Il teatro di Pirandello

Il teatro di Pirandello

Pirandello si trova in un contesto molto ripetitivo nel teatro; lui affronta i suoi soliti temi come quello dell’identità di una persona.
Enrico Quarto
Sembra un dramma in costume ma in realtà la storia è contemporanea al pubblico, la vicenda inizia 20 anni prima ad una festa in maschera. L’uomo che impersona Enrico IV ha un incidente a cavallo e impazzisce credendo di essere Enrico IV veramente. I suoi amici allora tengono il gioco e continuano la finzione. La storia dell’opera comincia 20 anni dopo questo fatto quando un medico propone uno shock per far rinsavire il protagonista (lo shock consisteva nel far vedere una foto della sua vecchia amata e far uscire la stessa da quella foto vestita nello stesso modo). Lo shock viene provocato ma viene rivelato anche che lui è rinsavito da tempo: una mattina si era svegliato e aveva capito cosa stava accadendo; a quel punto però non poteva far altro se non continuare la finzione.
Così è se vi pare
Storia in cui vengono confutate più narrazioni di un fatto portato a processo (un funzionario era stato mandato in periferia e quelli del villaggio vedendo la moglie sempre segregata in casa avevano pensato di portarlo in tribunale); ogni storia ha la sua logica ma contraddice la precedente; alla fine la moglie viene chiamata a testimoniare e con la frase “io sono colei che credete” finisce il dramma.
Sei personaggi in cerca d’autore
Non c’è scenografia, sulla scena arrivano attori che interpretano altri attori che provano un’altra commedia di Pirandello; ad un certo punto entrano dei personaggi in scena che chiedono agli attori che stanno provando di interpretare la loro storia per tornare a vivere (il loro autore aveva progettato una storia che poi non aveva più concluso e loro erano rimasti a metà della loro esistenza). I personaggi convincono gli attori ma non sono contenti della loro prestazione e alla fine rappresentano loro stessi la loro storia che il loro autore non aveva voluto completare. Questa rappresentazione non riscosse un buon risultato all’inizio, poichè il pubblico non riusciva a capirla.
L’uomo dal fiore in bocca
Opera in atto unico nata da un dialogo tra 2 personaggi. L’atto comincia con l’avventore che parla delle sue vicende ma con l’andare avanti della recitazione diventa sempre più un monologo del protagonista. Il protagonista cerca di alienarsi dalla sua forma e di osservare lo scorrere delle cose che prima si perdeva poiché era all’interno di questo scorrere. La vita perde di ogni significato per come la intendiamo noi (una maschera, una forma) con l’avvicinarsi della morte soprattutto quando viene diagnosticata e pone un termine preciso in giorni o in mesi.

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