Il positivismo sociale ed evoluzionistico

Il positivismo sociale ed evoluzionistico

FELTRINELLI-FISCHER, Filosofia;

GARZANTI, Enciclopedia di filosofia.


Positivo è ciò che è dato, sperimentabile, reale; quindi positivista è il metodo (induttivo) delle scienze sperimentali (di contro a un metodo deduttivo e a conoscenze non sperimentalmente fondate).

Distinguiamo un positivismo sociale (proprio della prima metà del secolo) e un positivismo evoluzionistico (proprio della seconda metà). Il primo (da Saint Simon1822Il catechismo degli industriali; a Comte1830Corso di filosofia positiva) vuole trasporre in tutti i campi (in particolare, nell’organizzazione della società) il metodo della scienza (che non ricerca – metafisicamente – né cause prime, né fini ultimi, ma rileva le costanti, vale a dire le leggi che regolano i fenomeni): per cui la sociologia diventa una sorta di fisica sociale. E’ il metodo proprio (secondo Comte) dello stadio positivo, quando l’umanità ha superato sia lo stadio teologico (gli eventi si spiegano con volontà antropomorfiche) che quello metafisico (la spiegazione è data da forze, essenze).

Il concetto di progresso (già presente nel positivismo sociale: si presume uno sviluppo dell’umanità dalle fasi religioso-mistiche a quelle positivo-scientifiche della conoscenza e dell’organizzazione politica e sociale) è più chiaramente fondato nel positivismo evoluzionista. La teoria dell’evoluzione progressiva da una specie all’altra aveva già avuto anticipazioni nel ’700 (nel 1809, la Filosofia zoologica di Lamarck poneva in luce le connessioni fra variazioni organiche e adattamento all’ambiente). Ma solo quando Darwin (L’origine delle specie1859) ne dà conferme sperimentali (integrando la questione coi concetti di lotta per l’esistenzaselezione naturale e trasmissione per ereditarietà delle variazioni determinatesi per l’adattamento all’ambiente), la teoria dell’evoluzione diventa una sorta di metafisica del positivismo (è il principio che può spiegare tutta la realtà, in divenire progressivo).

In campo filosofico è Spencer che (andando oltre Darwin) teorizza l’evoluzione (dall’omogeneo all’eterogeneo, dal semplice al complesso, dal disorganico all’organico) come principio universaleche governa tutto ciò che esiste (dalla materia cosmica alla psiche umana). In campo politico e sociale ci sono due modi – antitetici – di assumere l’evoluzionismo: quello socialista (Marx intendeva dedicare a Darwin, che rifiutò, il primo volume del Capitale), che ci vede la conferma della modificabilità storica di ogni istituzione politica ed economica (e quindi, del proprio ottimismo progressista); e quello capitalista, che ci vede la legittimazione della competitività e del liberismo economico (e quindi la giustificazione delle differenze sociali, in nome della “selezione naturale” dei migliori).