Il movimento operaio internazionale

Il movimento operaio internazionale

SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE


Marx ed Engels favoriti dal travolgente sviluppo industriale nel 1864 diedero vita a Londra alla Prima Associazione internazionale dei lavoratori (1864-1876) alla quale parteciparono, inglesi, francesi, tedeschi, e le rappresentanze di Paesi a struttura ancora prevalentemente agricola, quali l’Italia e la Spagna.

All’interno dell’Associazione si svolse una dura lotta tra:

– il progetto marxista credeva in una ferrea organizzazione partitica del movimento e nella conseguente dittatura del proletariato ai fini dell’abbattimento del sistema capitalistico e della società borghese

– i seguaci di Bakunin sostenevano la rivolta spontanea delle masse nel segno dell’ideale anarchico di una libera federazione di comunità autogestite.

Lo scontro si risolse con la sconfitta delle concezioni anarchiche di Bakunin, ma anche con la crisi dell’Associazione, che nel 1876 si sciolse.

Il movimento socialista continuò a organizzarsi attraverso partiti rivoluzionari nazionali, che la Seconda Associazione Internazionale dei lavoratori fondata nel 1889 tentò poi di coordinare. Un’importante decisione fu quella di battersi per la limitazione della giornata lavorativa a otto ore e per la celebrazione della festa del primo maggio, in ricordo di uno sciopero a Chicago nella fabbrica di macchine agricole McCormick, durante la quale la polizia, sparò sui manifestanti provocando numerose vittime. Ma le diverse posizioni sull’intervento nella prima guerra mondiale finirono per dividere anche la Seconda Internazionale.
L’Internazionale è la più famosa canzone socialista e comunista adottata come inno dalla Seconda Internazionale. Scritta in francese nel 1871 e musicata nel 1888. In molte nazioni europee L’Internazionale fu illegale all’inizio del XX secolo a causa della sua immagine rivoluzionaria.

Nel 1919 nacque a Mosca la Terza Internazionale (Internazionale comunista) che raccolse intorno a sé i partiti comunisti di parecchi Paesi europei insieme con altri gruppi – anarchici e socialisti-rivoluzionari – che accettavano l’orientamento e le realizzazioni del bolscevismo. Si dichiarò che la Seconda Internazionale era “vergognosamente fallita” perché troppo vicina alla mentalità borghese, e si riuscì a costituire, intorno al Partito comunista sovietico, un organismo compatto ma legato fortemente ai sovietici che finì col rappresentare gli interessi dell’URSS, particolarmente nel periodo staliniano. Fu sciolta nel 1943.

In Italia il movimento operaio ebbe come iniziale forma organizzativa le poche società di mutuo soccorso, sorte nel Nord della penisola pochi anni prima dell’unità (1861), controllate dai moderati e aventi come iscritti ben pochi operai dell’industria. Solo negli anni Ottanta dell’Ottocento, in concomitanza con il primo vero avvio dell’industrializzazione, si fecero strada idee e organismi organizzativi di ispirazione socialista.

Nel 1882 il Partito operaio italiano e nel 1892 il Partito socialista, le prime Camere del lavoro su base ancora territoriale, con lo scopo di erogare assistenza; nel 1906 la fondazione della Confederazione generale del lavoro (CGL) e nel 1912 l’Unione sindacale italiana (UIL). Nacque anche un sindacalismo cattolico.

Il collegamento che si stabilì tra il movimento europeo e quello delle Americhe, alimentato dalle gigantesche ondate migratorie, contribuì a dare all’espressione movimento operaio e sindacale una dimensione internazionale.

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