IL ROMANZO

IL ROMANZO

Il romanzo

  1. I generi letterari e il pubblico nel Romanticismo: il trionfo del romanzo.

Il romanzo e la lirica sono i due generi principali del Romanticismo. Ciò non è casuale, ma dipende dal fatto che proprio in questi due generi si esprimono le due modalità letterarie dell’immaginario romantico: quella storico-realistica e quella esistenziale.. La prima si realizza nel romanzo storico e sociale, la seconda soprattutto nella poesia lirica.

Secondo il filosofo tedesco Hegel, la lirica nasce dall’isolamento, dalla perdita dei rapporti sociali, dalla tendenza all’infinito e alla musica; il romanzo, invece,rappresenta la realtà in cui agisce l’individuo ed è per questo la forma moderna e borghese dell’epica.

Il trionfo del romanzo è perciò il grande fenomeno nuovo del secolo. Trionfo della borghesia e trionfo del romanzo sono complementari. Il romanzo presuppone un pubblico ampio di lettori, a cui rivolgersi con un linguaggio medio; si rivolge a lettori comuni che possono identificarsi emotivamente nella vicenda narrata.

  1. Caratteri e diffusione del genere romanzesco.

L’Ottocento è il secolo del romanzo. Questo genere, nato nel seicento, affermatosi nel Settecento, giunge al trionfo nell’Ottocento, diffondendosi in tutta Europa e negli Stati Uniti d’America.

Nell’Ottocento il romanzo è il genere guida, quello, cioè, che condiziona gli altri. Esso presenta le seguenti caratteristiche:

  1. è un genere “antiletterario”, senza un modello precostituito;
  2. nasce dalla mescolanza degli stili;
  3. presuppone un patto narrativo con il lettore fondato sulla rinuncia all’incredulità e sul valore attribuito alla storia e ai sentimenti;
  4. può svilupparsi solo in presenza di un pubblico vasto di lettori dotati di una certa sensibilità e cultura.

Il romanzo, dunque, si presenta come un genere moderno e borghese.

In Europa e negli USA fra l’inizio del secolo e il 1840 sono fiorenti vari sottogeneri del romanzo:

  • il romanzo storico (Scott in Inghilterra, Hugo in Francia, Puskin in Russia);
  • il romanzo sociale e realistico (Dickens in Inghilterra, Balzac e Stendhal in Francia);
  • il racconto e il romanzo fantastico (Poe in USA, Hoffmann in Germania);
  • il romanzo di formazione (Goethe in Germania, Stendhal in Francia).

I n Italia, invece, il romanzo tarda ad affermarsi: nel nostro paese, infatti, il peso dei modelli tradizionali era molto forte; inoltre da noi l’alfabetizzazione era meno sviluppata e la borghesia ancora ristretta e fragile, mentre l’editoria e il mercato librario erano assai limitati.

  1. Caratteri del romanzo storico.

Romanzi di ambientazione storica già erano diffusi nel Settecento. Essi, tuttavia, si limitavano a rappresentare quanto vi è di curioso nell’ambiente descritto e non si preoccupava della riproduzione fedele di una concreta epoca storica. La storia, infatti, nel romanzo storico non è una semplice cornice, ma diventa protagonista, determinando il comportamento dei personaggi.

Al centro del romanzo storico è il rapporto fra storia e invenzione e la possibilità della loro convivenza: la rappresentazione deve essere verosimile perché realista e perché aderente ad una determinata epoca storica; perciò l’autore deve documentarsi storicamente su fatti, costumi, modi di vita dell’epoca descritta.

Il romanzo storico i afferma in età romantica perché questa è caratterizzata da una particolare attenzione per la storia e per la nascita dello spirito nazionale di un popolo. In Italia il riferimento al passato si colora di particolari intenzioni politiche, collocandosi all’interno del processo risorgimentale.

Il romanzo storico si fa iniziare all’Ivanohe dell’inglese Walter Scott.

In Italia la fortuna del romanzo storico ha inizio nel 1827, anno della prima edizione dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni.

  1. I promessi sposi di Alessandro Manzoni.
    1. La datazione, il titolo, l’opera.

La prima redazione del romanzo, il cui titolo era Fermo e Lucia, fu scritta tra il 1821 e il 1823; la revisione avvenne tra il 1824 e il 1827, quando il romanzo fu pubblicato con il titolo I promessi sposi. Nel 1840 uscì una seconda edizione, quella definitiva, interamente rivisitata sul piano linguistico: essa infatti è ispirata al toscano parlato.

Il titolo definitivo è I promessi sposi. Storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni. L’opera comprende una Introduzione, in cui compaiono l’inizio della trascrizione di un presunto manoscritto del seicento, che conterrebbe il resoconto della storia di Renzo e Lucia e le riflessioni dell’autore su di esso; poi 38 capitoli di narrazione; infine, in appendice, la Storia della colonna infame.

  1. La struttura dell’opera e l’organizzazione della vicenda.

Il romanzo è diviso in sei nuclei narrativi principali.

L’argomento trae spunto da vicende storiche svoltesi tra il 1628 e il 1630 a Milano e nei suoi dintorni: la carestia, i tumulti di San Martino del novembre 1628, la discesa dei lanzichenecchi, la peste. L’ambientazione lombarda non è dovuta solo a ragioni personali: la Lombardia all’inizio del seicento, sotto il dominio spagnolo, somigliava con quella all’inizio dell’Ottocento sotto il dominio austriaco.

Accanto a personaggi storici provenienti dalle classi più elevate, ne compaiono altri come Renzo e Lucia, inventati dall’autore, che rappresentano il mondo popolare. Per accrescere l’impressione di veridicità, Manzoni finge che anche la loro storia sia vera, in quanto testimoniata da un anonimo manoscritto del secolo XVII da lui ritrovato e trascritto in lingua moderna.

  1. La vicenda.

 

  1. Il sistema dei personaggi.

Il romanzo si presenta come storia di un matrimonio, dapprima impedito, poi realizzato. I protagonisti sono dunque i due promessi sposi: Renzo e Lucia. Intorno a loro Manzoni costruisce un sistema articolato ed equilibrato di personaggi. Per raggiungere l’obiettivo di sposarsi essi ricorrono a personaggi di aiuto o protettori: nella prima parte padre Cristoforo, a cui si aggiunge nella seconda parte il cardinale Federigo Borromeo. A questi si oppongono don Rodrigo e poi l’innominato: essi sono gli oppressori, che rappresentano la violenza e l’ingiustizia del potere sociale. Per contrastare il matrimonio essi si servono, come strumenti, dapprima di don Abbondio, poi di Gertrude. Il momento di svolta si ha quando l’innominato passa dal campo degli oppressori a quello dei protettori.

Gli otto personaggi principali si dispongono dunque in coppie: Renzo e Lucia sono le vittime; padre Cristoforo e il cardinale Borromeo sono i protettori e i rappresentanti della Chiesa buona; don Abbondio e Gertrude sono gli strumenti degli oppressori e i rappresentanti della Chiesa cattiva; don Rodrigo e l’innominato sono gli oppressori, esponenti del potere sociale.

Questo sistema serve a comunicare un messaggio ideologico giocato sul contrasto tra bene e male, buoni e cattivi. Inoltre questi personaggi permettono all’autore di allargare il discorso alla sfera sociale, politica e religiosa.

  1. I destinatari del romanzo.

Manzoni concepisce l’arte all’interno di un progetto di utilità sociale e morale rivolta al maggior numero di persone possibile. Quindi egli non si rivolge solo ad una ristretta cerchia di persone colte, in grado di capirne il senso, ma a un pubblico molto più vasto e molto meno preparato culturalmente.

Al lettore colto è rivolto il messaggio più profondo del romanzo, quello che ha per oggetto il mistero della vita e del male, il senso religioso della vita, il tema della Provvidenza e della Grazia.

Al destinatario di massa è indirizzato il progetto morale e politico dell’opera, che riconosce sì le ingiustizie sociali ma invita alla pazienza e alla fiducia nella mediazione della Chiesa.

  1. I temi.