ILIADE LIBRO DICIASSETTESIMO SIMILITUDINI

ILIADE LIBRO DICIASSETTESIMO SIMILITUDINI

FONTE: LA SIMILITUDINE NELLA POESIA EPICA LATINA Raccolta di testi a cura di FRANCO CAVIGLIA


131) vv. 4-6
“… s’aggirava intorno a lui COME al vitello UNA MADRE
al suo primo parto, gemente, ancora ignara di prole:
COSÌ s’aggirava intorno a Patroclo il biondo Menelao”.


132-133) vv. 53-69
“COME SE UNO COLTIVA UNA FLORIDA PINTA D’ULIVO
in luogo deserto, dove sgorghi però molta acqua,
una pianta bella, rigogliosa; la scuotono i soffi
d venti diversi, ed è tutta gemmata di fiori bianchi;
ma un vento s’abbatte all’improvviso con un turbine violento,
la sradica dalla sua fossa e la getta stesa a terra:
COSÌ a figlio di Pantoo, ad Euforbo, prode lanciere,
l’atride Menelao, ucciso che l’ebbe, predava le armi[132]
COME QUANDO UN LEONE montano, fiero della sua forza,
ghermisce una vaca, quella più bella, da una mandria al pascolo,
ne spezza il collo, poi che l’ha presa coi denti robusti,
per prima cosa, poi ne divora il sangue e tutte le viscere
sbranandola; intorno cani e pastori
urlano, sì, da lontano, ma non ardiscono
affrontarlo; sono presi davvero da verde paura:
COSÌ a nessuno di loro bastava l’animo in petto
di farsi incontro a Menelao glorioso[133]”.


134) vv. 108-113
“egli [Menelao] allora si ritirava, e abbandonava il morto,
voltandosi spesso all’indietro COME UN LEONE villoso,
che cani e pastori scaccino via dallo stazzo
con lance e grida; gli si gela nel petto
il cuore animoso, contro voglia lascia l’ovile:
COSÌ da Patroclo si allontanava il biondo Menelao”.


135) vv. 132-137
“Aiace coprendo con l’ampio scudo il figlio di Menezio,
stava COME LEONE a difesa dei suoi figli,
che, mentre porta i piccoli, incontri nella selva
i cacciatori; è sicuro della sua forza,
corruga tutte le ciglia, socchiudendo gli occhi:
COSÌ Aiace s’affannava intorno all’eroe Patroclo”.


136) vv. 262-266
“COME QUANDO alla foce di un FIUME ingrossato da Zeus
mugghia contro corrente la grande onda marina, intorno
le sponde scoscese riecheggiano all’urlo esterno del mare,
CON SIMILE GRIDO i Troiani avanzarono…”.


137) vv. 281-286
“S’avventò in mezzo ai primi, di forza PARI A UN CINGHIALE
che cani e giovani prestanti sulle montagne
facilmente disperde tra le balze, voltandosi contro di loro:
COSÌ il figlio di Telamone, lo splendido Aiace,
tornando all’attacco disperse facilmente le schiere dei Troiani,
che stavano intorno a Patroclo…”.


138) vv. 366-369
“Così combattevano quelli E PAREVA UN INCENDIO
né avresti detto che esistessero ancora sole né luna:
erano avvolti di nebbia, laddove in battaglia i migliori
resistevano intorno al figlio di Menezio morto”.


139) vv. 389-396
“COME QUANDO SI DÀ DA STIRARE LA PELLE DI UN GROSSO TORO
AD UN GRUPPO DI UOMINI, una pelle intrisa di grasso;
la prendono quelli, si dispongono in cerchio, e la tendono,
va sùbito via l’umidore, mentre penetra il grasso,
perché tirano in molti e tutta quanta si spiana:
COSÌ da una parte e dall’altra in quello spazio ristretto
si contendevano il morto; avevano in cuore gran desiderio
i Troiani di portarlo a ilio, gli Achei alle navi ricurve.”.


140) vv. 520-524
“COME QUANDO UN GIOVANE UOMO brandendo una scure affilata,
COLPISCE DIETRO LE CORNA UNA VACCA DA PASCOLO,
recide di netto la nuca, quella stramazza in avanti,
COSÌ quello cadde di schianto supino; e la lancia
piantata a fondo nelle sue viscere fiaccò le sue forze”.


141) vv. 547-552
“ COME QUANDO ai mortali Zeus manda dal cielo
l’iride cupa, perché sia segno di guerra
o di tempesta gelata che interrompe sulla terra
il lavoro umano ed imperversa sulle greggi,
NELLO STESSO MODO Atena, messasi intorno una nuvola cupa,
calò nel folto degli Achei e stimolava ogni guerriero”.


142-143 vv. 656-681
“Disse così, e non disobbedì Menelao, paziente nel grido di guerra
ma se n’andò, COME UN LEONE VIA DALLO STAZZO,
ormai stanco di provocare cani e pastori,
che a lui non lasciano prendere il grasso dei buoi,
tutta la notte all’erta; quello, voglioso di carne,
s’avventa, ma nulla conclude; fittissimi
piombano incontro dardi da intrepide mani
per la fascine accese che, per quanto infuriato, paventa;
s’allontana alla fine sul fare del giorno, con l’orgoglio ferito:
COSÌ da Patroclo si allontanava Menelao, possente nel grido di guerra,
assai contro voglia: aveva gran paura che gli Achei,
in fuga rovinosa, lo lasciassero in mezzo ai nemici[142].
Molto esortava Merioe e gli Aiaci…
Detto così, se ne andò il biondo Menelao,
guardandosi intorno, SIMILE ALL’AQUILA
che dicono veda più acuto di tutti gli uccelli del cielo,
e non le sfugge, anche se vola più in alto, la lepre veloce,
acquattata in folto cespuglio, ma s’avventa su lei,
la ghermisce in un lampo e le toglie la vita.
COSÌ, Menelao alunno di Zeus, allora i tuoi occhi lucenti
roteavano in giro, nel folto dei tuoi compagni,
se mai scorgessero il figlio di Nestore ancora vivo[143].


144-148) vv. 735-759
“S’avventarono COME CANI che si slanciano
sul cinghiale ferito, davanti a giovani cacciatori;
senza posa continuano a correre, impazienti di sbranarlo;
ma quando quello si volta contro di loro sicuro della sua forza,
si tirano indietro e d’ogni parte si sbandano.
COSÌ senza posa i Troiani incalzavano in massa,
colpendo con le lance e con le spade a due punte;
ma quando i due Aiaci, voltandosi contro di loro,
li fronteggiavano, la loro pelle cambiava colore,
nessuno ardiva balzare n avanti e battersi per il morto[144].
Così in fretta quei due portavano il morto alle navi ricurve
fuor della mischia; la battaglia era incerta dietro di loro, violente
COME UN INCENDIO, che investa città popolosa
e divampato improvviso fiammeggia, vanno distrutte le case
in un grande bagliore; lo attizza la forza del vento.
COSÌ fragore incessante di guerrieri e cavalli
imperversava dietro di loro mentre s’allontanavano[145];
COME DUE MULI, mettendoci tutta la forza.
trascinano giù dal monte, per un sentiero scosceso,
grande tavola o trave per nave; la loro lena è provata,
mentre s’affrettano, da fatica insieme e sudore:
così in fretta quei due portavano il morto[146]. Alle loro spalle
i due Aiaci facevano argine, COME trattiene le acque
UN COLLE BOSCOSO che sta di traverso a un pianoro,
che regge le onde impetuose anche dei fiumi in piena,
devia di colpo a tutti il corso verso la piana;
non lo sfondano certo, con la forza della corrente:
COSÌ senza posa i due Aiaci trattenevano indietro
la furia dei Troiani[147]; ma questi attaccavano, due soprattutto,
Enea figli di Anchise ed Ettore splendido..
COME, gridando fitto, una nube di STORNI o CORNACCHIE
se ne vola via, appena s’accorgano dello sparviero
in arrivo che semina strage fra i piccoli uccelli,
COSÌ, con fitte grida, di fronte ad Ettore ed Enea,
gli Achei arretravano, scordando il loro valore[148]”.