IL DANNUNZIANESIMO

IL DANNUNZIANESIMO

Per dannunzianesimo s’intende il complesso degli atteggiamenti deteriori del D’Annunzio, che influenzarono la vita pratica, letteraria e politica degli italiani del suo tempo.
Nella vita pratica il D’Annunzio suscitò interesse e curiosità in certa aristocrazia e borghesia parassitaria e sfaccendata, e ne influenzò il costume con i suoi atteggiamenti estetizzanti, narcisistici, edonistici, immorali e superomistici.
Nella vita letteraria con i suoi virtuosismi lessicali e stilistici diventò il modello di tanti poeti del suo tempo.
Nella vita politica dapprima con la sua eloquenza fastosa di interventista e con le imprese eroiche e leggendarie di combattente, galvanizzò, entro certi limiti l’Italia in guerra; poi con il gusto estetizzante dell’avventura e della ribellione all’autorità costituita ( al tempo dell’impresa fiumana ) influenzò il Fascismo, al quale il dannunzianesimo fornì gli schemi delle celebrazioni esteriori, dei discorsi reboanti e vuoti, dei messaggi e dei motti ( ricordiamo il famoso Memento audere semper ) l’uso del gagliardetto, la teatralità dei gesti e le pose istrionesche del capo.
Ma il dannunzianesimo non fornì al Fascismo soltanto gli schemi esteriori, che, tutto sommato, potevano anche rimanere innocui: gli lasciò anche eredità più nefaste e brucianti, che vennero a far parte dell’habitus mentale fascista, come la mancanza di senso storico il fastidio o il disprezzo per il lavoro umile, l’improvvisazione, la faciloneria, la sottovalutazione e il disprezzo degli avversari: tutti elementi che portarono l’Italia alla guerra e alla disfatta.

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