IL CICISBEISMO

IL CICISBEISMO

PARINI


Uno dei motivi centrali della rappresentazione pariniana è il fenomeno del cicisbeismo. Nel ceto nobiliare ogni donna sposata aveva diritto ad un cavalier servente. La funzione ufficiale del cicisbeo era quella di accompagnare la nobildonna a posto del marito, che a sua volta, era impegnato ad accompagnare un’altra nobildonna. Il rapporto doveva consistere in un puro servizio verso la donna, questo non era altro che un’evoluzione dell’amore cortese, ma di fatto si risolveva in una forma di adulterio quasi legalizzato.
Parini condanna aspramente questa pratica, sia per il suo credo religioso, sia per la contraddizione razionale e naturale del cicisbeismo. Infatti dal punto di vista religioso l’adulterio è un peccato, ma anche dal punto di vista illuministico la pratica era anti-razionale, perché disgregava la famiglia ente naturale di crescita morale e civile.
Sin dai primi versi il poeta la critica attraverso la tecnica delle antifrasi, mettendo proprio in contrasto la famiglia dell’uomo borghese dove la moglie è fedele e i figli riscaldano la sua esistenza, con il giovin signore e la sua dama che trascorrono patetiche notti.