Il congresso di Vienna

Il congresso di Vienna

Il congresso di Vienna

Il congresso di Vienna si tenne a Vienna (nel novembre del 1814 e si concluse nel giugno del 1815) per ripristinare l’assetto territoriale degli stati europei, al termine delle guerre napoleoniche. Nelle classi dominanti vi era ancora la paura che nuovi sconvolgimenti venissero a turbare l’ordine che si voleva ristabilire. Il congresso si ispirò innanzi tutto al principio di legittimità e mirò a restaurare in ogni paese le autorità legittime, ossia le autorità che, avendo esercitato il potere prima del 1789, erano consacrate dalla tradizione. Il principio di legittimità fu però rispettato solo quando non entrava in contraddizione con il principio dell’equilibrio fra le potenze: un principio che premeva soprattutto ai governanti Inglesi ai quali era comodo perché un equilibrio a livello europeo avrebbe permesso loro di occuparsi liberamente delle loro colonie senza correre il pericolo di essere aggrediti.

Carlo Alberto di Savoia

(Torino 1798 – Porto 1849), re di Sardegna (1831-1849). Appartenente al ramo cadetto dei Savoia, manifestò in gioventù simpatie per le idee liberali e cercò di assicurarsi la successione al trono di Sardegna, approfittando della mancanza di eredi maschi nel ramo principale della famiglia Savoia.Durante i moti del 1820-21 diede il proprio consenso al progetto insurrezionale maturato negli ambienti della Carboneria piemontese, sperando di svolgere un ruolo di mediazione. In qualità di reggente, dopo l’abdicazione di Vittorio Emanuele I, concesse la Costituzione, ma quando il reazionario Carlo Felice salì al trono, dovette piegarsi alla sua volontà. Alla morte di Carlo Felice (1831) gli succedette sul trono; la sua politica seguì però una linea di intransigente legittimismo, con la repressione di carbonari e mazziniani, ma al tempo stesso il sovrano seppe avviare un’opera di modernizzazione dello stato. Alla fine degli anni Quaranta si riavvicinò agli ambienti liberali e aderì, con riluttanza, alle idee nazionali. Nel biennio rivoluzionario 1848-49 ebbe una parte di primo piano nelle vicende che portarono alla concessione della Costituzione (il cosiddetto Statuto albertino, emanato il 4 marzo 1848) e alla prima guerra d’Indipendenza. Sconfitto a Novara, nel 1849, dopo avere abdicato a favore del figlio Vittorio Emanuele II, si ritirò in esilio a Porto, in Portogallo.

Dieci giornate di Brescia

(23 marzo – 1° aprile 1849), ultimo episodio insurrezionale avvenuto nel biennio rivoluzionario 1848-49, nel momento in cui il re sardo Carlo Alberto riprese la guerra contro l’Austria (seconda guerra d’Indipendenza). I patrioti di Brescia, capeggiati da Tito Speri, Carlo Cassola e Luigi Contratti, organizzarono la rivolta contro il presidio militare austriaco, ma furono sopraffatti dall’esercito imperiale comandato da Nugent e Haynau che riconquistarono la città, poi saccheggiata.

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