroso

insieme ridendo e piangendo; ne ebbe pietà il marito a vederla,

485 la sfiorò con la mano, articolò la voce e disse:

«Mia cara, non affliggerti troppo in cuor tuo:

nessuno contro il destino potrà sprofondarmi nell’Ade;

ma penso che nessun uomo sia sfuggito alla sorte,

né un vile né un valoroso, una volta venuto alla luce.

490 Tornata dentro la cassa, datti da fare con i tuoi lavori,

con la tela e la conocchia, e alle ancelle da’ ordine

che attendano al loro; spetterà la guerra agli uomini,

a tutti – e soprattutto a me – quanti vivono a Troia».