IL GENOCIDIO ARMENO RIASSUNTO

IL GENOCIDIO ARMENO RIASSUNTO

IL GENOCIDIO ARMENO RIASSUNTO


Gli Armeni sono gli abitanti autoctoni dell’Armenia (anche stanziati nell’Anatolia orientale), situata nel Caucaso meridionale, dove, più di duemila anni fa, hanno costituito un proprio stato unitario che, nel corso dei secoli, ha perso, e più volte riconquistato, la propria indipendenza. La loro più lunga dominazione è stata quella dei Turchi che vi penetrarono per la prima volta circa 900 anni fa. L’Armenia, chiamata anche Hayastan, è un paese montuoso che confina con la Georgia, l’Azerbaigian, la Turchia e l’Iran. La capitale è Erevan, l’antica Erepuni fondata nel 782 a.C. che si trova a circa 1000 metri d’altitudine, dominata dal Monte Ararat alto 5165 metri.

Primo genocidio (1984-1985).
Gli armeni erano sostenuti dalla Russia nella loro lotta per l’indipendenza. Poiché essa voleva conquistare l’Impero Ottomano per appropriarsi di Costantinopoli e dei vicini territori, i turchi vollero reprimere questa indipendenza e iniziarono, con i curdi, a nutrire sentimenti di odio per quel paese. I curdi infatti fecero subire oppressioni agli armeni, mentre gli ottomani aumentarono le tasse, causando così una ribellione armena, nella quale l’esercito ottomano, affiancato da milizie irregolari curde, rispose assassinando migliaia di armeni e bruciandone i villaggi.

Secondo genocidio (1915-1916).
In un congresso segreto dei “Giovani Turchi (che sembrano intenzionati ad abbattere il sistema imperiale per poi creare una federazione di tutti i popoli precedentemente inclusi nell’Impero)”, tenutosi a Salonicco nel 1911, fu deciso di sopprimere totalmente gli armeni residenti in Turchia per timore che questi si alleassero con i loro nemici: i Russi. L’occasione per realizzare questo piano di sterminio si presentò con lo scoppio del Primo Conflitto Mondiale, quando le potenze europee, impegnate nella guerra, non potevano interferire nelle faccende interne della Turchia.
Inizialmente furono chiamati alle armi tutti gli Armeni validi che, dopo esser stati separati dai loro reparti, vennero uccisi. Subito dopo toccò a intellettuali, sacerdoti e dirigenti politici, ma tutte le donne, i bambini e i vecchi armeni non vennero toccati: per loro si era deciso la deportazione, ma le donne, prima di essere uccise, sarebbero state anche violentate. Usando come pretesto la prossimità della zona di guerra, gli armeni, vennero costretti ad abbandonare le loro abitazioni per trasferirsi, così gli fu detto, in zone più sicure. Per strada, le carovane dei deportati, venivano sistematicamente assalite da bande di malfattori fatti uscire appositamente dal carcere, il cui compito era lo sterminio degli Armeni. Chi riusciva a sfuggire al massacro moriva per la fame, la sete, le malattie e gli stenti del lungo viaggio compiuto a piedi per centinaia di chilometri. Perirono così circa 1.500.000 di persone: la quasi totalità degli Armeni di Turchia. Si salvarono solo quelli residenti a Istanbul e Smirne, perchè troppo vicini a sedi diplomatiche straniere, e gli abitanti di alcune province in prossimità del confine russo, che si misero al riparo fuggendo oltre frontiera.


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