Il regno di Elisabetta I 1558- 1603 in Inghilterra

Il regno di Elisabetta I 1558- 1603 in Inghilterra


 Dopo la morte di Enrico VIII, divenne regina d’Inghilterra Maria Tudor che volle riportare il Paese sotto la Chiesa di Roma e per questo fece perseguitare e condannare al rogo i protestanti guadagnandosi a motivo di ciò l’appellativo di “Sanguinaria”. In politica estera si mostrò filospagnola e ciò finì col dare  frutti negativi, tra i quali la passiva accettazione del monopolio economico e politico della Spagna nell’Atlantico.

Alla morte di  Maria,  divenne regina Elisabetta Tudor, figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena. Ella ricevette un’educazione culturale laica ( = indipendenza e autonomia di scelte nei confronti della Chiesa) e rinascimentale. La regina fece, però, scelte molto precise: innanzitutto proseguì sulla strada della Riforma religiosa voluta dal padre e quindi rafforzò la Chiesa anglicana, reprimendo l’opposizione dei cattolici e dei calvinisti.

Intanto, in Scozia si era ampiamente diffuso l’anglicanesimo e la nobiltà scozzese, dietro le spinte di un predicatore, si era ribellata contro la regina di Scozia Maria Stuart e contro la Chiesa. La Francia aiutò gli Stuart e Elisabetta I diede il suo sostegno ai ribelli, poiché temeva le rivendicazioni dinastiche di Maria Stuart. Conclusa la rivolta, Maria Stuart, con l’aiuto della Francia,  cercò di rafforzare il partito cattolico. Una nuova rivolta di nobili protestanti costrinse Maria a fuggire e a rifugiarsi in Inghilterra, dove fu tenuta prigioniera in un castello per diciannove anni, divenendo il punto di riferimento di una serie di intrighi e complotti che i cattolici inglesi, il re di Francia e il papa fecero per rovesciare Elisabetta. La conseguenza di ciò furono le  violente persecuzioni.

Elisabetta I regnò per quasi cinquant’anni (età elisabettiana) e durante il suo regno l’Inghilterra divenne forte e ricca, raggiungendo la supremazia in campo commerciale.

In politica estera, Elisabetta si presentò come protettrice dei paesi protestanti e per questo si schierò contro la Spagna. La lotta contro la Spagna fu condotta soprattutto nella forma degli attacchi corsari lungo le rotte tra le colonie americane, la Spagna ed i Paesi Bassi. A partire dal 1570, senza una aperta dichiarazione di guerra tra l’Inghilterra e la Spagna, la pirateria (= azioni violente volte a depredare e devastare indiscriminatamente le coste e le navi) divenne un’attività ufficiale.La pirateria univa commercio, esplorazione e guerriglia e favoriva, in tal modo, lo sviluppo della ricchezza commerciale e della marineria inglesi. Essa non aveva lo scopo di danneggiare militarmente la potenza spagnola, ma di minacciare il monopolio commerciale spagnolo con le sue colonie. A questo poi si aggiungeva una forte intensificazione del commercio inglese nel Nord Europa. Inoltre, nel 1584, una compagnia commerciale aveva creato nell’America del nord una colonia, venne fondata la prima delle colonie inglesi, chiamata Virginia in onore di Elisabetta, che aveva deciso di non sposarsi per non entrare nel gioco delle alleanze diplomatiche.

La replica del re di Spagna Filippo II si svolse, per lungo tempo, soltanto sul piano politico- religioso: penetrazione clandestina di missionari cattolici, mobilitazione delle forze cattoliche inglesi, congiure che facevano capo a Maria Stuart. L’ultimo e più pericoloso di questi tentativi fu scoperto nel 1586. Maria Stuart, che ne era corresponsabile, fu portata davanti ad un tribunale e condannata a morte.

Filippo II si decise, allora, a preparare un attacco militare grandioso, sostenuto dal papa e dai paesi cattolici europei. Fu allestita una flotta di centotrenta navi, l’”Invincibile Armata”, che avrebbe dovuto invadere l’isola. Nell’estate del 1588 la flotta spagnola mosse verso il canale della Manica. Gli scontri con la flotta inglese si risolsero in una serie di insuccessi per gli Spagnoli, che una tempesta, tra l’altro, spinse verso il Nord. Le navi superstiti, poco meno della metà, rientrarono in Spagna. La guerra con l’Inghilterra, tuttavia, continuò ancora per diversi anni nella forma della pirateria e si concluse ufficialmente nel 1604.

Durante l’età elisabettiana l’Inghilterra conobbe una notevole fioritura della cultura. La regina ammirava il Rinascimento e gli artisti italiani e fece della sua corte un centro di diffusione delle arti: basti ricordare uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, William Shakespeare (1564-1616)