IL FU MATTIA PASCAL TRAMA

IL FU MATTIA PASCAL TRAMA


Il fu Mattia Pascal (1904) è il terzo romanzo di Pirandello. Composto in soli quattro mesi, presenta tutti gli elementi che saranno caratteristici della produzione successiva: il problema della definizione della propria identità, il “doppio “, il relativismo conoscitivo, la poetica dell’umorismo. La strana vicenda del “fu” Mattia Pascal, che inscena per ben due volte la propria morte per sottrarsi alla condizione di estraneo alla vita, viene esposta quando i fatti sono già avvenuti e Mattia affida le sue memorie a un manoscritto. Attraverso questa retrospettiva, il protagonista del romanzo ripercorre le vicende relative al tentativo di sottrarsi a una condizione di vita alienante, nella quale si era cacciato da inetto, e di costruirsi una nuova identità. Ma la vita non consente ritorni: egli resta sospeso in una condizione di non vita, una specie di limbo, in attesa di non essere più, definitivamente.

dopo la morte di altri due mariti, è dominato dal caso, ma qui i toni sono più leggeri, tendenti al comico.

LA TRAMA

Il  protagonista, Mattia Pascal, vive in un piccolo paese della Liguria (Miragno, nome di fantasia) in una situazione opprimente. dopo aver trascorso una giovinezza agiata, in cui non si è minimamente preoccupato di gestire il patrimonio familiare (che ha fatto di lui, per sua stessa ammissione, un «inetto»), ha scoperto che batta Malagna, l’amministratore nominato dalla madre, lo ha ridotto in rovina; costui, per giunta, è anche diventato il marito della ragazza di cui mattia era innamorato (e alla quale ha dato anche un figlio). mattia sposa dunque un’altra donna, Romilda Pescatore, che aveva avvicinato solo come intermediario per conto di un amico e, gravato dai debiti, trova un impiego come bibliotecario. prigioniero di una vita familiare insostenibile, fatta di continui litigi con la moglie e la suocera, decide di fuggire all’estero. si ferma a Montecarlo, dove comincia a giocare al casinò e qui, con una incredibile serie di colpi di fortuna, in pochi giorni riesce a vincere una grossa somma di denaro.

Mentre  sta tornando a casa in treno, legge sul giornale che è stato ritrovato il cadavere di un suicida, identificato proprio in mattia pascal. consapevole che il destino gli ha offerto un’opportunità forse irripetibile, matura la decisione di farsi credere morto e di cominciare una nuova vita. prende il nome fittizio di adriano Meis e inizia a viaggiare in Italia e Germania, ma presto avverte il vuoto di una vita senza radici e relazioni sociali. decide quindi di stabilirsi a Roma e affitta una camera nella casa di Anselmo Paleari, uno strano personaggio che si interessa di filosofia e spiritismo. qui si innamora, ricambiato, della figlia adriana, attirandosi per questo l’ostilità del cognato, Terenzio Papiano, il quale, dopo la morte della moglie, vorrebbe risposarsi proprio con adriana per non dover restituire a Paleari i soldi della dote. durante una seduta spiritica, Papiano ruba una parte del denaro di Adriano Meis e l’accaduto innesca nel protagonista una serie di riflessioni: privo com’è di una vera identità, egli non può denunciare il ladro, e non può neanche sposare adriana. decide allora di tornare al suo paese e riassumere la sua vecchia identità; inscena così il finto suicidio di Adriano Meis, lasciando gli abiti e un messaggio su un ponte. ma una volta giunto a Miragno, mattia pascal si trova di fronte a una realtà ormai mutata: la moglie si è risposata con il suo migliore amico, Pomino, e anche il suo posto di bibliotecario è stato dato a un’altra persona. mattia decide allora di scrivere le sue memorie, ormai rassegnato a restare «fuori dalla vita» e a essere «il fu Mattia Pascal». la materia di questo memoriale costituisce il romanzo.


LA STRUTTURA E I TEMI

 

Il  fu Mattia Pascal è composto di 18 capitoli, che possono essere suddivisi in quattro parti:

la prima parte è costituita dai capitoli i-ii, rispettivamente la premessa e la premessa seconda (filosofica) a mo’ di scusa, nei quali il protagonista racconta in prima persona la propria trasformazione da mattia nel «fu mattia»; commenta l’accaduto quando i fatti sono ormai avvenuti ed egli si trova estraniato dalla vita. questi capitoli, assieme ai capitoli xvii e xviii, formano una sorta di cornice e possono essere avvicinati al genere dell’antiromanzo (non vi è infatti nessuna azione narrativa e anche il tempo della storia è fermo);

 

la seconda parte corrisponde ai capitoli iii-vi; vi si racconta la giovinezza di mattia pascal all’interno di uno scenario idillico (il paesino di campagna non contaminato dal progresso), con una parabola discendente che lo conduce a sposare una donna di cui non è innamorato e a rimanere prigioniero di una vita coniugale opprimente;

il capitolo vii funge da snodo tra la seconda e la terza parte, in quanto vi sono narrate la fuga e la vincita al casinò che, unite alla falsa notizia del suo suicidio, permettono a mattia di farsi credere morto e cambiare identità;

la terza parte occupa i capitoli viii-xvi e ricalca il genere del romanzo di formazione: mattia pascal diventa adriano meis e cerca di costruirsi una nuova vita, ma è costretto ad abbandonare il suo proposito in seguito a un furto che lo induce a riflettere sulla sua mancanza di identità e a tornare a miragno. la sua esperienza si configura alla fine come una formazione alla rovescia;

la quarta parte occupa i capitoli xvii-xviii, che riportano la storia al punto di partenza in modo circolare: viene spiegato come mattia pascal sia diventato il «fu mattia pascal» e come abbia rinunciato alla vita.