IL CANZONIERE FRANCESCO PETRARCA

IL CANZONIERE FRANCESCO PETRARCA

Il titolo: Il titolo in latino che Petrarca diede alle sue poesie in volgare è Rerum vulgarium fragmenta.
Due sono i titoli più usati Rime e Canzoniere. Il primo titolo è stato desunto da un’espressione del sonetto introduttivo (Voi che ascoltate in rime sparse il suono).
L’elaborazione: Le poesie nacquero autonomamente, poi vennero montate dal poeta così da formare un canzoniere.
L’idea del canzoniere si delineò progressivamente e la sua struttura subì continue modifiche.
Metro e struttura: Nel suo stadio ultimo, il Canzoniere consta di 366 componimenti e tolto il sonetto premiale, sono 365, come i giorni dell’anno (317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali). Secondo la gerarchia dei metri formulata da Dante nel De vulgari eloquentia, si ha una netta prevalenza del metro “elegiaco”, i sonetti e di quello “sublime”, le canzoni.
Petrarca racconta l’amore per Laura. È una storia che muove da aneddoti veri, ma subito questa storia si trasforma in mito. Infatti la stessa data di incontro con Laura (6 aprile 1327, venerdì santo e la morte di lei (lo stesso giorno durante la peste del 1348), trasformano la storia in mito poetico. Bipartito in due sezioni, rime in vita e rime in morte di madonna Laura, il Canzoniere canta l’amore che da storico si fa eterno e assoluto. La morte della donna è il requisito necessario perché il sentimento amoroso diventi assoluto e puro.

La figura di Laura: L’amore per Laura è un amore terreno, una passione inquietante e tormentosa, un desiderio sempre inappagato che non si spegne neppure dopo la morte della donna. Questo amore si esprime in espressioni intense e disperate, ma anche in vagheggiamenti di sogno. Ma il poeta avverte, insieme ai tormenti della passione, del desiderio inappagato, la coscienza della vanità di quell’amore, l’ansia di redenzione, il senso di colpa di cui si confessa pentito e per cui invoca il soccorso divino.
Ma in realtà di donna Laura noi conosciamo poco e poco ci dice Petrarca. Dell’aspetto fisico sappiamo che era bionda e che aveva le guance rosee, Petrarca ce la descrive umile, e che le sue virtù sono tali da destare nell’amante straordinari effetti.
Ma Petrarca non ci dice mai come ella si chiama con certezza se non nel sonetto 291 in cui si legge con una certa sicurezza il nome Laura. Laura è nominata per nome soltanto in morte.
Ma Laura ha anche e forse soprattutto un valore letterario e simbolico. È lauro il desiderio di poesia, diviene laura, desiderio della fama poetica, si tramuta in l’aura, il desiderio della patria.

Il senso del Canzoniere: A ben vedere il senso del libro è sostanzialmente statico. I termini della questione spirituale (amore o vanità? Gloria o pentimento?) sono già presenti nel primo sonetto e ritornano costanti nel Canzoniere.
Sempre nel sonetto premiale, Petrarca individua i tratti della sua poesia.
Indica la ricerca melodica e la materia malinconica (il suono / di quei sospiri ond’io nutriva ‘l core). Indica la bipartizione strutturale (fra le vane speranze e ‘l van dolore); individua la varietà formale (del vario stile in ch’io piango e ragiono).
Certamente è Laura che domina il Canzoniere, l’amore diviene il tema predominante. Però è un amore diverso dall’allegorismo stilnovista e dalla convenzione feudale dei trovatori. Petrarca crea un vero e proprio codice di situazioni amorose, la lode della donna coinvolge nell’incanto gli oggetti che le appartengono, il tempo e il luogo delle sue apparizioni. La stessa natura in Petrarca diviene per la prima volta specchio delle situazioni dell’animo.
Ma la forma di Laura sfugge. Ha sì gli occhi come stelle, i capelli come l’oro, un viso di perla, ma non va oltre nel descriverla. Una delle canzoni più famose, Chiare fresche e dolci acque, che dovrebbe descriverci la sua figura, ci dà solo l’ombra trasparente della donna, quello che viene cantato in realtà è un paesaggio fisico e mentale. Laura è solo rievocata dalla memoria, l’amore è ricondotto all’universo dell’interiorità del poeta.

Il protagonista del Canzoniere: Vero protagonista del libro è Francesco (Solo e pensoso …vo). Laura non appare se non nell’estatica memoria, nel rimpianto. La “dolce nemica”, la “fera bella e mansueta” è una visione della donna attraverso l’interiorità del poeta. La sua poesia nasce dall’armonia dei contrari, dalla sua sensibilità travagliata tra amore per la gloria e umiltà, amore per la donna e castità.
Se Dante dà voce a mille personaggi e a mille affetti, Petrarca al contrario canta di sé, rievoca un unico affetto e lo canta con una sola voce, la sua.