Il romanticismo dialettale di Gioacchino Belli
Funzionario dello Stato della Chiesa nato nel 1791; comincia a scrivere sonetti di notte prima in forma classica poi in dialetto romanesco. Tiene segrete le sue opere (sonetti); diventa capo della censura immedesimandosi nella parte (fa molte storie anche a Verdi). Pian piano comincia anche a smettere di scrivere i sonetti dopo averne scritti circa 2500.
Introduzione ai sonetti
Vuole lasciare un ricordo del modo di pensare della plebe romana molto variegata; hanno una tradizione plurisecolare. I plebei non avendo cultura sono interessanti poichè non sono stati intaccati dalla civiltà; ogni plebeo è diverso dall’altro poichè non sono stati standardizzati dall’omogeneizzazione della civiltà. Bisogna cercare di scrivere realisticamente la vita di quella gente.Chi vva la notte, va a la morte
L’immagine è di un nobile che passa con indifferenza accanto ad un uomo in difficoltà in strada; in quanto nobile non si abbassa ad aiutare uno inferiore a lui.
E cciò li tistimoni
I plebei di Roma sono abituati alla sfarzosità papale. Il papa tra le vie dà qualche benedizione distrattamente e i pellegrini ne rimangono affascinati.
Er caffettiere filosofo
Il caffettiere sta macinando il caffè e intanto pensa le sue considerazioni sulla vita. Gli uomini sono come i chicchi di caffè che prima o poi vengono macinati e vanno verso la morte senza rendersene conto.