IL GIORNO

IL GIORNO

giuseppe parini


Il poema ha per argomento la descrizione della giornata di un giovin signore della nobiltà milanese. Nel progetto originario doveva articolarsi in tre part: il Mattino, il Mezzogiorno e la Sera. Più tardi l’ultima parte si sdoppiò in due parti: il Vespro e la Notte, alle quali Parini continuò a lavorare sino ai suoi ultimi anni, senza però portarle a termine.

Il poeta rappresentandosi come precettore afferma di voler insegnare al giovin signore come riempire piacevolmente i vari momenti della sua giornata, vincendo la noia che lo affligge. Quella che viene descritta è una giornata tipo dell’aristocrazia.

Il Mattino: Nel Mattino il nobile viene colto nel momento in cui si corica, all’alba, dopo una notte trascorsa a teatro o al gioco da tavolo. Vengono quindi descritti il suo risveglio a mattina inoltrata, la colazione, la lunga e laboriosa toeletta. Alla fine il giovin signore è pronto per uscire e recarsi a trovare la sua dama (Cicisbeismo).

Il Mezzogiorno: Nel Mezzogiorno viene seguito in visita alla dama, poi durante il pranzo, in cui si intrecciano conversazioni sugli argomenti più vari, tra cui anche temi filosofici alla moda, quale il pensiero dei nuovi filosofi. Infine la coppia, nel tardo pomeriggio, si reca al “corso” cioè al passeggio delle carrozze, dove si ritrova tutta la nobiltà cittadina.

Il Vespro: Ora il precettore si è trasformato in semplice narratore e descrittore. Accompagna il giovin signore e la sua dama in visita ad un amico malato (ma essi si limitano a lasciare il biglietto da visita) e ad un’amica che ha appena avuto un attacco di nervi, suscitando nel bel mondo infiniti pettegolezzi.

La Notte: Nella Notte i due amanti si recano poi ad un ricevimento serale in casa di un’anziana dama. Qui essi non sono più al centro dell’attenzione, l’obiettivo del narrato-re passa minutamente in rassegna i vari personaggi che popolano il salone. Descrive poi i tavoli da gioco, dove spiccano le figure di due amanti ormai anziani, che nelle carte hanno trovato il modo di riempire il vuoto e la noia della loro relazione, da cui la passio-ne è ormai svanita.