IL PENSIERO DEI SOFISTI
IL PENSIERO DEI SOFISTI
I sofisti erano dei maestri di virtù che si facevano pagare per i loro insegnamenti. Per tale motivo furono criticati aspramente dai loro contemporanei, soprattutto da Socrate e poi da Platone e Aristotele.
Coloro che maggiormente si affidano all’insegnamenti di questi filosofi sono i ceti aristocratici. I sofisti furono i primi ad elaborare il concetto occidentale di cultura (paideia) da Paride, non intesa come un insieme di conoscenze specializzate, ma come la formazione di un individuo nell’ambito di un popolo o di un contesto sociale. La retorica è l’argomento centrale del loro insegnamento;loro insegnano la morale, le leggi, i sistemi politici. Educano quindi i giovani a diventare cittadini attivi, cioè avvocati o militanti politici; ma per essere cittadini attivi, oltre ad avere buone conoscenze, bisogna anche essere convincenti, quindi la retorica è messa alla base della sofistica. I sofisti infatti,non si interrogano sulle questioni dei filosofi presocratici, trascurando la ricerca dell’arche originario ,ma soffermandosi sulla vita umana, diventando così i primi umanisti.
Due tesi convivono, l’una accanto all’altra, sui sofisti: quella che li vuole assertori del soggettivismo, del relativismo e dell’individualismo (contro l’oggettivismo e il naturalismo della filosofia precedente), e quella che li considera i fondatori della pedagogia e dell’umanesimo antichi.
Grandi sofisti: Protagora, Gorgia, Prodico e Ippia
Sofisti naturali: quelli che si interessano del rapporto natura-uomo
Sofisti politici: Crizia, Callicle
Eristi: portano all’esasperazione il metodo: Antifonte, Crizia, Menone L’insegnamento
Con la comparsa dei sofisti nascono i luoghi deputati all’insegnamento: le case dei cittadini più ricchi, le piazze, le palestre pubbliche queste comprendevano dei portici in cui i filosofi potevano passeggiare con i loro discepoli, e sedere in banchi dove potevano discutere con i loro allievi. La scelta del luogo in cui insegnare era molto spesso legata al tipo di “sapienza” professata: Socrate scelse la strada e la piazza pubblica per mostrare la sua disponiblità verso tutti i cittadini e il disinteresse per il pagamento. Lo stesso faranno i cinici, durante le epoche successive. Diversamente gli accademici, i peripatetici, e gli stoici, si trovarono sempre meglio rappresentati in luoghi attrezzati con strumenti scientifici e biblioteche, oppure a servizio di qualche potente. Tuttavia la sofistica non è una scuola filosofica in senso proprio, per lo più si tratta di un movimento.
Caratteristico dei sofisti è il distacco dal pensiero eleatico (Parmenide, Zenone) e il loro avvicinamento alle “cose umane”. Essi amano di più discutere sui poeti che sugli argomenti della filosofia precedente, tanto che tra le osservazioni principali che vengono fatte su di loro c’è quella secondo cui avrebbero spostato l’obiettivo della ricerca dalla natura all’uomo. La loro problematica è legata ad argomenti concreti e attuali della città in cui operano, e anche per questo devono aver sentito come lontane le dispute astratte dei filosofi eleatici. La cultura che essi divulgano non è più riservata a pochi eletti, ma a tutti coloro che ne vogliono fruire (salvo sempre un minimo di possibilità economiche per pagare le loro lezioni).